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Dice bene il nostro poeta Tosco

tanti dilettanti han la penna in mano

che vuoi, la democrazia ha un  suo costo

ma  l'animo che non sanguina è pur vano. 

 

E poi per dare solo un'opinione 

quando leggo Turra, Amina e Cantatore 

beh devo dir che pur non essendo in rima

i loro versi fan battere il mio cuore. 

 

E molti altri potrei qui elencare

che con parole han aperto mondi 

che mai avrei potuto visitare 

perché occultati nei segreti più profondi. 

 

A volte mi sovvien che a poetare

pur io dal sommo Dante sia lontana

 Lo  immagino vicino che mi guarda

e sbuffando rima: Ecco una panzana! 

 

 

 

 

 Edi Davoli - 18/10/2018 17:51:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Per Graced
Come avrai compreso dal mio sonetto e relativi commenti penso anch’io che al di là dei tecnicismi la poesia debba emozionare, toccare le corde più profonde dell’animo e lasciare una traccia. Anzi penso che il tecnicismo ortodosso spesso uccida l’ispirazione. Chiaro, non è sempre cosí ma di "Sommi" ne tot nati sunt.
Un carissimo saluto Graced!

 Graced - 17/10/2018 13:57:00 [ leggi altri commenti di Graced » ]

Molto simpatico il tuo sonetto, ma credo che, la poesia non sia solo rime, endecasillabi, ma anche verso libero, purché dica qualcosa che arrivi all’anima del lettore attraverso immagini, metafore e musicalità, rispecchiando la creatività del poeta. Un caro saluto Edi, Graced

 Franca Colozzo - 16/10/2018 23:14:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Caro Ferdinando, la stima è reciproca. Non ho mai messo in dubbio il tuo apporto critico. Una sana dialettica impone di portar avanti le proprie tesi. Guai se non fosse così! Saremmo in un regima fascista. Io sono per la libertà di opinioni. Ti ringrazio delle tue argomentazioni che denotano capacità logica, coerenza analitica e sintesi costruttiva. Buona notte.

 Ferdinando Battaglia - 16/10/2018 22:32:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Franca, sai che stimo e ammiro la tua cultura, il tuo equilibrio di analisi e critica, la tua onestà intellettuale.

 Franca Colozzo - 16/10/2018 22:07:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Caro Ferdinando, qui c’è un equivoco di fondo. Evidentemente non mi sono espressa bene. Per me non c’è un confine netto tra poesia con metrica o senza, ma sicuramente non è il sonetto il massimo dei miei pensieri.
"Ridendo castigat mores" e tutti ci sono cascati. Volevo gettare una provocazione per accogliere commenti, che la povera Edi ha dovuto gestire.
Io credo nello studio, comunque, "sine qua non", ma non nell’Accademia. Dallo studio e dalla ricerca nascono ragionamento e pensiero. Se non esiste sentimento, tutto diventa tecnicismo.
Lasciamo perdere i soloni di oggi e di ieri: tutti sono bravi a lanciare sentenze quando un libro di poesie viene pubblicato. Ma vi ricordate il Monti? Esaltato nella sua epoca (lacchè del sistema), poi è stato ridimensionato dai posteri.
La mia voleva essere solo una provocazione per far ragionare sulla poesia. A quanto pare ci sono riuscita. Grazie a tutti per il vostro prezioso contributo. Le rette parallele s’incontrano all’infinito...

 Ferdinando Battaglia - 16/10/2018 21:13:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Franca, stiamo parlando del diritto d’espressione, non dell’esercizio di una professione a servizio di terzi che, chiaramente, vuole dei requisiti senza i quali non si ha il diritto di esercitare; inoltre, il tema è che cos’è poesia e che cosa non lo è e poi perché ciò che stabiliamo sia poesia debba venire riconosciuto assolutamente come paradigma poetico. Tu parli di studio: ma lo studio può diventare indottrinamento. Certo, sto esagerando, personalmente apprezzo studio e ricerca, ancorché io viva nell’ignoranza, tuttavia non ho la stessa "fede" di chi ritiene che la poesia sia per forza in una determinata forma o dev’essere declinata dentro schemi prestabiliti. Questa non credo sia solo una mia opinione, visto anche la poesia italiana del Novecento; infine, sui temi poetici (ho letto qui sul sito un sonetto che vi accenna), Donatella Bisutti, poetessa, in un suo libro sulla poesia, li sdogana tutti e ne argomenta le ragioni.

