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Tutto è relativo

di Adielle
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Pubblicato il 23/03/2017 01:03:05

Tutto è relativo, tutto è relativo

la cruna dell' ago, il solstizio fantasma

chi se la scampa una santa inquisizione?

Un rumore per caso, una coincidenza di troppo.

La mente vacilla, le chiedo perdono se approfitto di lei.

Chi sono, dove mi trovo e tu che vuoi?

A chi tocca dopo di me?

La luce che scalda il mio cuore è il riflesso di chi?

Perchè non voglio tornare a spargere fuoco sulla collina?

Ah frocio!

Siamo tutto, in piccole percentuali che possono variare.

Così io sono un po' te e tu sei un po' me, chiunque io sia

vale per tutti.

Gli scherzi d' autore fanno spettacolo.

Mi piacciono le donne ma chiedo troppo

mi manca il coraggio e la funzione  del corpo.

Dovessi chiedere aiuto, mi rivolgerei a un mago

o magari una fata. 

A scanso di equivoci mi masturbo pensando alle vostre mamme

figli di puttana.

Scherzava virile, la mente fertile, mentre creava ignoranza.

Aspettava l' assetto, l' eco da camera

scrive poesie, l' amico e se ne vanta.

La furia cieca, la faccia di bronzo l' ha frodata di rango.

Dove ci vogliamo incontrare, a quale livello della storia?

La fantasia galoppa, circondatela!

Stanotte mi sento più corallo che altro

più lontra del solito.

E la guardiana del bosco ha orecchie a punta e seno tondo

collane alle caviglie che suonano quando cammina.

Non per questo me la dà.

Sentivo che ci sono cantanti che diventano famosi senza parlare mai di sè

ma alcuni dubitavano che potessero esseri definiti cantanti

performer era la parola. Al bar.

Fedez che s' era venduto e cose del genere

quanto vale una parola.

Selvaggia Lucarelli, Paola Perego e l' abbronzatura di Diego Abatantuono

e alla dodicenne fatta a pezzi dall' altra parte del mondo non dovrei chiedere perdono?  Gli spicci per il carrello al negro di turno.

Quando sono stato negro io le catene erano di piombo!

E altri convenevoli.

Brama ma è tutto relativo. Questo giovane uomo dal fiato corto.

Non sono io, io sono a cantare con Ivan Graziani.

Mio padre fermo sulla spiaggia, le bestemmie, il suo dolore.

La fine che fanno i sogni quando non sai quello che vuoi.

Schizofrenico ma è tutto relativo

il numero di segni sui polsi, i vari tentativi di capire

Il senso di Smilla per la neve.

Vado dove?  E non so cosa mi porta.

Sarà la musica, l' aria che si respira nella mia stanza

ma la convergenza degli atomi mi sblocca la strada

poi s' abbassa allo stato brado, il volo radente del coguaro

dai denti a sciabola, non sono sempre immagini di prima grandezza

ma se non trovi il finale devi continuare a cercare

nella savana, l' erba alta, il pugnale, il fucile carico

il dizionario, la bibbia da tavolo. 

E poi mi stanco e ho voglia di andare a capo. 

Pigro.

Adesso vi vengo a dire quello che voglio.

Ma abitate sempre troppo lontano.

Le scrivo una lettera indirizzata a nessuno.

Così prima mi riposo, poi, forse, lavoro.

Soltanto un po' più veloce di un fulmine.

Soltanto più blù.

 

 


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