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Biografia di Eugenio Castagnaro

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Eugenio Castagnaro - La mia Vita … La mia poetica.                                                                                                                                            

(Paragrafi 1/7)

__ ( 1 ) __

Mi propongo alla cortesia e alla pazienza di chi si appresta a leggere queste pagine, con il raccontare di me, della mia vita, di quello che è stato il mio Pensar giovane d’un tempo, ma ancor di più, come si sia trasformato, meglio direi come codesto mio ragionare si stia evolvendo e modificando nel corso degli ultimi due decenni sino ad oggi in una continuata graduale purificazione.

Il mio nome è Eugenio Castagnaro, ma gradisco anzi ne sarei orgoglioso che mi si chiamasse con il vezzeggiativo Giuzzy, cosi pensato da mia madre già dalla nascita ed utilizzato da sempre oltreché dai miei familiari, anche dai più cari amici e parenti. Mi sia consentito inoltre, per maggiore vicinanza, di raccontarmi in prima persona, per una più cedevole penetrazione nella intimità di quella che è stata ed è la mia esistenza, ancor di più questo mio pensare le cose della Vita, cinto anzi, avviluppato come mi sento in quel concetto, spesso ahimè, da tanti trascurato, da alcuni sconosciuto di Amore Universale

Sono nato a Roma il giorno 8 Novembre del 1948. Figlio unico di genitori di origine calabrese, sono sempre vissuto a tutt’oggi, nella medesima città natale, specificatamente nel mio amato quartiere di Monte Sacro e aggiungo, sempre nello stesso comprensorio di case e … un cortile, mio primo amore di gioventù. Un caro compagno d’un tempo andato, uno spiazzo d’un vicinato al quale per attaccamento, ho dedicato alcuni anni fa anche una Lirica. E’ là, in quella medesima casa di quel vetusto indotto, che sono cresciuto, ho compiuto i miei studi di maturità e mi sono anche sposato. Sempre là, tra quelle medesime mura un po’ meglio attrezzate che a tutt’oggi vivo, sempre là, legato ormai come una quercia alla propria terra!

Dei primi apprendimenti, ma soprattutto per la formazione intima di quei valori basilari per quello che sarebbe divenuto il mio modo di concepire il Mondo, sia da giovane che da adulto, è doveroso che rivolga, con un nome e cognome, un pensiero scontatamente affettivo perché genitore, ma ancor di più ciò nonostante, perchè allora poco presente. Mi riferisco a mio padre: Antonio Castagnaro che fu..  E’ d’un così devoto affetto il mio, generatosi tale per quel modo suo tanto garbato, pulito e umano che mostrava nel proporsi a tutti, oltre che a me, suo unico figlio e che ho naturalmente acquisito. Così quel suo concepire il mondo attorno in ogni circostanza con grande sagacia, con la giusta considerazione ed altrettanto rispetto.

Un grande Signore mio padre, sia nelle origini borboniche (la madre Clementina Siciliani discendente diretta dei Principi Staiti di Napoli, Regno delle due Sicilie), ma ancor più di animo verso il quale ho nutrito e nutro tutt’ora un immenso sempre vivo affetto deferente.                                                                                                     

Calabrese di nascita e di cultura, precisamente di Rossano Calabro nel Cosentino, terminati gli studi, intorno ai venti anni è emigrato nella capitale per lavoro come tanti altri giovani della sua età ed è qui da militare in borghese qualche tempo dopo che conobbe mia madre ove terminata la 2^ Guerra Mondiale sposò.

Mio padre Totò così chiamato affettuosamente da tutti, pur se poco partecipe nella vita mia in particolare nei suoi ultimi anni, ne è stato in me il cuore d’un predominante pensiero che, unico figlio, l’ho concepito sempre fortemente legato sia prima, quando viveva con noi giorno per giorno, che dopo cosi, anche da lontano, da tanto, troppo lontano!... Tanto affetto naturalmente dilatato, reciproco e come già accennato, anche affiancato ed impreziosito da un sentimento di stima profonda anch’essa istintiva. Riguardo e apprezzamento dunque, che si è fortificato nel corso degli anni vissuti insieme, ben oltre il normale rapporto familiare e fatto di attenzioni ed attaccamento, ma anche di generosità e di presenza congiunto com’era a quella delicatezza d’indole ed onestà di pensiero, veramente rara! In una frase soltanto: Grande Signorilità d’Animo che, di quel garbo Suo di raffinata movenza, anche quando in silenzio stava... ne emanava!...

Gli ultimi suoi anni di vita, come accennato, sono stati caratterizzati da continui viaggi tra Roma e il suo paese nativo, tra svariate problematiche di salute e di vita, sia personali che della propria madre molto anziana già in precarie condizioni e venutale a mancare poi, da lì a poco,  Lei, nonna Clementina. Così, pochi anni dopo, anche mio Padre “minato già del Suo mal, quasi morente”, si spense a Roma nel Gennaio del 1984, due mesi prima della nascita del mio secondo figlio Marco.

Dei suoi ultimi anni di vita, ma anche un po’ prima, ne abbiamo vissuti assieme aimè, ben pochi in quanto come già accennato, dallo stesso trascorsi in Calabria, al capezzale della propria genitrice già molto anziana e inferma. Questa non presenza di una figura paterna così imponente, in quei tanti momenti decisivi della vita di un figlio unico poco più che adolescente, ne ha determinato una coatta maturazione della Sensibilità che, non poco, ne ha procurato sofferenze dirette e riflesse, pur se amato e coccolato in maniera inverosimile da un Madre, anch’Ella unica!... ma in un contesto di oggettiva assenza e di bisogno di quella poderosa già descritta figura paterna.

Io di Lui, di queste Sue incantevoli peculiarità affettive, negli anni terminali di vita lontano, ne ricevetti come avvolto d’una sorta di manchevole sentimento e tale, come se ne fossi stato d’un qualcosa d’importante di Lui defraudato.

