Biografia di
Stefano Saccinto [ sito web ]
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un sano vaffanculo attesta, a chi ha il coraggio di pronunciarlo, una grande dignità
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Stefano Saccinto nasce il 9 dicembre del 1981 a Canosa di Puglia, una cittadina che sorge presso la valle dell'Ofanto. Da sempre appassionato di letteratura, scrive il suo primo romanzo, Una di quelle notti, a sedici anni, escluso dal concorso Linus indetto dalla Baldini&Castoldi nel 1998. Nel corso del successivo decennio compone nove romanzi, tentando sporadicamente la pubblicazione. Nel luglio del 2003 sposa Francesca Massa da cui ha una figlia, Giada, nello stesso anno. Per provvedere al sostentamento della nuova famiglia formata, accantona l'idea della letteratura per dedicarsi al lavoro di cameriere e portare a termine gli studi in Scienze dell'educazione. Nel marzo del 2005 si laurea e cerca di valorizzare gli studi con la ricerca di un lavoro nel settore. Diverse aspettative mancate e la riluttanza ad allontanarsi dalla famiglia lo portano, dopo una breve esperienza come educatore, a tornare al vecchio lavoro di cameriere. Gli anni successivi sono anni di sacrifici e del passaggio da un'azienda all'altra per trovare una serenità finanziaria che possa permettergli di occuparsi finalmente della grande questione che ha lasciato in sospeso: quella della letteratura. Nel gennaio del 2010 accetta di pubblicare per la casa editrice Rupe Mutevole il diario delirante dei vent'anni: Un'estate qui. Nello stesso anno nasce il secondo figlio della coppia: Simone e Stefano prende la decisione definitiva di non scrivere mai più un nuovo romanzo e di passare a una riscrittura completa di tutto quello che ha steso nel suo decennio letterario per tentare nuovamente la pubblicazione. Il suo lavoro di revisione comincia da Una di quelle notti, il primo romanzo, che viene interamente riscritto nell'inverno tra il 2009 e il 2010. La nuova versione viene presentata ad Adelphi ed Einaudi senza riscuotere interesse. Viene successivamente iscritta al concorso La Giara indetto da Eri Rai. Non supera la selezione regionale. Il nuovo titolo dell'opera è Zenith.
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2 :: Stefano Saccinto - 10/02/2011 12:40:00
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In realtà quello che mi preme è davvero che non si disperdano i sogni già fatti. Che si concretizzino, voglio dire. Quelli che sto facendo e quelli che farò posso anche tenerli per me, voglio solo la dimostrazione che il mio sogno dinfanzia non era una sciocchezza. Però è vero che la lampada è sempre pronta per essere tirata di nuovo su.
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1 :: Maria Musik - 10/02/2011 06:30:00
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Mi piace questa pagina... così diversa e poco compiaciuta, personale e sincera. Ma sono convinta che, data la tua età, verrà il tempo in cui dovrai sognare altri sogni da riporre nel tuo forziere e che, forse, metterai la lampada sopra il moggio perchè nulla sia sotterrato ma, al contrario, ben visibile a chiunque voglia vedere.
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