Sì, Edi, non siamo così lontani, ma solo diversi, così come diverse sono le vie della Poesia, che rimane una trascendenza della parola, una possibilità umanizzante e un’esperienza trasfigurante. Ad di qua di ciò, attendono Dante, Petrarca, Leopardi, Montale, etc. etc. "Lasciare che i morti seppelliscano i morti", dice Gesù nel Vangelo...

 Edi Davoli - 16/10/2018 21:01:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Simpaticissima Alberto! Grazieee!

 Edi Davoli - 16/10/2018 21:00:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Ferdinando penso che le nostre posizioni non siano poi così lontane, sono d’accordo sul fatto che il genio e il talento debbano contraddistinguere ogni opera d’arte e a volte si riescono a toccare profondamente i sentimenti del lettore, nel caso della poesia, con la libertà del verso libero. Ti ringrazio per il tuo apprezzato contributo.

 Alberto Becca - 16/10/2018 20:50:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

Pare proprio, bontà sua, che l’ Alighieri / nell’ altro mondo, impalpabile, romìto / legga ancora oggi piu’ di ieri / ogni lirica che compare su ’sto sito / Per me c’ è poco da scherzare ... / I miei voti sono una indecenza / Il sommo vate, pur senza largheggiare / mai mi decreto’ la sufficienza ..

 Edi Davoli - 16/10/2018 20:49:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Cara Franca mi trovi d’accordo con te. Anch’io ritengo che la metrica sia la base della poesia, un poeta dovrebbe saper scrivere in rima come un nuotatore deve conoscere gli elementi base del nuoto e da lì specializzarsi nei diversi stili e addirittura librarsi come un angelo nel nuoto sincronizzato. Forse è un esempio un pò forzato, ma per spiegare che anche nella poesia si può svettare liberi dalle catene della metrica. Certo tutto questo non sarebbe possibile senza talento perché come dice giustamente Battaglia si possono scrivere sonetti in endecasillabi perfetti piuttosto bruttini. Non capisco perchè debba esserci contrapposizione tra puristi della metrica e amanti del verso libero. Il talento può essere tale in entrambi i casi. Buona serata e grazie del tuo contributo!

 Franca Colozzo - 16/10/2018 20:38:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Caro Ferdinando, riconosco i meriti alla parola che esce dal cuore, ma ciò non basta ad una musicale struttura poetica. Come un bel progetto architettonico, la poesia ha bisogno di intuizione e di struttura (ideazione e forma).
Non ho assolutamente identificato la lirica con i suoi strumenti, me ne guarderei bene! Entreremo, altrimenti, nel campo del manierismo; né ho attribuito al sonetto lo scettro.
Il mio discorso è molto più complesso e riguarda la dicotomia oggi esistente in ogni campo dello scibile umano.
Oggi, ci si improvvisa in ogni settore senza il dovuto studio alla base della conoscenza. Una volta (e chi se lo può scordare!) si studiavano versi a memoria, si recitavano Dante e Petrarca in classe e non solo; Shakespeare, Wordsworth, etc. (per la letteratura inglese). Un’altra scuola, oggi negletta e sostituita da freddi mezzi informatici, da un usa e getta in ogni ambito.
Ligabue alla sua intuizione ha unito poi la tecnica. Quest’ultima da sola non basta, come neppure la semplice creatività che, per esprimersi, ha bisogno di strumenti, qualunque essi siano (metrica o non metrica). Non sono fautrice, come si potrebbe pensare dal mio sonetto scherzoso a Lorenzo, della metrica in assoluto, ma di una armoniosa interazione tra creatività e struttura.
L’arte non è solo struttura, ma anima. Ma l’anima senza corpo, ahimè, non si percepisce!