Di mia madre Adele Postorino, anch’ella scrittrice profondamente religiosa, oltre ad aver condiviso con Lei tutta la mia esistenza sotto il medesimo tetto, ho anche ereditato tra l’altro ed in particolare, peculiarità ed attitudini di Vita relativi ad uno spiccato bisogno

di scrivere la Vita Buona intorno che coglievo,ovvero quella delle emozioni umane ma non soltanto; anche l’altra, quella più squisitamente Spirituale che Lei, mia madre possedeva e con il carisma giusto, tale da infonderla anche a me.                                                                                                  

La Vita...  quella intesa in senso ampio, vista così già da principio con il Suo cuore, come depositaria di quel carattere, il suo, emotivamente espansivo d’una grande Religiosità ed insieme messaggera vivente di quell’angoscioso pensiero là, ovunque tra la gente, la propria casuale e generosa realtà la conducesse. Questo, in funzione di un’idea dell’Affetto come della Carità Cristiana, la propria, del tutto personale, senza margini esterni di tolleranza, competenza e controllo. Senza remore mentali di compromessi o altro, in un certo senso  dispensatrice di una smisurata sensibilità ed un bisogno marcatamente irrazionale di dare e ricevere Amore!

Concetto dell’Amore dunque per mia Madre Adele, come merce da erogare a pioggia, indistintamente, in modo generalizzato verso tutto e tutti: gioie e tormenti della Vita … della Sua Vita!... Quella sempre contraddistinta ed unica in ogni suo pensiero e gesto. Ciò gradatamente ed inconsciamente esportabili ed esportate, nel mio cuore, quello del suo unico figlio sin dalla più tenera età.

Il mio vivere dunque, giorno dopo giorno con questa Signora Speciale, dapprima come madre poi, causa i suoi mali, come tenera figlia man mano sempre di più bambina anche oltre il 1976 anno nel quale sposatomi, decisi di vincolare amorevolmente i miei anni avvenire e quelli della mia famiglia a Lei, già da tempo sofferente già di depressione, standole accanto nella medesima casa quotidianamente e godendo così tra l’altro di quella maturazione del mio percepire (sia pure un pò forzatamente ma Benedetta sia stata!), ancor più precisamente in senso poetico nel significato etimologico.                                                                                                

 

 

__ ( 2 ) __

Circa la bibliografia, intesa come carta stampata da me pubblicata, vi è un libro per ora, intitolato: “FRAMMENTI di MALINCONIE APPARENTI” – “Prima raccolta di liriche, pensieri, versi sciolti ed altro”  stampato nel 2011, con editore il GRUPPO ALBATROS–IL FILO di Viterbo.

 

Riguardo invece alla partecipazione a Concorsi Letterari sia con il libro su citato che con altre liriche inedite, per entrambi vi sono più che tracce di soddisfazione da riconoscimenti e premi ricevuti per entrambi, edite ed inedite. Infatti iniziata la mia partecipazione a concorsi letterari vari nell’estate del 2012, si sono da allora succedute, così come di seguito riportato. Come mio primo riconoscimento, una “Menzione Speciale” con la lirica “Calore” al 1^Premio Internazionale di Poesia inedita “Regina Margherita” a Bordighera (IM) a Luglio del 2012. A Ottobre stesso anno, alla XV^ edizione del “Premio Biennale Letterario Internazionale dei Monti Lepini” a Segni (RM), il mio libro su descritto, in graduatoria è giunto al quarto posto mentre lo stesso, nel mese successivo a Novembre, ha ottenuto al Premio Nazionale 2012 – Poesia Edita – Leandro Polveriniad Anzio (RM), il terzo posto Sez. Poesia Sociale. Ancora per la Poesia edita, nel mese di Ottobre la lirica “Percezioni del Creato … Incomprese – Eluana Englaro”, alla XVII^ Edizione del Concorso di Poesia “La Castagna d’Oro”, risultava vincente con il Primo posto in graduatoria.

 Per la poesia inedita ancora un altro riconoscimento è stato: il sesto posto con Menzione di Merito Speciale a “Speranza”, alla I^ edizione del Concorso Internazionale di Poesia “Quelli che a Monteverde”  nel mese di Ottobre a Roma. La stessa due mesi dopo a Dicembre, alla XII^ Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Città di Civitavecchia” (RM), ha ricevuto “Attestato di Merito” e riportata nell’Antologia dei Poeti del 2012. Altra opera ancora ad Ottobre  è risultata finalista la lirica:“Il Senso della Vita” alla VII^ Edizione del Premio Letterario Internazionale “Gaetano Cingari”  a Reggio Calabria ed ancora nel mese di Novembre sempre finalista all’ VIII^ Concorso Nazionale di Poesia “Fiori d’Inverno” a Livorno, il componimento “Cuore mio”

Sempre a Novembre del medesimo anno 2012 la lirica: “Amaramente assente” è stata selezionata tra le vincitrici del Primo Concorso Nazionale di Poesia “La collana del pensiero poetico”, indetto dalla Casa Editrice “Edizioni SI”  di Roma, in collaborazione con la Rivista SI.

Ancora alla 7^edizione del Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Mondo Artigiano”, Erba (CO), la lirica: ”La mia casa che cambia”, giunta finalista, è stata scelta e pubblicata nella loro Antologia intitolata “Mondo Artigiano”.

Nel mese di Febbraio 2013 alla II^ Edizione del Premio di Narrativa, Teatro e Poesia: “Il buon riso fa buon sangue” a Roma, la prima stesura della lirica: “La Tua Idea …”, ha ottenuto una “Segnalazione di Merito”. Ancora, sempre nel mese di febbraio, la lirica “Colorarti di me”, è stata inserita tra le dodici finaliste, nella Prima Edizione del Concorso Letterario “Caterina Martinelli”, a Roma.

