LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Amina Narimi
|
||||||||
Manchi. Dolorosa. Perché ancora dobbiamo cantare, Cantare e le stringhe degli astri Più alti dell'abbandono più alti Della spina tagliente di tramontana Offriranno riparo, senza lamento-
Il punto di partenza della voce è fermo- Rimane il secchio d'acqua che ti porto la vibrazione del legame. Rimane la sete in un sottile movimento lungo il taglio degli occhi di betulla che ricordo. La vecchiaballerina. Nel lucido smagliante che s'attacca agli occhi. E' la mia mano che conta gli anni poco a poco a mangiare la luce del dolore dove non sono più i tuoi seni.
Mi segno con le briciole la fronte, con la polvere che viene dal suo dentro i suoi capelli morti. Quasi al cuore rannicchiata nella solitudine di una bestia. Vorrei leccare le radici per scaldarla per danzare alla sua altezza e deglutire.
Finchè dal fondo mi alzo in piedi. Mettendo pace. Si ramifica leggera più pura la perdita.
|
|