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Collana di eBook a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani

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eBook n. 97 :: Il morso delle cose, di Alfonso Lentini
LaRecherche.it [Poesia]

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Data di pubblicazione:
05/01/2012 12:00:00


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# 15 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 alfonso lentini - 25/01/2012 16:12:00 [ leggi altri commenti di alfonso lentini » ]

Grazie a Maria Musik, che è riuscita ad esprimere, attraverso un linguaggio di forte impatto, le sensazioni che ha provato leggendo questi miei tentativi di scrittura poetica non convenzionale...

 Maria Musik - 25/01/2012 11:40:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Non mi fermo a leggere i commenti, concedendomi il lusso di sbagliare e straparlare, di non misurarmi con la professionalità e l’esperienza di nomi conosciuti e riconosciuti. Di getto, sporco questo monitor troppo piccolo, con le emozioni che schizzano ovunque, fuoriuscendo da mille diversi orifizi, ferite, sorgenti che questa lettura ha aperto (e sembra un’allucinazione) non nella mente ma nel corpo. Me ne sto qui, come un bambino al planetario, col viso rivolto verso l’alto, e vedo vorticare intorno le parole, che si fanno immagini, oggetti, pezzi di corpo dopo una una dissezione e si ricompongono, a volte ogni pezzo al suo posto, a volte come nel più pazzo dei quadri di Picasso. E il vortice mi prende e mi porta sulle cime di Lavaredo, nel desertico altopiano delle tentazioni, nel ghetto, nella mia stanza, nel mercato all’angolo sempre più vicino oriente.
Si può stramazzare a terra, per il capogiro, prima di riuscire a dire: "Che bello!".

 alfonso lentini - 24/01/2012 09:38:00 [ leggi altri commenti di alfonso lentini » ]

Grazie anche a Leopoldo Attolico!

 leopoldo attolico - 22/01/2012 22:03:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

Il lettore di questi testi di Lentini resterà in primo luogo sorpreso dalla ricchezza della sua ispirazione e dalla riconoscibilità del suo linguaggio di "utente" appassionato della vita e dell’Altro .
Parole , le sue , che obbediscono a un comandamento di "classicità" intesa come chiarezza di significati e quindi generosamente ( e sapientemente )sodali con il rischio e l’azzardo del loro luminoso inverarsi .

 alfonso lentini - 20/01/2012 10:36:00 [ leggi altri commenti di alfonso lentini » ]

Vorrei ringraziare una per una le persone che hanno commentato questo mio e-book che ho pubblicato con gli amici della Recherche anche per sperimentare questa nuova forma editoriale alternativa al cartaceo, destinata in futuro a evolversi attraverso chissà quali imprevedibili percorsi.
"Il morso delle cose" è un testo "difficile", destinato per sua natura a una circolazione ristretta a quei pochi che mantengono dimestichezza e interesse verso una scrittura poetica che accetta la sfida della deriva asemantica. Per questo ho apprezzato ancor di più i commenti di LILIANA UGOLINI, DONATO DI POCE (che ringrazio anche per avermi con piacere autorizzato a riprodurre una sua foto nella copertina), LOREDANA SAVELLI, MICHELE PASSALACQUA, GIO FERRI, METH SAMBIASE, MARIELLA BETTARINI, FRANCA ALAIMO, SALVATORE FITTIPALDI, ANTONIO DE MARCHI GHERINI. Le loro riflessioni amichevoli e generose, penetrando spesso nel profondo del testo, dimostrano una lettura attenta e partecipe: il meglio che potessi aspettarmi dopo il forte impegno compositivo.
Ringrazio anche coloro che mi hanno manifestato in privato o via facebook il loro apprezzamento e in particolare Giorgio Bonacini, peraltro autore della nota critica, Flavio Ermini, Tiziana Colusso, Marco Valentino, Serena Dal Borgo, Nelly Scala, Laura Bianchini, Francesco Grasso, Diego Conticello…
Ringrazio infine Roberto Maggiani senza la cui sollecitazione questa iniziativa non avrebbe preso forma.
Alfonso Lentini
Belluno, 20 gennaio 2012

