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al testo di Donatella Pezzino
Idola
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Arrivi al punto che tutte le voci ti collassano una sull’altra, come piani di un crollo annunciato; impossibile distinguere la voce di un bambino dal latrato di un cane. Puoi solo immaginare nuche albine, perlescenti. E pensare che di queste pseudo-vite da tramonto aranciato sullo sfondo sia più cosciente la tua tazza incrostata di caffè vecchio e di smunte certezze; che siano più cariati gli smalti bianchi lucenti a contatto con le frasi fatte e gli animaletti swarovsky in ordine finto-sparso-casuale; che vivremo e moriremo come un boccone sputato a terra e poi rimesso in bocca