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al testo di Elio Zago
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[da: "Versi ... senza pretese"]
Mille giorni di un male ingeneroso a me spettatore atterrito nel silenzio cupo dei tuoi giorni ingrati a me chiedevi con trepido affanno il perché del nostro ultimo amore. Mille giorni d’ascesa e di tormento nel tuo nome puro e nel ricordo lucido della tua umana fede. Mille giorni ore infinite fiero e intravedo il mio futuro. più chiari ma tu non ne vedi la luce. Non importa.
(settembre 1960) |
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