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al testo di Franca Don
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Al risveglio le rondini parlavano di sole le ho seguite tra cirri e mollette colorate i panni messi sul filo teso ad asciugare svolazzanti acrobati del quotidiano vivere. Oltre la geometria dei tetti, simmetrie di antenne ricordano foreste senza fiato e fiori smorti attendono un saluto caldo, un sogno lucido di mare su carta patinata. E intanto crepitano le voci ai marciapiedi lampeggiano le auto e i semafori alternano colori le madri corrono, i baci ai figli fuori dalla scuola. Scritte rosse parlano d’amore e d’anarchia sui muri ed i vagoni appena svegli del metrò nella coincidenza dei casuali incontri il nuovo giorno celebra rinascite ed orrori nel solito avvolgente odore di vita e di caffè.
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