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al testo di Dereck Louvrilanm
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C’è pericolo che si perda l’equilibrio, che una colonna diventi collana di una città a nome del Paese: un nucleo urbano con le bandiere sterminate. (Quando cito “nucleo”, l’aggettivo cui rimanda esplode fuori luogo e guardo e tremo per i figli in fumo.) Il calendario non sembra coinvolto: volta pagina la brutta storia, si sfogliano i marmi e i numeri sfidano il permesso dai ricordi. Vedo tutto dall’oblò sul mare d’Azov: i led rendono liquido quel che muore e noi sopravvissuti a pena scomposti.
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