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Biografia di Pasquale Antonio Marinelli

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Pasquale Antonio Marinelli nasce a Taranto il 22 gennaio 1966. Vive da sempre a Monteiasi (TA) con la sua famiglia. Nel suo percorso scolastico si innamora da subito della letteratura italiana e particolarmente della poesia. Comincia a comporre versi  all’età di 14 anni e nel 1984 pubblica la sua prima raccolta edita “Poesie” (Gabrieli Editore).

Da sempre appassionato di teatro ha fatto parte di diverse compagnie teatrali locali, recitando anche in vernacolo. Fortemente impegnato nel campo sociale ha curato il progetto e la successiva realizzazione di un “Centro Sociale Giovanile” nel paese dove risiede.

Al suo impegno sociale si è affiancato un breve ma intenso impegno politico, durante il quale ha ricoperto il ruolo di Sindaco (1997-2001) nel suo paese di residenza. In questo periodo è stato anche nominato Consigliere Regionale ANCI Puglia.

Nel 2013, dopo una lunga pausa di riflessione, ha ripreso a scrivere con assiduità iniziando a partecipare a diversi concorsi letterari.

Con la raccolta di poesie “Pensieri in controluce”, pubblicata nel 2015 (Aletti Editore) è stato insignito con la Segnalazione Speciale della Giuria con Menzione di Merito e Medaglia ricordo per la sezione “Raccolta di poesie inedite” al Premio Letterario Nazionale “Scriviamo Insieme 2014” – IV edizione.

Di seguito si riporta la motivazione integrale del premio conseguito: “Contenuti importanti. Una notevole forza espressiva conferisce vigore al messaggio o, sarebbe più opportuno dire, ai messaggi trasmessi dai versi. Il poeta dimostra grande tecnica poetica e, ancor di più, costruttiva. Si addentra in “campi minati” che potrebbero condizionare la misura del verso. Al contrario, lo stesso ne esce rafforzato fornendo ancor più nerbo ai temi trattati”

La sua poesia “Poveri contadini” è risultata tra le 30 finaliste del prestigioso Premio Letterario Europeo “Massa, città fiabesca di mare e di marmo" – VIII^ edizione.

Nel 2016 e nel 2017 ha raccolto significativi riconoscimenti letterari che di seguito si riportano:

1° posto con la poesia “Le tue mani” nella sez. B poesia a tema “Con le mani dei bambini” alla III^ edizione del Concorso Letterario “Mani in volo” – Costabissara (VI);

3° posto con la poesia “Entusiasmi spenti” nella sez. A poesia a tema libero alla III^ edizione del Concorso Letterario “Mani in volo” – Costabissara (VI);

1° posto con la poesia “A volte la solitudine” nella sez. A poesia edita o inedita a tema libero alla VI^ edizione del Premio Letterario “Scriviamo insieme” – Roma.

Ecco la motivazione integrale della Giuria, presieduta dal Prof. Elio Peluffo “Cos’è la solitudine se non uno spazio intimo nel quale muovere i passi alla scoperta di se stessi. Il poeta la celebra con un verso scevro da ricercatezze formali ma per questo più “vero”, più vicino alle sensazioni. La solitudine è “compagna invisibile”, lo “sospinge”, lo incita al ricordo, lo difende e lo “allontana dalle angosce”, fino a divenire “musa ispiratrice”. Il poeta ha esibito misura e sapienza nella gestione del verso all’interno di un tema di non facile sviluppo”;

Premio Speciale “Mama Dunia” nell’ambito del I° Concorso Letterario “Cav. Antonio Fanelli” organizzato dall’Associazione Culturale “Mama Dunia” di Francavilla Fontana (BR) con la poesia "Ho deciso di restare" dedicata alla sua Puglia;

Menzione d'onore con il racconto “Febbre d'estate” nella sez. D narrativa alla IV^ edizione del Concorso Letterario “Mani in volo” – Costabissara (VI);

Premio Speciale della Giuria alla VII^ edizione del Premio Letterario "Scriviamo insieme" -  Roma con la poesia "Sentieri distanti (il tempo del rimorso)";

Di lui ha parlato il Prof. Nazario Pardini sul suo blog “Alla volta di Leucade” in una nota critica del 9 novembre 2016. Così viene descritta la raccolta “Pensieri in controluce”:

“… Sono i fatti, i libri letti, gli incontri vissuti, i desideri, le utopie, che covano nell’anima coccolate da un dolce sentire. E nel Poeta sono proprio queste ricordanze a farsi materia di canto. D’altronde che cosa è la vita se non che repêchage di antiche stagioni che ci videro snelli e audaci, incoscienti del tempo. Sì, esiste anche la realtà, piena, zeppa, contaminante, fattrice di bene e di male; ma questa da sé non è capace di coinvolgerci in un’ispirazione feconda e poeticamente compiuta ed esistenzialmente contaminante. E’ da là che pesca il nostro animo per tradursi in “Poema”. Da quella vita che si è fatta nuova, con tutti i suoi lampi empatici accompagnati da pathos, saudade, nostos e che determina nelle nostre meditazioni la coscienza del tempo che fugge, della sua precarietà, della sua inconsistenza, della sua irrefrenabile corsa. E’ confrontandoci con le nostre memorie che ci rendiamo conto di quanto una storia sia breve e fuggitiva, dacché le antiche primavere, con tutti i loro giochi giovanili, si fanno ingigantite, acquistando un sapore che non avevano quando le vivemmo: “Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus” (Virgilo Georgiche III, 284).  E la vita non è altro che il tempo prestato dalla morte nel racconto del Nostro; un racconto che occupa tutte le caselle dell’esistere: meditazione, illusioni, delusioni, melanconia e soprattutto inquietudine, incertezza, domande senza risposte: “… Confondo, scompongo,/ dimentico e ricordo/ ma il meriggio più non abbaglia/ i miei sguardi oltre la muraglia” (Meriggio)”.

 


 

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