Ad Aprile del 2013 alla 2^ edizione del Concorso Nazionale di Poesia, Narrativa e Fotografia “Il Lancio della Penna” a Bari, la lirica “Infiniti attimi”  ha ricevuto una segnalazione. Nel mese di Maggio dello stesso anno, alla 4^edizione del Premio “Filoteo Omodei” a Castiglione di Sicilia (CT) la nuova stesura della lirica “Il Senso della Vita”  ha ottenuto la II^ posizione in graduatoria. Ancora nel mese di Maggio 2013 alla V^ Edizione del Premio Internazionale di Poesia “Maria Madre del Buon Cammino”, a Taormina (ME), la prima stesura della lirica “Speranza”  ha ottenuto il “Premio Speciale – La Voce” e nel mese di Luglio 2013, al 2° Premio Internazionale di Poesia Inedita “Regina Margherita” a Bordighera (IM), per il secondo anno consecutivo ha conseguito con la lirica “Vita mia”,  la “Menzione Speciale”. Ancora a Ottobre dello stesso anno all’XI^ Premio Letterario “Le Pieridi” a Policoro (MT), la lirica “La nave” ha ottenuto “l’Attestato di Merito” e con codesti, anche qualche proposta editoriale. Sempre a Ottobre alla 7^Edizione del Concorso Nazionale “Arteincentro – 2013” a Messina, la lirica “Pensiero stupendo” ha ottenuto la “Menzione di Merito”. A Novembre altro ”Attestato di Merito” per la lirica “Calore” alla Terza Edizione del Premio Letterario di poesia “in memoria di Lorenzo Cresti” a Firenze. Nell’anno 2014 a Gennaio, al 9^Concorso Nazionale “Il mio Presepe” - Tradizione e Fede, a Ortona (CH); nella Sezione “Racconti”, la nuova stesura della lirica “Infiniti gli attimi”  ha vinto la “Menzione d’Onore di Merito” e ad Aprile del medesimo anno, alla Seconda Edizione del Concorso Letterario “Caterina Martinelli” a Roma, la lirica “Pensiero stupendo”  ha ancora ricevuto il “Premio Speciale Valle dell’Aniene”. Nel mese di Maggio alla terza edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Premio Madonna dell’Arco” a Castellammare di Stabia (NA), ha ottenuto il II^ posto in classifica con la lirica “Vita!”. Nel medesimo “Premio Madonna dell’Arco” anche l’altra lirica a Concorso: “Terra mia fedele della Vita”, conseguiva il “Premio Speciale della Giuria”. Nel mese di Giugno 2014, alla 3^ edizione del Premio di poesia e filastrocche “Libera la Fantasia” di Roma, ha ottenuto il II^ posto in classifica ed insieme un “Premio Speciale” per la profondità di messaggio alla lirica “Cade la neve”. A Luglio, per la terza volta consecutiva premiato, alla terza edizione del Premio Internazionale di Poesia inedita “Regina Margherita” a Bordighera (IM), con la lirica “La Stagione tua”, ha conseguito il 3^Posto in classifica. Nel mese di Agosto dello stesso 2014, altro terzo posto alla 8^edizione del Concorso Letterario Nazionale “Lu bene chi ti vuje” ad Ortona (CH), con la nuova stesura della lirica “Calore”. Nel Gennaio 2015 al 10^ Concorso Nazionale “Il mio Presepe” - Tradizione e Fede, a Ortona (CH); ha ottenuto nella Sezione Poesia Religiosa con la lirica “Consapevolezza e Fede, la sintesi” , una “Speciale Distinzione di Merito”.

Tali riconoscimenti saranno certamente di buon auspicio d’un ciclo per il quale, non dispensato il sottoscritto da ulteriori continuate ansie, ciò tuttavia pur di suscitare le medesime emozioni che in fondo tanto bene fanno nella lettura o quanto meno, in alternativa, un pò di curiosità e consenso, nella novità d’un poeta in apparenza mesto, inquieto e avverso nello stile e poetica, in realtà intensamente ottimista e positivo, alle sue esperienze “visibili” da poco più di un anno, tra qualche talento, Premi Letterari … ed Editori.

 

Credo però che ciò che conta, indipendentemente dalla quantità di carta stampata, è che la mia attività letteraria e poetica nei fatti, è assai ricca di componimenti di vario genere inediti, compresa una Storia romanzata intitolata “Una Vita sbagliata” ed ancora prima, ad iniziare da quei scritti giovanili, tanti, senza titolo, che chiamo con un nome improprio: sciolti … e che per ora preferisco accantonarli dall’attribuire loro una ordinata cronologia di pensiero e di stampa, ma che presto, ne sono certo, pubblicherò.

Di quei versi giovanili che alternavo al piacere della musica, altra mia grande passione, a volte ne mescolavo tra loro rime, suoni ed emozioni, ma il tutto, senza alcuna velleità di riuscita certa o di successo; combinati per noi giovani, per amore soltanto, forse per un attimo di gloria, comunque per quella gioia che insieme a pochi altri ci orientava. Era il nostro, un gruppo musicale di quartiere, niente di più, formato da quattro amici con la medesima grande passione, quattro strumenti, quattro voci.

 

Circa le imprese giovanili di quel tempo andato, rivisitandole con la memoria d’un rimpianto in quegli scenari, per me, come per molti altri giovani poeti-scrittori in erba o presunti tali,le concepivocome un condottiero prepara le sue campagne.. le architettavo, le istruivo, le organizzavo, poi.. ed ecco la passione.. le trascrivevo in versi già dalle prime volte di quell’adolescente età là, ovunque c’era Vita!.. sulle cortecce dei pini, sui muri delle case, per terra, poi nei quaderni.. e parole, parole, tante parole d’amore giovanili e altro. Frasi sempre di più compiute e gradevoli musicalmente nel verso, interposte o dirette e impudenti..e rime, rime baciate, incrociate, incatenate.. assonanze diverse d’un piacere e già d’allora, con un po’ d’emozione insieme al rileggerle!.. Così, sino a giungere alla Poesia vera e propria completa, quella di senso compiuto. Erano quelli i miei anni sessanta.. belli, ricchi e spensierati, saturi di voglie e di sogni sfrontati.. pochi scrupoli e attese, senza le attente stime richieste dalla Società circa quella Vita che ad un passo là.. dietro l’angolo, indugiava a mostrarsi!..

