Chissà se mi leggerai
se così fosse, che sia il caso a decidere
Io non ti avviserò ma sarò chiaro
che possa capire, inequivocabilmente;
è a te che parlo, non altri, né alla poesia.
Ti sono di fronte, vicino e ti fisso
che tu non possa scappare, voltarti nemmeno;
che non ci sia dubbio , sfacciatamente…ricordi!?
Quel fare da maschio arrogante, di un tempo passato
che non si rimpiange ma che adesso riaffiora;
adesso mi serve perché tu lo sappia
perché entri dentro a far parte di te.
Ho letto la tua risposta, più che letta;
la ho assorbita, me ne sono imbevuto
e sono ubriaco del tuo scrivermi.
Ti vedo nel mettere su tasti
su schermo freddo, scialbo
parole per me, per parlarmi.
E tutto trascende, e lo schermo e quei tasti
diventano amici; carne che tocchi, che è calda
che senti nel cuore, sul corpo
Come bimbo neonato che dorme sereno sul petto
quei verbi i soggetti le virgole i punti, le frasi
sono placebo ai miei timori
mi rendono sgombro da paure e dubbi.
Tu mi hai scritto! mi hai detto
“…non devi scusarti di nulla”
e aggiunto “…un abbraccio, concedimelo”
Son lieto di non essere visto;
non è bello che un uomo esibisca
un canto, una danza di gioia.
Ciao
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