 Antonio De Marchi-Gherini - 17/01/2012 17:44:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Scrittura nitida, senza sbavature, Emozioni e letture mentali controllate. Il testo, meglio le varie stanze che compongono la raccolta, si possono leggere con un approccio essoterico e un altro esoterico. L’inveramento dello Spirito nelle cose e le cose che attraversano lo Spirito. Questo dialogo con l’Universo,come già segnala Gio ferri, ci dicono della profondità di Lentini, ma nello stesso tempo lasciano aperte molte porte interpretative.
Scansato il richio di fare poesia cimiteriale come spesso è quella pubblicata da Anterem che seguo dal 1976, anno di fondazione.

 Salvatore Fittipaldi - 14/01/2012 09:56:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Fittipaldi » ]

Su una poesia come quella di Alfonso, imperniata e così tenacemente organizzata intorno all’immagine e alla prassi della propria perentorietà linguistica, può sembrare addirittura irriverente sollevare questioni di senso o di contenuto.
Da parte mia solo tanti complimenti

 Franca Alaimo - 13/01/2012 18:58:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

E’ un libro sorprendente, nel senso che soprende per la freschezza di uno sperimentalismo linguistico che non va nella stessa direzione di tanto sperimentalismo, che ci è venuto francamene a noia in quel suo cadere, alla fine, nel nulla da dire.
Lo sperimentalismo di Alfonso Lentini è, invece, gioioso; la parola non viene torturata, ma lavata in una sorta di fonte cristallina dalla quale balza con bagliori di accostamenti nuovi per lo sguardo e di sonorità tenere, godibili, innamorate delle rotondità e del corpo delle parole, del loro essere figlie del nostro stupore e del nostro sentirci dentro un mondo straripante, sgocciolante, intenso, ondivago, che all’improvviso ci fa innamorare e ci porta tutti insieme i segni delle presenze animali, vegetali e minerali che ci mordono soavemente o meno le carni, perché noi sentiamo ogni presenza con tutte le membra del nostro corpo: "la bocca mi baciò tutto tremante", non è solo un verso dantesco di pudico e intensissimo eros,ma anche la vibrazione cui si accorda la mano del nostro poeta che conta fino a dieci, torna indietro, si ingarbuglia, moltiplica ed assomma, visto che il nostro procedere non è mai lineare, ma fa le sue giravolte e quello che ci appariva primo si sposta nella classifica dei sentimenti e dell’essere importante. E, inoltre, tutto è nell’Uno e l’Uno è tutto. E poi i numeri non sono solo quelli che ordinano matematicamente, i numeri sono simbolo, magia, nome, cantilena; sbagliare la conta, quando si gioca, può essere un inganno, una perplessità, un modo di non asservirsi al tempo.
Questi versi di Alfonso si possono mettere in tasca e, cammin facendo, toccarli per essere certi che c’è dell’altro oltre ciò che si vede.

 Mariella Bettarini - 11/01/2012 18:42:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Libro davvero bellissimo, mosso, "morso" dalle cose, dalla passione, dalla poesia...
Da leggere e ri-leggere con l’attenzione che merita.
Grazie, amico Alfonso, di questo importante tuo Dono di inizio d’anno!
Un grande augurio e un caro saluto da
Mariella

 Meth Sambiase - 09/01/2012 16:10:00 [ leggi altri commenti di Meth Sambiase » ]

Non mi stupisce l’alta qualità della ricerca che incontro nella lettura. L’introduzione mi ha già avvertita che il testo è stato finalista del Montano (ancora complimenti). Fra le sillogi, Laus Creaturarum è quella per temi e ritmo per me da preferire. L’antologia dell’umanità ha elenchi di creature e luoghi (il mio nome, il mio nome): è una palude infuocata da sorvolare e tu ci hai dato le ali (non è mia, ho preso dalla Morante) del quotidiano e del sempre per conoscerla.