Partito militare in Sardegna, poi congedatomi, questo ciclo di larghi orizzonti e di grandi speranze, come di poche mal richieste certezze, terminò in una specie di sommessa ed allungata implosione, senza sussulti o riverberi.. Si andò concretizzando un progressivo quanto non invocato raziocinio che da lì a poco, mi avrebbe consegnato ad una Vita Nuova, un lavoro certo, con delle basi per una famiglia, dei figli ed una vita agiata, serena e costruttiva, così come avvenne. In due parole: una Vita sicura, onestamente condotta, ancora con tanta musica dentro che ho sempre continuato ad amare, ma del tutto vacante di poesia, non richiesta compagna.. perché non palese alla voglia.. all’agiatezza che mi governava.. ..e così codesta astinenza, serenamente procrastinatasi per un periodo abbastanza lungo..di qualche decennio.. Tale sino all’anno 2000, che riprese con gran vigore, ben più marcatamente e diverso senso critico, da quella medesima mia pelle di allora, il sofferto mio poetare di adesso!

Proprio quell’anno è che contraddistingue la grande svolta di questa Vita mia!.. Ciò, senza entrare in profondità nel merito di tutte le sofferte motivazioni, proprio perché dolorose, comunque sotto tutti i più fragili ed evidenti aspetti, come d’una Pena prescrittami dal Signore, forse perché dovessi ancora scontare qualche peccato che … non so … che non conosco … così grande … comunque da dovermi purificare sì tanto!..

Tale Sofferenza, in una interrelazione Umana e Sociale ingiusta a mio avviso, ma come ho già detto benedetta!.. senza alcuna logica comprensiva; senza una terrena spiegazione. Proprio all’avvio della terza fase d’una età aimè, giunta avanti abbastanza, verso il suo naturale traguardo finale … Non a caso quell’anno 2000, coincideva proprio con la morte della mia tanto adorata mamma!...

 

__ ( 3 ) __

Di Lei ho eredito oltre al carattere, la Fede, la Carità, il Pensiero, le Angosce, unitamente ad una eccessiva Interiorità di Animo causa ed effetto di quelle stesse Sue molteplici e Sante Sofferenze. Tutto ciò ha contribuito a differenziare in maniera netta dal resto della mia Vita, tutto il periodo della maturità ed oltre, sempre in continua mutazione!

A tutt’oggi provo un costante quanto naturale desiderio di protrarre nel ricordo Suo, della Sua Calabria, l’espressione, i sogni di allora, così la Sua opera, il Suo pensiero di scrittrice con tutto l’amore possibile e la medesima grande passione!.. Io e Lei dunque, forti di questa comune ricchezza di sensibilità affettive molteplici, abbiamo felicemente condotto assieme le nostre vite sino all’Agosto del 2000 quando a seguito di una già presente, lunga e penosa malattia, Ella venne meno.

Da tale dolorosa ma scontata piega, come impressami a pelle con impassibile realtà dal Destino, mi sentii nuovamente indotto al poetare, ma diversamente però cercando di lenire la sofferenza incipiente, così, in modo più toccante e delicato nello Spirito, a cavallo d’un gran bel ricordo antico che mai sarebbe voluto divenire un rimpianto!...

Da allora, privato di quell’Affetto generoso, la mia produzione poetica, già precocemente maturata, frutto di tanta pena dissimile già sommata, ebbe un ulteriore impulso e un altrettanto copioso incremento. Qualche tempo dopo, ma in modo assai più graduale, percepii così, anche il desiderio di far giungere poco oltre i confini dei miei pensieri, questi scritti ed il parlar mio, oltre di me... al di là del mio udire...

Tra attese e qualche certezza in più circa il mio pensiero maturatosi ancora, giunto ero a ridosso dell’anno 2007, ricco di sempre maggiore auto-convinzione, vittima e carnefice insieme di me stesso, dei miei estesi concetti apparentemente malinconici ma intimamente positivi, come se volessi elargirli portatori di codesta propedeutica sofferenza in piccoli sorsi!.. ove però ancora ero vacante di qualunque desiderio oltreché, del benché minimo sospetto di rendere pubbliche le mie elucubrazioni mentali tramite una vera e propria Casa Editrice e un libro.

Tale desiderio, direi bisogno di pubblicarmi, nacque successivamente, scaturito da una solinga continuata riflessione e un meditato in fine quanto breve auto-convincimento. Sentii così che era giunto il momento di donare il mio cibo, a tutti coloro che leggendomi, nel mio piccolo, ne avrebbero voluto e potuto trarre qualche giovamento comunque, constatata aimè la tanta indifferenza e superficialità diffusa, a più gente possibile!

Iniziò così un Senso nuovo, in aggiunta a quello già solito mio, un motivo in più, ovvero quello di scrivere i miei pensieri, anche per gli altri.. da condividerli, con grande umiltà, gradualmente insieme a tutti coloro che ne avessero gradita e fatta propria tale lettura. Fu questa una decisione giunta in modo convinto nell’unico periodo della mia Vita, sicuramente giusto ad espormi così, come sottoponendomi ad una sorta di Giudizio, a cominciare come ho detto, da coloro, pochi, nella cerchia dei conoscenti, i quali dimostratisi i più propensi, avrebbero palesato apertamente tale desiderio. Io, contento di questo, ne avrei diffuso e condiviso tale lettura, con una specie di introduzione al pensiero, fornendo loro di volta in volta, i componimenti giusti che avrei ritenuto i più confacenti latori di sensibilità specifica, voglia, maturità e bontà d’animo nel significato, riferiti all’Essere Umano, ma non soltanto al meritarli, anche nell’accezione di condivisione nel merito dei concetti espressi nei componimenti, ancor di più che nella forma.

