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al testo di Robert Wasp Pirsig
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Sono terreno della peggiore specie, friabile fino a comparire minerale a più riprese. Questo è il nocciolo; questo, in terra. È l’umanità che aumenta il volume mentre si perde la polpa. Il succo è indifferente. Non ne afferro il senso, ma magari il frutto non sarà tormento. Allora sia lode ai polmoni verdi, ai vomeri rossi, alle gocce ingiallite dal pulviscolo atmosferico. Non fate caso alle differenze come le differenze non fanno un caso di noi. Adesso il prato è un libro aperto e i papaveri seccati segnano punti salienti, il meglio esposto nel dialogo con il vento: Lui piaga quel che gli pare ma offre ossigeno a noleggio, a lungo termine si spera. Fino ad allora sarò stato consentito da una presa di posizione di due terreni, mantenuta forse per qualche minuto e depositata nel ventre con la speranza che fossi una cima, non la frana che devasta l'alveo dove ha messo piede. Un serio problema, vi dico, in base al dettato 'servi del podere per cambiare la terra.' Non ne afferro il senso, ma magari nel solco si trasformerà la trincea.
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