Scompare mimetico
quello che rimane
per le catastrofi sotto a quegli occhi;
oppure fosse
sgranate a forma di buchi neri,
ossidiana per i segni di rughe
come barricate d'ortica.
E non le appartiene nulla
né lo scarto dell'aria
né il passaggio delle monete nelle tasche.
Quanto rimane
è nuova aritmetica
che scappa con le dita laccate:
cinquetasche, dodici tacchi
fronte alta di roccia,
elastica forse più della dedizione delle foglie
al ramo che le allatta
fino all'arrivo del virus del vento
e delle cocciniglie.
Se rimane
sarà la crescita e la rinascita,
tra i garage e i cortili
delle città contaminate dall'asma.
Ora è ruota
che gira addolorata
indossando un cappotto fumé;
in rivoli di pozzanghere
si pettina e si scolora.
Così lenta. Così piegata.
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