Grande fu il numero degli elaborati relativi al mio secondo periodo, di diversi argomenti, situazioni, vicende personali ed altre. Di questo e dell’altro mondo, di questa mia Vita e di altre Vite, di altra gente e contesti … di altro … Insomma tale quantità ha raggiunto e superato il centinaio, di cui oltre una settantina del tutto inediti, ciò per mia scelta iniziale convinta e sostenuta. Da ricordare però come già accennato, che anche altri elaborati vanno aggiunti: una storia romanzata intitolata “Una vita sbagliata”, inedita, scritta nel 2005 e tutti quelli giovanili dai 17 ai 20 anni circa, mai pubblicati. Gli elaborati però che

diedero anima e cuore al mio primo libro edito, furono attinenti al periodo della piena maturità poetica, le prime di allora, una trentina.

Tali scritti, sintesi d’un prodotto interno, espressione certi di un bisogno di redigere e comunicare la Vita come anche atroce frutto a volte di tanta sofferenza, l’ho sempre considerati un Bene Intimo non esportabile, ma neanche comunicabile per notizia al mio più caro amico. Tali liriche infatti, alcune in particolare, solo sino a poco le consideravo come una linfa vitale per me soltanto e tuttora comunque, sempre necessitante della loro lettura!.. Questi versi, il cui esercizio del leggerli in assorta solitudine, hanno avuto il merito di accarezzarmi con tanta delicatezza lo Spirito a partire dal più profondo, mi hanno anche affinato l’attitudine al percepire, scoprendomi assai più vulnerabile al mondo esterno, specie in tutti quei contesti specifici di ogni situazione ove è l’emozione al governare, recando così alla mia apprensione, con la partecipazione ad esse nella lettura, intima penetrazione e sostegno!..

 

__ ( 4 ) __

 

Fatta questa doverosa introduzione, prima di entrare appieno nel merito del mio concepire l’Esistenza e leggermi con un po’ più di conoscenza quindi consenso e benevolenza, ritengo giusto ed opportuno spendere insieme, noi tutti come in un colloquio, ancora due parole in più. Quanto meno per essere interpretato un po’ meglio dal di dentro, soprattutto circa altri aspetti ancora oscuri; per giungere poi a comprendere meglio chi le ha navigate queste frasi, poi condotte in versi e trascritti. Da quali fonti sono state alimentate, forse meglio dire generate, in quanto quasi tutte frammenti dolorosi di vita vissuta, non di fantasia o soltanto virtualmente.

Non a caso questi Frammenti hanno dato il nome alla mia prima raccolta pubblicata.

Tale ulteriore premessa conoscendomi, di comprenderli meglio come ho detto e prima ancora, a chi sono rivolti e perché, cosa desiderano esprimere, produrre o modificare.

Altra mia motivazione primaria è stata quella che non ci si accosti all’Arte della Poesia in modo superficiale, del tutto privi di conoscenza dell’Autore, della sua Poetica come del merito e della motivazione del componimento in lettura, cosa questa molto importante!.. Capita infatti, che Opere, di qualsiasi genere, anche di riconosciuta grande levatura, esse stesse galleggino in un contesto di trascuratezza circa la conoscenza dell’autore, le origini e il merito dei componimenti stessi, tale da innescare un meccanismo perverso e continuato di superficialità quindi di indifferenze deprimendone la lettura. Ciò maggiormente nel lettore comune o neofita.

Facilonerie dunque, tali da non consentire al medesimo di disporsi con la mente nella maniera più consona al tema poetico o letterario in lettura e adeguato nell’anima a ciò che sta trattando.

Nello specifico insomma, circa la Poesia disporsi con indulgente deferenza verso un‘Arte così impegnativa sino al renderla propria. Se ci si accorge poi che così tanto bene al cor ci parla, che ci s’innamori pure di essa!..

Di contro non conoscere quindi non stimare appieno cosa si stia leggendo nel merito come nella testa dell’autore, ciò renderebbe la medesima lettura di veramente ardua comprensione! Ad essere ottimisti, concedendosi forse qualche emozione soltanto verso il finale del testo, ma ciò riferito solo ad alcune specifiche Liriche, quelle di significato più immediato ed esplicito, vedi

anche nel titolo; ma limitando irrimediabilmente il valore intrinseco delle stesse nelle loro completezza, ciò oramai defraudato della più viva emotività del proprio corpo centrale.

 

Per la gran parte degli altri componimenti, qualora si perpetrasse nella loro lettura, l’unico approccio che ne scaturirebbe, sarebbe addirittura ermeticamente ostico!

Non a caso, proprio in virtù di tale convincimento, ho ritenuto far precedere ogni mia lirica d’una specifica introduzione.

 

Detto questo, tentando di proporre con grande Umanità ma con altrettanta Umiltà la mia Poetica inserendomi in essa in punta di piedi, mi accingo ad evidenziare questo Bene Universale che muove le Cose del Mondo ed io … ecco a mia volta, cercar di renderne con tanto rispetto, una testimonianza, ancor di più per tutti coloro che, non avendo mai avuto vicino alcuna guida o esempi del genere, da soli del loro esagerato mondo, non sono mai stati in grado di comprenderne quell’altra facciata, quella cosiddetta oscura, quella meno appariscente e piacevole, per alcuni addirittura ripugnante: quella dell’indigenza! …

I miei versi, di significato reiterante leggendoli, per i temi trattati nei vari componimenti, in ogni titolo volendo esprimere il crescendo di un travaglio interiore oltreché quello che essi stessi esercitano almeno su chi, gravato di una fragile sensibilità, ha vissuto anch'egli in prima persona una certa forma di disagio. Quanto meno che avverte comunque, questi pensieri come propri, restandone insieme convinti e coinvolti sin dentro lo Spirito, in un vortice di nostalgie e malinconie, gradatamente così, secondo la propria sensibilità, dalla prima all'ultima sillaba!