 gio ferri - 07/01/2012 17:37:00 [ leggi altri commenti di gio ferri » ]

Caro Alfonso,
leggo con affascinata sorpresa IL MORSO DELLE COSE. Una ’ambguità’ di parola aperta musicalmente ad un Universo coinvolgente quanto
imprescruttabile. Il canto misterioso della poesia, che già cercavi, e sovente trovavi, nella tua poesia visiva e che qui riscopri con raffinata dismisura.
Congratulazioni. Rileggerò ancora con la calma paziente acutezza che la poesia, e questa in particolare, richiede.
Con affetto. Un abbraccio
GIO FERRI

 Michele Passalacqua - 07/01/2012 03:46:00 [ leggi altri commenti di Michele Passalacqua » ]

La vitalità creativa di Lentini, poliedrica e generosa, è ulteriormente testimoniata da questa raccolta di poesie. La felicità del versificare è la stessa dell’artista e del narratore. Ho sempre creduto ad uno sperimentalismo non fine a se stesso, e dunque sterile e cinico, ma funzionale alla gioia affabulatoria, all’avventura degli universi segnici. Uno sperimentalismo caldo, senza cortorsioni intellettualistiche e oscurità avanguardistiche. Gli accenti, i colori, le invenzioni, le parole del nostro Lentini, non danno tregua con la loro euforia e il loro nomadismo mercuriale. Poesie da leggere, da gustare, da inalare, perché il mondo, nonostante tutto, è una meravigliosa foresta di segnali, di pagine, di alfabeti, di cuori sillabanti.

 Loredana Savelli - 06/01/2012 14:48:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Quasi con soggezione mi accosto a questi versi di Alfonso Lentini, nei quali il “gioco” della/sulla parola è raffinatissimo. Come afferma l’Autore stesso, i versi sono musicali, essi mostrano una grande capacità sinestetica ma bene si adattano anche ad una lettura silenziosa che consente, forse anche di più, il depositarsi nel profondo e il riflettersi caleidoscopico delle svariate significazioni. Ho particolarmente apprezzato la quarta sezione e su questa vorrei soffermarmi: mi è parso un pirotecnico “divertissement” pieno di rimandi interni, con una sua logica serrata che sembra voler riportare sempre tutto al punto di partenza. Leggendolo, non potevo fare a meno di immaginare una rappresentazione teatrale, un gioco di luci e di voci, surreale: sono infatti molteplici le visioni che da questa lettura scaturiscono, quasi stordiscono. Perché, in fondo, questi versi “sono senza ragioni” (pag. 48), le ragioni le hanno com-prese e superate, sconfinando in una letizia che mi ricorda il giullare Francesco.

 Donato Di Poce - 05/01/2012 23:42:00 [ leggi altri commenti di Donato Di Poce » ]

TI SCRIVO
Per Alfonso Lentini

Ti scrivo dalla piazza del nulla
per ricordarti il respiro del vento.

Ti scrivo dai muri insanguinati
e dalle ciotole di mirra.

Ti scrivo dai sassi levigati dal mare
e dall’erba che cresce dal catrame.

Ti scrivo da sotto la neve
in attesa della tua impronta leggera.

Ti scrivo dall’ombra delle parole
che macchiano i silenzi d’amore.

Ti scrivo infine dai bordi del tempo
per ascoltare il tu respiro d’inchiostro.

Ti scrivo per restituirti il morso delle cose
che mi lasciano addosso il desiderio di scrivere.

Donato Di Poce

Milano, 5.12.2012

 liliana ugolini - 05/01/2012 05:44:00 [ leggi altri commenti di liliana ugolini » ]

Nella moltiplicità cosmica del dire c’è quel silenzio del nulla che viene da te percepito e che si fa storia e quotidiano, vivezza e movimento, tempo che ritorna e ghiaie, musicalità e vita, danza e baleni. Straordinariamente denso, questo testo avvince e somiglia alla tua poesia concreta in una visione davvero universale. Un altro ottimo lavoro. Tutti i miei complimenti.