Scrivi un commento
al testo di Emanuele Di Marco
Lulivo
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Un vecchio, un miserabile spastico, la bava rappresa a un angolo della bocca, crocefisso alla lurida sedia a rotelle, sta lì, immobile, accanto al semaforo, con un bicchiere, pochi centesimi tintinnano, nella mano tremante di povero, santo, idiota. Un torto ulivo reciso, sotto il cielo nerissimo, nel vento che spacca le vene nei polsi, incipiente la fredda pioggia dell’amaro gennaio. Chi, chi mai, chi è che ti ha abbandonato qui stamattina? E chi è quello stesso che stasera avrà il coraggio di venirti a riprendere, semimorto dalla febbre, per toglierti i pochi spiccioli distratti lasciati da stanchi automobilisti? Maledetto, perdio!, sia maledetto. E maledetto, stramaledetto, anch’io che, per te, non posso, non so, non ho il coraggio di fare nulla, se non scrivere questi quattro inutili versi.
|
maura potì
- 20/01/2010 21:44:00
[ leggi altri commenti di maura potì » ]
Emanuele, sei riuscito a trasferire in una poesia tutta la rabbia, limpotenza ma anche la compassione umana per le tante storie che viviamo ogni giorno, spesso con distrazione, progressivamente innalzando la soglia di accettazione e sopportazione, fino allacquiescenza. Bravo!
|
Fiammetta Lucattini
- 17/01/2010 20:48:00
[ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]
Maledetto luomo che può scegliere di non confidare in Dio ma non può permettersi di calpestare un suo simile. La lirica è di alto contenuto poetico e di possente forza morale.
|
Ro.Per.
- 16/01/2010 20:40:00
[ leggi altri commenti di Ro.Per. » ]
Il significato e la rabbia stentano a contenersi e danno alla poesia una forma rude, ruvida. Risalta il bellissimo punto: "Maledetto,/perdio!,/sia maledetto./E maledetto,/stramaledetto,/anch’io" che, con quella rima ritardata perdio/anchio assume quasi il tono ritmato e rabbioso di un passaggio verdiano (mi ha evocato le invettive di Rigoletto).
|
Maria Musik
- 16/01/2010 18:55:00
[ leggi altri commenti di Maria Musik » ]
Questi poveri versi sono lunica luce, gettata in questa notte mondiale, sul bisogno di un vecchio, sulla bestialità del suo sfruttatore, sulla nostra stramaledetta abitudine al male!
|
Loredana Savelli
- 16/01/2010 18:23:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Stramaledetti tutti quelli che esibiscono la propria salute e dal vecchio si distolgono (non completamente) perchè il suo corpo rispecchia la loro anima (i poeti tra questi... ma non tu). Bisogna sperare che limmagine, pur colta in una frazione di secondo, diventi nel tempo e nella storia una gigantografia a perenne monito di altri distratti che verranno.
|
|
|