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al testo proposto da Franco Bonvini
Sorgiva
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Pieno di grazia e qualche settimana. una specie di solitudine dove avviene il tumulto si alza la posta È pietas l’acuto di percezione, tra la carne e l’inquietudine,insaziabile di presagi,di confidenza coi territori dei sogni si sgretola carsico (il natale) così flessibile….. come grano -da poter essere seminato prima dell’inverno- una pace relativa un sè minimale, l’essenza di quella voce che le spighe non riescono più a trattenere le sue iridescenze incrinano fino al nadir del silenzio l’abisso di tenebra
Madre mia Invisibile trasformeremo in latte il gorgo di luce Padre,tra le cose che non ci hanno abbandonato
Corri adesso,settanta anni fa vento freddo della steppa Sulle montagne gelate tagliavi l’inverno a métà Prodigioso sagittario irriducibile silvana mia la lupa con la criniera
L’acqua si fa blu,balena e congela sulle labbra secche Il canto terminale fitto da una verità allucinata, la lottatrice nuda, vera più del vero,inzuppata di dolore lucida di male oltrepassi il tormento.
-Sorgiva- Con la cautela dei fiori ponevi il vento,spingevi nel vuoto severo del tuo polmone arreso il coraggio banco di prova nostra morfina la protezione raccolta tra le tue braccia mentre un destino, Altro ci attraversava le scelte, le cure i viaggi, il presente
-Appartate- noi due, sole tutto è stato possibile in un momento, calata nel buio Ti ho sentita entrare in paradiso
Mi sporgo,ora, dove ti muovi stasera,in segreto dove ti espandi sotto i miei occhi di latte e biscotti preparando il tuo compleanno, il primo, sai. Di sempre. Ti proteggo raccolta. Tra le mie braccia ho una bambina di appena tre chili brilla, a gambe incrociate nella sua culla d’Avorio,nido di cenere e gioia splendente di un altro mondo
Si accende.Si accende Soffia! Soffia ancora! sì, così, buon compleanno crescerai, mammet dentro di me finchè sarò fatta piccola piccola come te invisibile.