 Ferdinando Battaglia - 16/10/2018 19:59:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Identificare la Poesia con alcuni dei suoi strumenti, ancorché eccellenti, sia un errore concettuale: la poesia è metrica in cammino e non in fissa dimora; abbiamo letto pessimi sonetti perfettamente canonici ed estasianti versi eretici; non concordo neppure totalmente con Franca: Ligabue è stato prima pittore e poi discente, ma il suo genio precedeva la tecnica che, indubbiamente avrà senz’altro migliorato la sua pittura, ma di certo non la reso "scolastico".Rimanere fissi al sonetto, senza riconoscere
la pluralità delle forme è, a mio parere d’ ignorante, antistorico e, di fatto, antipoetico. Dire che occorra saper scrivere in metrica per essere poeti è deviare dall’obiettivo, poiché il problema non è la scrittura " democratica" ma la sua accessibilità a diventare pubblicazione, poiché nel chiuso di una stanza chiunque sarebbe libero di scrivere per sé. Infine, tornando alle parole di Franca, ella stessa parla della necessità di conoscere gli strumenti del mestiere ma la libertà di stile: ciò vuol dire che non per forza in rima né per forza il sonetto si dovrà scrivere per essere poeti. Ho conosciuto pittori tecnicamente bravi, ma poco poco ispirati (per me), viceversa, ho conosciuto pittori naïve altamente espressivi ed emozionanti (per me).
Un saluto ed un plauso alle "sonettiste".

 Franca Colozzo - 16/10/2018 19:29:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Cara Edi, il poeta Tosco ha aperto una falla nel muro della poesia e ci ha costretto a guardare oltre. Non si discute sull’uso della rima o no, ma è importante saper fare entrambe le cose. I miei dubbi, che sono sempre lì come abiti dismessi, salgono di quando in quando in superficie.
Allora mi sovviene un paragone con la pittura. Molti oggi si improvvisano artisti, ma non sanno tenere in mano una matita. Il ritratto, ancor men che non si dica, è lontano anni luce dalla loro portata. Pertanto, credo che, al di là dei sentimenti (=armoniosa mescolanza di colori), si debba essere in grado anche di scrivere in rima (= disegno della struttura).
Picasso che sapeva fare entrambe le cose con maestria (si vedano i suoi ritratti), a ragione poi è diventato un grande pittore moderno, fondatore insieme a Braque del Cubismo.
In parole povere, l’improvvisazione in arte non ripaga nel tempo. Può essere piacevole, ma non lasciare un imperituro segno.
Sbaglierò forse giudizio: il mio commento a Tosco in forma di sonetto, a cui ha fatto da pendant quello di Antonio Terracciano, aveva lo scopo di farci riflettere di quando in quando sull’uso della rima. Ma pare che questo abbia suscitato un senso di sottile fastidio, che avverto strisciante in qualche autore.
Da quello che constato, sia tu che Turra ve la cavate bene nel sonetto. Non si tratta di pane raffermo, come dice Laura, ma di saper le basi della poesia che altrimenti sarebbe prosa pura. Anche in prosa ci si può avvicinare alla poesia, ma ciò dipende dalla sensibilità dell’autore. Ci sarà pure una differenza tra prosa e poesia?
Ad ogni modo ringrazio Lorenzo Tosco che, con il suo sonetto, mi ha fatto riflettere sul mio percorso, di cui io sono la prima critica, ed ha aperto un dibattito costruttivo per giunta in rima!

 Edi Davoli - 16/10/2018 13:01:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Grazie Laura per il tuo piacevolissimo sonetto, come hai potuto notare nemmeno io ho contato le sillabe, spero di non aver deluso gli amanti della metrica! Un caro saluto!

 Laura Turra - 16/10/2018 12:07:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Giacché nel testo mi si tira in ballo
oramai più esimermi non posso
dal dir pur io in rima e senza fallo
che Edi il viso mio m’ha reso rosso.

Certo è vero e tutti qui lo sanno
che scrivere mi piace in verso sciolto:
il contar sillabe più mi dà l’affanno
del salir vette o andar per bosco folto.

Così amici qui vi dico e affermo
che i gusti mai discuter si dovrebbe
che se a taluni piace il pan raffermo
ad altri invece questo non andrebbe.

Perciò diamo a tutti libertà di scelta
e se la rima proprio non ci aggrada
su voltiamo le pagine alla svelta
e poi prendiamo pure un’altra strada.

----
So che non sono endecasillabi perfetti… ma è per dire grazie a Edi per avermi così carinamente citato e grazie a tutti coloro che amano rime e metrica e ci insegnano a non trascurarle.
A tutti un caro saluto

 Edi Davoli - 16/10/2018 11:15:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Dedicata SIMPATICAMENTE a Lorenzo Tosco.

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