Liriche dunque le mie, e certamente per chi l’avverte leggendole attentamente: ritagli d’amarezze a frammenti, ma soltanto apparenti (come appunto il titolo del mio libro). Ciò perché in realtà codeste, quasi tutte hanno di significato intrinseco, una intenzione efficace, di Bene, più o meno evidente, un finale in ogni componimento, carico oltreché di un crescendo di Speranza, soprattutto di Fede, Umanità e di Garbo, ma anche di Certezze già conclamate nelle Virtù in genere e in quelle della Dottrina Cattolica in particolare. Assai sentito, onorato e professato infatti è il mio concetto di Fede , in quelle che sono nel Creato, tutte le Sue (di Dio)  rivelazioni in Terra.

Tale pluralità di Temi Universali nel mio poetare, non poco rilevante come numero: il concetto di Dio, della Fede, della Vita, della Morte intesa anche come inizio di altra Vita, dell’Universo, della Natura, del Bene e dell’Amore Universale che muove le Cose, oltreché delle Virtù Teologali, anche della Patria, della Famiglia e pochi altri.. Questi concetti dunque, si collocano e si articolano di volta in volta nelle dinamiche delle mie Malinconie a riferimento nelle liriche stesse ed io, nel rispetto di un rigoroso radicalismo di significato, ho ritenuto non debba mai concedersi deroghe al loro unico quanto universale senso nell’etimologia del termine stesso. Rendere dunque tali Temi, nella inconfondibile loro Sostanza quindi nel merito del contesto al quale ognuno è attribuito, ma nelle Forme esteriori per come codesti si rivelano nelle specifiche dinamiche, plasmati da quella sana e pulita fantasia poetica, cuore di ogni elaborato. Differentemente apparenti dunque.. perché diverse le Liriche con tali Temi reiteranti, di volta in volta gestori ed insieme gestiti dalle medesime!

Situazioni diverse dunque, affrontate in ogni circostanza con espressioni poeticamente adattate, certo!.. ma tutte del medesimo inconfondibile viso del Tema dominante!

 L’impianto di codeste nella struttura di ognuna così allungato poi, è un altro fattore che nelle rispettive tematiche a cui fanno riferimento ognuna, le caratterizza e inquadra ancora più chiaramente manifestandosi così nella maniera giusta, congiuntamente all’impostazione, spiccatamente sognatrice e astratta impressa alle mie vicende trapassate ormai, pur sofferte, ma in un’angoscia anch’essa perennemente allungata, tuttora vivente!

 

 

__ ( 5 ) __

 

Fatte queste dovute considerazioni di premessa, ecco nei miei ritagli di vita matura ritrovata anche altrove ma patita in gran parte in prima persona, la Sofferenza di una interiore inadeguatezza a questo mondo, ciò certamente in modo esagerato per il comune pensare. L’averla già vissuta una volta, poi rivissuta ancora attraverso le decine di testimonianze indirette di altra gente degna conosciuta, di altrettante situazioni familiari ed individuali difficili!

 

Tale esercizio psicologico maturato e perfezionato già da una sensibilità esagerata, è stato dedotto, tradotto e avviato in virtù oltre che delle personali esperienze di vita individuale e familiare, anche da quella inattesa quanto dolorosa svolta di cui ne ho già parlato, impressami in modo psicologicamente cruento intorno ai cinquant'anni, modificando aimè sostanzialmente il corso della mia Vita.

Questi eventi hanno così chiuso un ampio capitolo, di larghe vedute, se pur apparentemente un po’ effimero comunque di grandi progetti d’altro genere e notevolmente critico. Di contro ne hanno aperto un altro meno immediato, più attento se pur altrettanto critico, più disponibile ed accomodante, in una parola, più consapevole di un realtà compiuta.

 Grazie a codesti difficili e dolorosi eventi avvenuti appunto nel periodo come su detto, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare tra tanti, gran parte di individui portatori di altrettante verità estreme nei loro peculiari contesti di vita. Molti di essi degni di stima, considerazione e affetto, pur se sostanzialmente estranei, per il ruolo difficile con il quale sono stati gravati in questa loro Vita, sino ad essere come degli eroi, d’amore e rettitudine, per come hanno trainato e trainano di sacrifici ma di altrettanta dignità, loro stessi e le loro famiglie, in una condizione, la medesima, di estrema precarietà in tutti i sensi!

 

 Una menzione di riconoscenza a posteriori per questo bagaglio di esperienze in più, credo di doverla spendere anche per coloro i quali mi hanno indirizzato verso codesto approccio e favorito in un ulteriore esercizio di percettibilità della pena, rilevando quindi come già rimarcato, che quando si riesce a concepirla in modo propedeutico, allora codesta deve definirsi benedetta!..

 Il mio percepire insomma, ha beneficiato, con una notevole crescita, con l’aggiunta di tale carico di esperienze umane e sociali, di individui, contesti sociali e situazioni familiari e personali, le più difficili e disagiate!

Questo continuato rapporto con tali esistenze dunque, mi ha ulteriormente ritoccato nei sentimenti raschiando più a fondo la recettività d’un percepire, il mio, già molto ben disposto e orientato di suo, così come ha sottolineato anche un’intima già instabile fragilità emotiva di recettività  psicologica, ancor più da alcuni anni messa già a dura prova!

Per tali fatti, come per le mie convinzioni morali e religiose ancor di più meditate, altresì per assonanza intrinseca del significato della Vita oltreché dei Suoi obiettivi virtuosi, la dedica di tutti i miei pensieri trascritti e leggibili, soprattutto quelli maggiormente purificati da quelle Gocce di Sofferenza erogatemi a pioggia, è rivolta insieme a Nostro Signore Bene Supremo, a tutto ciò che amo, alla mia famiglia passata e presente, a tutti gli esseri viventi, specie i più fragili e bisognosi, alla Vita medesima, Sua Espressione e Creatura. Vita, tanto più angosciata ed emarginata rispetto a quella comune, quanto più viva e degna d'essere vissuta, amata ed onorata. La Vita dei deboli, dunque, dei malati, ma anche dei bambini e degli anziani i più sofferenti, dei poveri, di chi è solo al mondo, dei derelitti umani in genere, la Vita, quella miseramente o anzitempo perduta, comunque di tutte le persone scomparse!

