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Alessandro Villa … o del piacere di scrivere poesia.

Argomento: Poesia

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 07/09/2024 17:27:49

Alessandro Villa … o del piacere di scrivere poesia.

“Frammenti d’Estate, Versi in Viaggio” – Prometheus Editore 2024

 

«Dolce ti culla / nel magico viaggio / sull’onda (ogni nota un volo) / …il pensiero s’espande / oltre i confini del reale / ed eccoti / ad abbracciare i sogni / mentre la luna / ti sorride.» (La voce)

 

Un’indagine sulla ‘forma’ e sul ‘senso’ dello scrivere contraddistingue e determina l’andamento evolutivo di questa ‘poesia’ nel rapporto costante con la natura antropica e ambientale che la determina nella sua estemporaneità verbale. Non ha caso un noto filosofo quale è Gaston Bachelard in proposito scrive: “Ciò che può sperare la filosofia è di rendere la poesia e la scienza complementari, di unirle come due contrari ben fatti”, avallando così un ipotetico quanto possibile luogo dove la poesia è chiamata a coabitare, cioè nel “futuro sostenibile della comunicazione immateriale”, partecipata oggi da milioni di fruitori nel mondo, che pur ci dice del suo continuare ad essere malgrado le angherie subite nella scuola, dalla quale è stata pressoché abolita. La ritroviamo infatti negli spazi più insospettati come la pubblicità e gli scambi ‘social’ e/o negli sproloqui di logore citazioni di quanti forse neppure sanno di affondare le mani…

 

«Gli occhi parlano / con la notte, / le palpebre col buio: / mio / il sogno / …tuo / il giorno.» (VRSAR)

 

Che la ‘poesia’ rappresenti una delle migliori forme artistiche dell’umano esprimersi è alquanto assodato, malgrado qualche avventato ne abbia determinata la fine, di certo non sono estinti i poeti che imperturbabili continuano a raccogliere le loro dissertazioni, accresciute e maturate negli anni, che vengono pubblicate in antologie e sillogi più spesso in un ambito editoriale di nicchia che pure ne attestano la sua sopravvivenza nel tempo, affermando il prosieguo di una indiscussa ‘memoria lirica’ mai venuta meno…

 

«Una danza di nubi / su rami d’abete / e fruste di sole / sull’acqua… / il giorno che muore / ha già l’eco / dell’alba.» (Cres…la sera)

 

Ciò che inoltre alimenta la conservazione di una certa tradizione lirica del verso, assumendo più che mai un contesto di grande attualità; si pensi all’esercitazione canora costantemente innovativa della lingua, al suo dare una vertiginosa loquacità espressiva nel dire di tutti i giorni: «Parlo, guardo ascolto: il silenzio m’imprigiona.» Ecco, la ‘poesia’ al dunque, ha permesso tutto questo, l’espandersi della linfa che da sempre ispira i ‘poeti’ e che si riversa nel mondo contemporaneo nell’odierna ‘canzone popolare’ che, come dice un noto ritornello scrivono quelle che “non sono solo canzonette”, bensì autentiche romanze d’amore, inni alla gioia, esaltazioni del dolore e della solitudine dell’anima che, rispecchiando i sentimenti dei singoli, seppur tradotte nei diversi linguaggi, volgono in divenire a quell’intimo immateriale che è testimonianza di tutti noi indistintamente, prioritario del nostro esistere e della ‘storia universale’ che andiamo scrivendo…

 

«Una nota / accende emozioni / mai sopite / …il passato, oggi… / il tempo, fermato… / “Senectute”? / No, voglio questi istanti / qui (ancora) / sorridere, gioire / di quell’attimo / d’infinito.» (Musica) «Nostalgiche note / indulgo, “serici sogni” / mi portano lontano. / Voci, volti, viaggi / veloci scorrono / ed eccomi (vagabondo) / nel tempo…» (Ascoltando Battiato).

 

Ciò che nel contrasto con la filosofia in parte sfugge alla dimensione effimera che in genere si dà alla ‘poesia’, per fare qui ritorno, dopo tanti verticismi e barocchismi linguistici, a quella linearità auspicata da più parti, che ne determina la liricità più pura, in cui il verso recupera quella sua semplicità espressiva che da sempre ci accompagna…

 

«Agita i fianchi / accenna una ruota, / le mani nell’aria / i passi in volo, /Fissa lo specchio / e ripete, ripete… / inseguendo / l’acerbo sogno / d’una scena.» (La piccola ballerina)

 

Una linearità che ritroviamo in Alessandro Villa attraverso l’intero arco della sua produzione poetica, frutto di una lunga esperienza di vita con e nella poesia che lo ha visto protagonista di molteplici iniziative antologiche in Italia e all’estero con la creazione di Premi Internazionali, nonché del Centro Giovanile di Triuggio dedito alla formazione e allo studio della ‘poesia italiana’ che egli in parte riscatta dal definitivo oblio…

 

«Rapide / saltellano / le dita, vibrano / le corde, / danzano / le mani / del bardo e le storie / prendono vita / (tutto è uno, l’uno è il tutto). / Dalle nebbie del tempo / ecco i lamenti / di Boadicea… / Rapide, rapide / s’intrecciano note, / rapide, rapide sfumano / (fatui fuochi d’una sera).» (Sogni)

 

Ancor più in tutta la sua integrità in quest’ultima raccolta decennale, per l’appunto intitolata “Frammenti d’Estate” che ripercorre il sapore e la gioia di una lunga stagione assolata degli anni che si porta dietro non come rimembranza, si direbbe più come sogno svolto ad occhi aperti sulle intermittenze della vita, alla lettura mai stanca delle emozioni nel fluire dei giorni, degli incontri fatti e degli sguardi sui volti delle persone, dell’andirivieni dell’onde del mare, così come del movimento delle nuvole a nascondere il volto ‘poetico’ della luna, onde avvalorare contrasti e pacificazioni del rincorrersi delle stagioni…

 

«Fluttua il pensiero / oltre gli scogli / in cerca di un filo / che ne leghi la trama. / Il vento scompone / logora e frantuma / emozioni che l’acqua / raccoglie e l’onda / raduna… / l’infinito le culla / sciogliendone i nodi / che un sole assopito / trastulla, tra sogni / ed attese di luna.» (Pensiero)

 

Leggiamone dunque i passaggi più significativi della sua nuova raccolta, con lo sguardo rivolto a questa lunga assolata ‘estate’ in cui il poeta racconta se stesso non senza un pizzico di crepuscolare malinconia, in cui la sua voce si leva nel canto alla bellezza della vita.

 

L’Autore.

Alessandro Villa vive e opera a Triuggio (MB), fondatore del Centro Giovani e Poesia, ha promosso numerose iniziative e manifestazioni culturali, quali l’omonimo Premio Internazionale di Poesia; ha elaborato una metodologia di lavoro che ha trovato ampia applicazione nei “Laboratori di Poesia” organizzati dal Centro. È presente in numerose antologie poetiche, anche estere, tra cui YIP (Yale Italian Poetry), ha pubblicato nove raccolte di poesia e il saggio biografico “Il canto della gru”, tradotto e pubblicato in molti paesi di lingua slava. È autore del saggio: “Giovani e poesia contemporanea in Italia: un viaggio tra sogni, illusioni e tempeste…” (Poeti e Poesia). Dirige la collana di poesia “Camene” per Prometheus Editrice, rivolta a giovani autori emergenti. "Antologia del Premio Internazionale" 33esima edizione Triuggio.

Email: centrogiovaniepoesia@gmail.com


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