Non è stato tempo sprecato il profuso sfumato randagio
dei miei versi balilla a spada di Damocle sul reggimento comunista
della sua intransigenza da dama di vetro soffiato.
Non lo è stato, almeno quanto la quantità di sangue versato
a rifare il pavimento della camera
sedotto dalle voci di comando, commissionate da quella parte di me
dove non esisto in coscienza come dato di fatto, che mi volevano le vene
come pennelli coloranti.
Non dico tanto il tempo di essere amato, che mi voltò le spalle
quando persi i capelli prima che mi crescesse la barba di adesso
che mi determina come un pensatore greco a mezzo busto
agnostico e alla moda da cui sarei volentieri fuori
come un vero malato di mente quando tutti fingono la necessità
di esorcismi sociali d'indagine apparente, subito dopo
che ebbe capito che avevo il cazzo troppo corto
per toccarle l'anima dal buco del culo
mentre la lingua arrivava dappertutto
e poca voglia di lavorare per il cantiere di famiglia
ma quanto
quando torna quello di amare un'altra senza vergogna, piuttosto
a capofitto nella Rumba scheggia denti a vanagloria?
Le mie credenziali le porto tatuate sulla pelle
i polsi strappati da manette troppo strette per non portarsi via i tendini
se scassinate di forza con le zanne.
Mi pavoneggio come sanno fare i perdenti figli di puttana
della notte buia, per transumanza di aggettivi dal verde al sempreverde
ma poi basta guardare una foto ricordo per capire che sono innocuo
quando dormo e faccio il morto a galla
vero tonto nella veglia, sfigato, coatto di montagna
villeggiante da latrina.
L'invettiva mi si addice se lo scempio è solo il mio
per il resto faccio bruma dei segnali di fumo e vita
in asfissia da refusi -che palle questo con la profana storia dei vinti-.
Quasi quasi mi circoncido l'anima per dare retta alle sfumature di grigio
che stanno al bianco e nero come le collane ai guinsagli.
Ma mi confondevano i suoi occhi e le parole che sapeva far rimbalzare
sulle lenzuola come pietre piatte da lago artificiale.
Per questo non so negarla anche se mi nega la sua fortuna
prigioniero di un corpo di cartone animato
sempre più di quanto non lo sia l'erba dell'asfalto
in una provincia cementificata da quelli che fanno sul serio.
Posso prendere il largo anche con una catena al collo
tanto non so nuotare che per sbaglio.
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