Aggiungo nel mio piccolo leggendomi ed applicando quel pò di umanità che ho, anche il desiderio, illusorio certamente, ma pur sempre un desiderio, di recare a quanti più pensabile un sostegno comune, pur’anche indiretto, un aiuto ricondotto o riconducibile, pur se immateriale, almeno di testimonianza ideale a chi avrà cuore e volontà nel sapersi ridurre operosamente in tutti costoro, specie i più sventurati, nella loro quotidianità e nel disagio che è la loro unica esperienza applicabile, confortarli nel modo e nella misura loro più consona!                                                                                             

Chi ha potere dunque, nel proprio humus ordinario, con quel pò di partecipazionein più che si può e per chi già non lo faccia, di osservare il proprio animo dal di fuori, dopo aver girato gli occhi attorno.  Spesso anche senza andare troppo lontano, magari alla porta accanto, di aiutare questi discriminati nei loro disagi comuni e nel contempo, valorizzare l’intima propria figura di Individuo; il concedersi della Solidarietà Umana il giusto merito, non più in modo ideale solamente, ma ancheconcretamente nei confronti di codesta altra parte bisognosa, spesso seminascosta perché volontariamente trascuratadalla nostra sciagurata Società!..

Il senso certamente spontaneo, forse anche lo scopo non intenzionalmente

evidente dei miei scritti è anche questo, subliminale ovvero volontariamente debole da dover essere percepito con un po’ d’attenzione in più in modo chiaro, ma non abbastanza da non sperare di non provocare una qualche influenza positiva su certi processi psicologici di certe persone!...

 

 

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Tale mio accorato pensiero ed intento però, non si accontenta; vuole andare oltre; ovvero giungere anche a chi ha avuto troppo nel complesso del loro Sistema di Vita, a volte del tutto privo di valori circa la sfera dei sentimenti ed emozionale nell’accostamento con il prossimo. Insomma piatto e irrilevante nel profilo, galleggiante nell’iniquità e frivolezza, ubriaco di benessere pratico!

Tutto questo purtroppo, spesso autentica barriera e impenetrabile velo nero nel quale ci si trova più o meno consapevolmente avvolti, per poi perdersi.

Da qui ne deriva un notevole calo nelle emozioni e un'accelerazione nell'esercizio inconscio dell'incapacità a produrre o alimentare quella sorta di dimestichezza con il proprio Spirito e la propria Intimità. Come un allenamento alla rovescia insomma, dell’individualità nostra a crescere nel vero Bene, sia pratico nella vita di tutti i giorni, che Intimo e Spirituale, pur anche in una accezione laica del proprio significato.

Di produrre dunque, o alimentare la voglia; da una parte di esprimere i nostri stessi impulsi interni positivi, dall'altra di accogliere quelli esterni nella loro natura e significato quindi, riordinarli e farli propri per conservarli sempre vivi in fondo al cuore!..

 

Anche costoro circa il mio modo di vedere, non tutti certamente ma alcuni, sono accomunabili in una sorta di derelitti del benessere, di forzati del piacersi e vivono in una  condizione di inconsapevole malessere da incapacità d’un corretto autogoverno dei proprio “Ego”. Del Concetto vero di Bene ormai dimenticato, ma che dovrebbe essere ancora impresso e raggiungibile da qualche parte nei meandri della loro memoria. Condizione tale dunque, da imporre loro un aiuto per il recupero di loro stessi, pur se ciò dai medesimi, del tutto aborrito!

 

In alcuni casi per tali motivi, per il loro background da veri predatori, codesti vivono di superficialità e indifferenza, di arroganza psicologica, di sopraffazione oltreché di egoista narcisismo, tronfi di benessere come sono!

Costoro, fagocitati dalle loro stesse molteplici inedie e incapacità, vegetano in una condizione ove lo scorrere della Vita nulla insegna; ove il nemico più grande dichiarato, oltre se stessi, è Costei che d’un respiro greve, gradatamente s’avanza a ingigantirsi, con lo scorrere del Tempo, così, sino a quando vi si mostra e.. sconcerta!.. Codesta di nome Vecchiaia.. impronunciabile, inconfondibile ai gesti, è la sola idea che guasta Costoro.. e il mantenerla il più lontano possibile, è questo l’unico intento che conta!

Gente questa, animali da conquista, con il mondo là da espugnare, ma privi di quell’istinto bestiale che li caratterizzerebbe; che da bestie li ha ingabbiati ma che potrebbe recar loro, qualora ne fossero provvisti, ma non lo sono giacché umani, anche di qualche messaggio, chiarificatore e positivo!

Costoro insomma, del Male ne fanno volutamente o no, la loro naturale Dottrina di comportamento, consapevoli o incoscienti, poco importa!

 

Tutto questo svolgere di considerazioni insomma, nella speranza ambiziosa leggendomi o conversando, di suscitare quella scintilla vitale della Comprensione e dell'Amore Universale, quello vero, quello che è pertinente di noi stessi, della nostra Natura, in parte marcatamente evidente o nascosta che sia, comunque radicata!

In altre parole tentare di dar questa volta acqua pura alle radici di quel piccolo fiore mal cresciuto, sia pure malandato, ma che ancora vive e soprattutto vuole ancora guarire!

 

 

 

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In conclusione, il senso del poetar mio che s’avverte tra le righe, s’ispira ed insieme stimola nella sostanza, un Amore Ideale dunque, naturale ed immanente, ma anchel’altro, il meno visibilmente tangibile, trascendente la nostra Natura: quello Spirituale. In ogni caso tenero, tollerante ed inclusivo.

