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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Poesie e canzoni

di Salvatore Solinas
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Pubblicato il 01/10/2008 16:36:49








Leggendo Heine

Giocava con i fiori e le cicale
la mia piccola dea
tra i sassi e le colonne
delle rovine del tempio.

Poi fu Fata Turchina (ma gli occhi
aveva bianchi e molli come cera)
smarrita tra la folla alla stazione
davanti ai cancelli della fabbrica
dietro al bancone del supermercato
nei viali spogli di periferia.

Adesso è una strega, una megera
appollaiata in cima al campanile
coperta d’escrementi
irrisa dagli insetti e dai colombi.

Come una vecchia poiana allunga l’ali
ad afferrare i refoli di vento:
miseri, fugaci refrigeri.

E non c’è clemenza di Tempo
pietà di Morte
per una dea immortale.












Visioni

Angeli, le bianche ali spiegate
Volano radenti i tetti dei palazzi
Angeli fermi ai crocicchi delle vie
Sorvegliano pazienti
Bisbigliano agli orecchi
Sordi e distratti dei passanti
Custodi dei sogni
Chi li ha veduti giura
Che hanno riccioli d’oro
Occhi azzurri, grandi
Come balconi spalancati sul cielo
Alcuni portano la spada
Altri la tromba
Altri ancora il giglio
(cercano una donna)
Hanno corpi freddi e lisci
Come cristalli d’acqua
Caldi e spumeggianti
Come colonne di vapore
Chi li ha toccati in questo non concorda
Riparano di notte
Nei casolari semidirocati
Nei dormitori pubblici
Negli appartamenti illuminati
Dalla fioca luce dei televisori
Nei chiostri silenziosi dei conventi
Nei vasti androni dei ricchi palazzi
Flatulenti d’arrosti e torte alla vaniglia
Angeli di Dio, vi prego
Non mi lasciate!
Portatemi con voi pur se dovessi
morire questa notte.






Canzone per un letto vuoto

Ti corteggiava il vento
Lascivamente sfiorando le ginocchia.
Ti ha sedotta la notte
Lasciandoti sul letto
Con il ghiaccio nel cuore.

Ti lusingava il tempo
Facendoti fiorire
Per tradirti con gli anni.

Ti hanno plasmato le mie mani
Sotto le vesti candide cercando
Le tue natiche forti
I tuoi seni maturi.

Io, cattivo poeta
Ti ho sognata, adorata
Cantata con i miei versi inutili
Condannati al silenzio.

Ed ora ti ritrovo
Al fondo di un cassetto
Tra le mie vecchie carte:
Creatura diafana di parole morte













Ipocondria I

Non sfasciare la sveglia per cercare
il gallo che ti sveglia ogni mattina
urlando a squarciagola
Non t'angosciare
se non sai cosa si muove
dietro lo schermo del televisore,
come galoppa l'inflazione
sui banchi del mercato
e come funghi crescano
la recessione, la stagnazione
la disoccupazione.
Si dice che ci fu un grande botto:
in fondo allo spazio-tempo
s'è rotto un equilibrio,
e tutto s'è messo a correre impazzito
e i galli a cantare dentro gli orologi
e le scatole di plastica a parlare.
Pure i tuoi giorni hanno preso un treno
rapidissimo, che non sai dove porti
e che non puoi fermare.

Ipocondria II

Non c'è rimedio il fegato
s'è farcito di colesterolo
l'ecografia non mostra
alcun miglioramento.
Il tempo è solo medico di sé stesso
il tuo armadio d'antiquariato
un esercito di termiti perfora
minandone fin le fondamenta
e tu con lui ti sfarini
tu pure entrato
nel catalogo triste della roba vecchia
eppure hai gli occhi vivi
eppure giovani hai i sensi
e il cuore....

Je suis l'Empire à la fin deladécadence,
qui regarde passer les grands Barbares blancs
( Verlaine)


Meditazione a due voci

Ho aperto un libro
sotto casa è tutto un brulicare d’automobili
Parla di sogni
sulla rotatoria suonano isterici clacson
Sono pochi versi
il vigile respira piombo e proteste
E' descritta una vita
una nube d'idrocarburi pesa sull'asfalto
La vita come nuvola
lunghe file di macchine come serpenti
Pagina dopo pagina
uomini affannati, venditori, compratori
Nuvola che corre in cieli puliti
uomini d'affari ingrigiti di ceneri
Vita come passione
la strada è un formicaio d'esseri operosi
Una vita immobile
di uomini che hanno inventato lo stress
Una vita ad ascoltare
che hanno inventato i supermercati
I passi leggeri del tempo.


Ipocondria III

Non c'è dolore
a rimirare i propri fallimenti
non c'è dolcezza.
E' come rannicchiarsi
dentro un grembo vuoto
senza calore
quando la mamma è morta.








Viaggio per mare

Ti parlerò stasera delle navi
Ai moli addormentate a luci spente
Ti parlerò dei fari, dei gabbiani
Dai grandi occhi di vetro.
Ti parlerò del canto a notte fonda
Rauco delle sirene,
Delle boe sonnacchiose
Di te che parti sul mare buio
Di me che parto ma rimango
Sui rocciosi pendii fioriti di ginestre
Sotto il cielo d’Aprile
Sotto il sole
E le azzurre tempeste.
Ecco, nell’ora che il cielo
Ha lo stesso colore dell’abisso
S’allontanano i lumi della terra
Stringi la mia mano forte, viaggiamo.
Ci guidi quella stella per le eterne
Celesti geometrie.
Stiamo uniti noi due, non c’è data
Certezza alcuna al mondo
In questo notturno vagabondare


Capodanno

L’anno s’è spento senza neve
In un azzurro terso di ghiaccio
Dove astri risplendono mai
Così vicini e vivi.
Ridono i botti ma pochi
Sono davvero senza rancore.
La prima ora ci coglie
Più vecchi e tristi
Quasi consumati
Prigionieri di larvali ore
Non ancora defunte
Che annidiate resistono
Nei liquidi meandri dei pensieri






Canzone per una rosa

In quale balcone fiorita
Sei rosa
Profumi ogni cosa che sfiori
Con le tue magiche dita
Sei figlia del bacco peloso
Del pettirosso canoro
Sei rosa
L’autunno piovoso ti sfoglia
I petali d’oro, ti ruba
Fragranze soavi
Soffiando la tuba del vento
Sei spoglia
Vertigini susciti e verdi
Tremori di foglia, conduci
Il gelido inverno per mano


Messaggio affidato ad una bottiglia

Tu sei partita, tu non ci sei
Di te notizie incerte attraversano il mare
Mi hai lasciato solo e affamato
Come un polipo triste abbarbicato
Alla nera scogliera
Lambita dai marosi
E non oso strisciare
Fino al ristorante più vicino
E’ il frigorifero
Un’Antartide vuoto e desolato.
Se non avrai le mie spoglie
Troverai le mie lacrime raccolte
Nell’ultima tazzina di caffé
Avanzata in cucina.
Conservale vicino all’olio santo
E al pane benedetto di Natale









Canzonetta in cinque sillabe

Corre la vela
Gonfia di vento
Mammella tesa
Nel mar turchino
Bianca nutrice
Sfiorando il tremulo
Oro dell’onda
Là dove il velo
Cade dei cieli
Già si dissolve
Con lenta grazia
Mio caro amore
Ritorna a riva
Voglio baciarti
All’infinito

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