Pubblicato il 03/07/2011 10:20:38
Notte blu. Il Bosforo blu. Il tuo vestito blu. Solo il biancore della luna e quello perlaceo del tuo seno, illuminano questo silenzio blu. Sei seduta sugli scalini di un edificio di questa città magica, per sempre ponte tra Oriente e Occidente e, aspetti... Un gatto scuro, forse blu, miagola per la fame. Ahmet, non è venuto. Vi eravate conosciuti all’Università, in un modo troppo banale: lui ti aveva riportato la stilo che avevi lasciato sul banco. Poi vi eravate incamminati insieme, conversando. Fino ad arrivare in quella piazza, piena di gente, dove le poliziotte invece di manganelli e mitra, portavano in braccio mazzi di fiori. Ne avevi sentito il profumo che ti aveva inebriata. Gli occhi di Ahmet erano preoccupati, non ne capivi il perché, i tuoi radiosi. Da quel momento i vostri tempi si uniscono e, volano insieme. “Volare” Spesso gli cantavi la bella canzone italiana, intonandone il ritornello: “Nel blu dipinto di blu” Lui rideva quando la cantavi. Mentre lo aspetti, il silenzio è infranto da un trambusto. Vedi sfilare davanti a te una serie di camionette della polizia. Sono blu, come il colore di questa notte, che trasmuta e che adesso, ti fa rabbrividire. Ti infili un golfino. Il canto intermittente di un mitra assale all'improvviso la quiete. Un odore pungente di polvere da sparo cancella il lieve ricordo di fiori profumati. Ti alzi, barcollando, aggrappandoti a quel blu, che si scioglie e lentamente cade lasciandoti spoglia e sola, in un luogo che adesso non sembra avere più nessuna parvenza di magia. Dopo pochi passi frettolosi, concitati, ti ritrovi nel vicolo: Ahmet, giace a terra, i suoi occhi spalancati portano dentro l'ultima porzione di quel magico blu di quella strana notte. Mentre i tuoi occhi incontrano il rosso scarlatto del suo sangue, annegandovi per sempre.
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