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al testo proposto da Roberto Maggiani
Ipotesi di felicit
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Lasciare tutto in ordine per fare finta di niente – pastiglie e terrazze meglio che fucili e rasoi.
Asciuga sotto cespugli di mirto. Si inarca inconsolabile l’azzurro ruffiano degli ospedali. Non dorme mai neppure quando cedono le bestie sembra un cuore robusto. La pena ha un orario di visite. Non basta questa superficie se pure si allungasse in un miracolo. Troppo rudimentale, di poche pretese ancora troppo acustica, ancora non impronta di animali nella neve. Senza verbi funzionerebbe lo stesso, puro stile senza significato. Senza mani da lavare.
Sempre un bene di circostanza, una fantasia su cotone. Dimentica di essere un telefono per diventare affetto. Scrivimi indietro.
Sparirebbe anche da altri appartamenti coperto da un bianco sfibrato – eccidi che accelerano le armonie naturali. Pure con altri atteggiamenti.
Nei tuoi bicchieri l’acqua diventa asma. Forse un esaurimento, su grandi ali come un sollievo. Si battono i bisonti nella nebbia.
Il dolore esce oleoso dal rubinetto chiuso male. Nell’incavo del ginocchio dove prude. Per questo le scariche, il trauma, non per ritrovare l’equilibrio, non per formare piazze o tendenze ma per disobbedire alla natura, che poco a poco diventi libertà. Dolci sparatorie rischiarano la notte. Per ogni forma il suo contrario. Andare in pezzi per migliorare.