La chiamano saudade.
Questa cosa che mi chiama oggi davanti al lago
attraversando antiche contrade e vie conosciute che non mi riconoscono.
Qui l'aria sa di gobbetti e alborelle
______________(tienine sempre una, da sotterrare per i vermi)
sa di maglioncini annodati al collo
o in vita
______________(ahi vita ohi vita mia)
sa di goccioline di foschia
quella che piove dalle nuvole, dalle cime dei monti
fino all'acqua del lago, e ne fa un tutt'uno col cielo.
Qui qualcuno mi aspettava
forse proprio qui, su questa panchina
sotto le stesse foschie
e lo so che poi sono arrivato.
Qui aspetto un poco anch'io
e lo so che nessuno arriverà
sono io che vado.
Vado con lo sguardo, seguendo la linea che taglia il monte
fino ai castelli in aria
e ai falchetti, che volteggiano lenti
ai falchi e agli sparvieri sull'acqua.
Intanto la fontana getta altra acqua nell'aria già carica
qualche spruzzo arriva fin qui
a ricordare che ho l'età in cui ci si scorda,
ci si scorda dell'età e del maglioncino
arriva a ricordare che sarà meglio rientrare.
Prima che piova.
Prima che io scordi che qui non arriverà nessuno.
(foto mia)
![](https://bonvinifranco.files.wordpress.com/2020/08/falco.jpg?w=768)