Questo Amore Ideale è impegnato a tanto intenzionalmente. Generato insieme dalla voglia, ma anche da un bisogno connaturato di attingere esso stesso e restituirsi poi a quell’Immenso e tanto caro Aldilà, interprete la Fede Cristiana che gravita e lo amalgama tutt’intorno, sostenendolo.

Ma è rivolto anche alle persone comuni, ai miei cari, vicini e lontani, a questo nostro Creato ove le calamità in genere, ma anche l’indigenza, la cattiveria umana, concetti questi già argomentati, ovunque aimè, regnano da sovrani!

A codesto Mondo dei deboli insomma, degli anziani, dei bambini e le loro più fragili famiglie, dei genitori, in particolare quelli impreparati, poveri o impossibilitati, depositari comunque di questo così difficile mestiere!

Tutti gli altri che non cito direttamente in queste righe, non è certo per minore affetto, per indifferenza o peggio per poca considerazione, bensì perché costoro li considero, gradualmente i meno deboli, i più tutelati dall’indifferenza umana come dalle ostilità della Vita.

 

Questo status di privilegio, è tale grazie al loro equilibrato benessere e carattere unitamente alla saggezza ed alla forza nonché al metodo con il quale hanno saputo gestire la loro esistenza al riparo dal Male in genere. Ma anche a quel po’ del fattore fortuna goduto e che tuttora godono, intelligentemente

gestito nella consapevolezza ed educazione ricevuta, utilizzata proprio in questo viver loro, foraggiato di Bene. Ciò unitamente a quel pizzico in più di coscienza, di volontà e di sacrificio del quale più degli altri ne sono stati intelligenti depositari e portatori. Certo è che amo comunque, anche costoro.

Da tale modo di concepire la Vita, concetto questo già molto ampio ma che ancor di più si evince dal mio scrivere dunque, si potrebbe essere indotti al pensare ad un po’ di disattenzione in proporzione da parte mia, verso quell’altra immensa fonte d’Affetto che stabilmente mi risiede nella mente, nel cuore. Quel breve trattino di Bene che lega me a quel Mondo nascosto dell’Oltretomba, ove sono accolti i trapassi tutti, iCari scomparsi, quelli che non hanno più nulla ormai a che fare in senso materiale e comunicativo con noi, con la nostra Vita quotidiana, quindi verosimilmente estranei al concetto della motivazione positiva, di Amore fattivo di questa dedica! …

 

Ma no!...

 

Ecco l’eccezione che conferma la regola, la mia Regola, per la quale non può certo non sussistere tale Concetto di Bene così, se di Loro non partecipe … inglobato dalla materialità quotidiana solamente!.. La mia Realtà dunque, tanto gremita di Presenze, di Sogni, di Attese e di Carità diffusa, così come nei desideri non manifesti perché non capiti.. nelle mie continue cure.. oggetto di esse: gli Avi che hanno lasciato una traccia indelebile del loro passaggio e unitamente ad essa, la Certezza d’una Convinzione, di un Dogma!..

Da qui, anche la nostalgia costante che si avverte, la medesima che provo per quello che è stato il nostro congiunto benessere di allora, inalterabile.. che è tuttora Puro Grande Amore soltanto, che sin da bambino ricordo, albergava radicato nel mio cuore!

Tutto questo Insieme di Interiorità, puntellato e legato tra loro dal Credo d’un Cristo, che è l'altro Tramite Spirituale, insieme alla Preghiera, che ci pone in Comunione con l’Eternità, col Signore medesimo!.. Come una grande arcata su di uno Stretto di mare a congiunger due Terre, qui ora astratte e incorporee, un domani invece, se Dio vorrà, senza interposizione alcuna!

In conclusione ecco si evidenzia e si inserisce in questa dinamica pseudo-umana: affettiva ma transitoria da una parte e un’altrettanto affettiva ma ultraterrena dall’altra, un elemento selettivo di benessere nuovo in quanto di accostamento:

Il tentativo ragionato e continuato di un contatto, una ricerca astratta e insieme meditata, di un punto di parallelismo convergente dell’Anima con l'Aldilà; di quell’Aldilà senza fantasmi o Presenze oscure, oltre le fiamme dell’Inferno là, in un Paradiso in cielo ma vicino, ove tutti coloro che onorammo in Vita, son lì che ci guardano, sorridono al Bene nostro e amandoci, attendono da Dio Padre, il cenno di avvicinamento!..

A Codesta ambita mèta dunque, assurgere soltanto tramite la Pura Fede, quella senza deroghe, fatta di Amore, Meditazione e Preghiera.

 

Uno passaggio purificatore costante e continuato dai mutismi dei rimpianti al ricordo solamente, dalle urla dei Pensieri e dei Silenzi, alla quiete d’una Solitudine dell’Anima; uno scambio tra il buio d’una attesa e la Luce della Trasparenza, tra l’Aiuto pensato, sognato e la Carità Cristiana, tra la Vita terrena e l’Eternità... cosa che, per ciò ch’io provo, nel mio cuore già avviene... e dovrà avvenire credo, spero, ancora e in tutti!

Così, come perpetrare al compiersi nello Spazio della nostra Vita, anche nel Tempo, quello delle future generazioni!

 

E’ questa l’Umana nostra forza di cui disponiamo per continuare a lottare e rinascere di nuovo Puri!

Grazie di questo!

   

Eugenio Castagnaro 

 

Roma, Gennaio 2015

 

 

Iniziata a scrivere nel Novembre del  2009. Continuata poi sino al Gennaio 2015.

Alcuni spunti sono tratti da: “Introduzione all’Opera dell’Autore”

di “Frammenti di malinconie apparenti” di Eugenio Castagnaro (Giuzzy).

 

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1 :: Ivan Pozzoni - 14/02/2018 00:50:00
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Interessante!