Le cinque poesie proposte questa settimana sono di Mariella Bettarini. Il 31 gennaio 2012 è il giorno del suo settantesimo compleanno, noi de LaRecherche.it vogliamo qui augurarle buon proseguimento di vita e di scrittura, e ringraziarla pubblicamente per la sua amicizia e per il sostegno al nostro lavoro. Proponiamo anche la lettura di una bella intervista pubblicata, nel giugno 2005, sulla rivista L’Areopago Letterario.
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Tre poesie tratte da Il pudore e l’effondersi (1963 – 1965), Edizioni Città di Vita, Firenze, 1966
Solo Tu ed io
Signore, solo Tu ed io sappiamo
della mia infanzia. Nessun altro
mai ho messo a parte del segreto
dolcissimo della mia vita.
Solo Tu ed io sappiamo
come forte resista questa parte di me
che non ha prese per nessuno, al mondo.
Gli altri sono partiti a loro grandi
scoperte effimere e con sé
mi vorrebbero già da gran tempo.
Ma poi che solo a Te ho affidato
la vitale custodia dell’infanzia,
permetti che resista in questa fede
e che non oda le orgogliose parole
della loro perduta fanciullezza.
settembre 1963
Il pudore e l’effondersi
Il pudore e l’effondersi,
le forze che contrastano in me,
il segreto spalancarsi dell’anima,
il non sempre compreso farne parte
con gli altri, tutto questo, mio Dio,
quante emozioni provochi Tu sai,
quanti affanni di vero,
quali forti domande per giungere
al proposito del sì,
alla serena sicurezza
di avere posto a frutto quanto avevo,
di poter mantenere le promesse
che in silenzio mi facevo nel cuore,
anche se quanti non le udirono
ora un poco mi fanno resistenza,
e diversa mi credono,
e restano confusi nell’inganno.
gennaio 1964
Ora se dentro tutto mi finisse
Ora se dentro tutto mi finisse,
se spenta rimanessi nella grazia
che un giorno d’improvviso seppi accolta
nel profondo di me, con un mistero
rapidamente fitto e assillatore,
come resta un gran fiore dopo il vento,
certo nessuno si darebbe pena;
nessuno, se non io, si chiederebbe
dove mai la mia vita ho dirottata,
quali sono i miei sogni,
come il cuore comporto nel segreto;
né, forse, s’avvedrebbero del male
che molto soffrirei, degli sguardi perduti,
del dolente abbandono di me stessa,
né che sarei stremata dal distacco,
che dentro stancamente recherei
il canto isterilito dell’uccello,
la muta aridità di un campo secco.
febbraio 1964
Due acrostici tratti dalla auto-antologia: A parole – in immagini (antologia poetica 1963-2007), Edizioni Gazebo
Poesia
(acrostico)
Poca – pochissima spocchia – molta
Oltranza a omaggio di lei
E poi canto – discorso – corsa – di sé dimenticanza
Sobrio solenne segno fatto in sogno (come sia)
Imago forte lieta – dolorosa baldanza
Anafora d’un non opimo regno – amorosa follia
Autoritratto semiserio
(in forma d’acrostico zoologico)
Muso di gatto – sì – fede di cane
Ala di passero – ala di gabbiano
Rosso di lingua – batticuor di cerbiatto
Intrepido cavallo – pascente zebra
Elefante memoria nel suo mallo
Lupo e scoiattolo
Lagnosa pecora e più la(g)nosa
Agnella si presenta
Bettarinimariella
E (di sé) ride nello specchio animale:
Taurina tempra (ahimé solo mentale)
Topo e gallina dalle uova bianche – sull’
Aia vispo gallo alla mattina – senza denti
Robusto roditore di granaglie
In acque fonde trota guizzante
Nell’aria sopraffina Bettar-
Inimariella e la sua arca cina*
* cina: piccina, in dialetto emiliano
[ Leggi l’intervista a Mariella Bettarini a cura di Fulvio Castellani, pubblicata sulla rivista L’Areopago Letterario nel giugno 2005 ]
[ Segnaliamo anche alcune traduzioni in francese di poesie di Mariella Bettarini, a cura di Raymond Farina ]