Pubblicato il 07/05/2011 13:13:53
a Elio Filippo Accrocca, in memoria
Vecchio poeta, essere senza età né volto, nel tuo cammino per la strada - fiume aperta a fatica giorno dopo giorno dal cuor del tempo che si chiude, tu ti porti dentro la parola primigenia, tormento e talismano per le tue oscure stìmmate, conchiglia d’altre voci e giorni, visione d’altri orizzonti e volti: visti, udite e vissuti chissà quando e dove; o forse solo immaginati (ma per te fra realtà e sogno c’è un confine?). Sei come uno schiavo con la sua catena, una lumaca col suo guscio, una lucciola col suo cuore di luce, solitaria, rimasta in vita alla fine dell’estate: una formica col suo chicco di grano vagante nella vastità azzurra dell’aia vuota dopo i giorni festosi del raccolto. Eppure non cessi un momento di sognare, di stupirti come nel primo giorno della Creazione, incerto nella scelta tra una musica d’arpa e un vento di brughiera, tra una rosa bianca e un fiore d’asfodelo delle terre secche del Sud, tra il rumore fresco e lieto d’un carro all’alba e l’eco cupa e lunga d’un fiume inabissato… Vecchio poeta, ma tu solo resti artefice e spettatore d’un miracolo antico e nuovo: dare, con un verso, senso e voce al silenzio, o accendere la luce su una pietra.
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