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La cruna

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Regressi

 

E se i sogni fossero finestre

su porte scorrevoli dei molti mondi?

Saresti stata un’altra vita

con le visioni sui risvegli d’oggi.

Demonica persecuzione

di un ramo che è seccato a vuoto.

 

(2011)

 

 

 

Quanti

 

La luce a maggio è onda che predice

libera brana a un capo sciolto

che spande armoniche fluttuanti.

 

La radiazione profetica di un moto

con una linea d’orizzonte scosso

per precipizi di coscienza inane.

 

(2011)

 

 

 

Molti mondi

 

Unioni parallele di vite arate

e produzioni di creature nostre

fanno di slittamenti d’anni scorsi

porte scorrevoli da valicare.

 

Quanti dei molti mondi affermano

la numerosità dell’esistenza

la debole coscienza del sapere

d’originaria astronomia.

 

(2011)

 

 

 

Trilogia da sosta

 

Io sono altrove e il nostro incontro

accade come ritrovo. Che sia al tramonto

di uno specchio d’acqua o all’umido

di un primo piano, tutto ritorna

come se fosse un ciclo,

tutto si assesta a irripetibile passaggio.

 

Un intervallo, il tempo costipato,

variabile d’imponderabile movente

indugia con funzione lineare

che vive di costante incrementale.

Le mie risorse di ragione

sanno di astratta previsione

la sorte di un arco temporale

bersaglio scorto per lecita saetta.

 

Dimmi del cambio ciclo

e dell’umore torvo

che attende i lumi.

Dimmi di un’asola di tempo

fatta colonna della storia.

Sappiamo solo l’entità che è stata

nella del salto che ci aspetta:

se occhiello di chiarore scorto

è cruna d’ago da ricamo

o flebile lucerna di memoria.

Fissiamo sguardo che si svolge indietro

contro l’abbaglio che genera lo specchio.

 

(2011)

 

 

 

Eterica

 

Ti ho cercata alla finestra,

poi al terrazzo,

ma era sbagliato il giorno,

il tempo era trascorso;

non poteva curvarsi fino all’indietro.

Niente dura niente, lo so

tutto ritorna come ciclo,

anche la fine.

 

(2014)

 

 

 

La probabilità del caso

 

Ti trovo al treno di ritorno

con la sorpresa dell’evento raro

che si trasforma nel dilemma.

Più che concetti m’occorrono parole,

statistiche che assolvano funzione

all’andatura che assumi da vestale

al tempo che hai esaurito simile al mio.

Due volte in direzione settentrione

due volte in direzione del ritorno

metà dell’attenzione a ogni verso

e inquieta si rivolge la domanda

su bizzarria del caso.

 

 

 

Elaborazione dati

 

Non sono più uno di voi

perché non lo sono mai stato,

non sono più quello che sono

perché mai riuscito.

Tutti abbiamo la cruna stretta

e il passaggio improponibile di cima;

nessuno valuta il paradosso materiale

come flusso di quantità indulgenti

e interstizi vuoti di sostanza:

si guarda al fulvo, si pensa la criniera.

 

Se l’esistenza pensiamo in ologramma

possono i sogni esprimere materia?

E’ l’interrogativo che galleggia

prima che sonno rotoli dal cosmo

e la coscienza tacitata trovi l’artiglio.

 

 

 

[ da La cruna, La Vita Felice ]

 

 

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