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Nella gonna colma di fiori

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Di quale colore, Luca,

Quale sorpresa nell'uovo

Tra le dita nascoste

In cielo mantieni?

 

 

 

 

 

 

Nella gonna colma di fiori

trascorrerò la pasqua, con tutti

gli alberi, al boscovecchio,

portando i libri dei poeti preferiti

e un foglio di carta per ascoltarti

 

-riconoscere è un Dio, sembri dire,

una splendida ruga nella terra  profonda

è un tempo di prova

una ferita curata con olio,

fasciata

fino al passaggio-

 

ti dono i miei limiti, nuda,

il labirinto divenga quel mandala

dove mi incarno affondando

nella danza dolorosa delle spine

 

ti apro ti spalanco le mie anche

fino a raggiungere il principio

drammatico e selvaggio

Sei tu me, l'ebreo,

che attendi di essere  Sposato,

a me la testa. Spuntava il sole allora

per mettere al mondo il Messia

per incontrarmi coperta di piaghe

risorta

 

mangerò ancora in piedi

con il bastone tra le mani

e come doni luminosi

raccolti alla giunzione

dai miei reni usciranno dei re

come una naturale primavera

 

c'è una macchia luminosa nel vestito

distesa sul fondo

                              di un sogno

lunghissima,

ha la forma di un orecchio

e tutto buio intorno...

una voce sottile e silenziosa

partecipa dell'acqua

e del sangue- la sua gola

la sua bocca lo dicono-

mentre splende in tutta la sua forza

e muore,

              per esalare il suo profumo

 

nella gonna colma di fiori..

mi  posi lieve, servo e signore,

candide gemme in una goccia

di carne e di sangue

tra le scapole, ancora,

come un placido nido

oscilla il lume  e qualcosa

è già accaduto e tutto resta

come deve essere,

persino il dolore muore

se brilla tra le lacrime un sorriso,

tra le dita nascoste nel cielo,

la tua luce terrestre di passaggio.

 

 Anna - 12/04/2015 01:20:00 [ leggi altri commenti di Anna » ]

Letta e riletta.....
brava amicamia

 Adielle - 08/04/2015 02:57:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Letta e ascoltata mi ricorda la chitarra di Kaori Muraji. Ciao Amina, un caro saluto.

 Antonio Ciavolino - 07/04/2015 15:28:00 [ leggi altri commenti di Antonio Ciavolino » ]

Chi mi ha preceduto nel commento, ha già scritto quel che meglio non avrei saputo esprimere. Aggiungo solo: complimenti!
< e molti tre
A ben rileggerti.

 Cristina Bizzarri - 06/04/2015 19:53:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Bisogna trovare tutto il tempo che ci attraversa, e tutta la narrazione- mitica e vera - che lo attraversa per leggerti, per leggere e danzare con te tutto il tuo passaggio, la tua pasqua visionaria che tutto assorbe, subisce, trasformando finalmente ogni avvenimento in una pace attiva, cercata, inventata. Bisogna fare pace anche con i nostri, di demoni interiori, con le nostre, di ombre che oscurano a volte completamente la luce. Solo allora si può entrare in comunione con il tuo rito, dopo una purificazione - magari di un solo felice istante, ma che sia davvero un farsi nuovi. (Allora si capisce che anche in noi esiste questo potere generativo e sconvolgente: saper stare nella gioia). E tutto è sapere che si fa respiro in Amina. Piccola, grande Sapienza.

 Eugenio Nastasi - 06/04/2015 10:31:00 [ leggi altri commenti di Eugenio Nastasi » ]

Il testo di Amina scivola sotto gli occhi come uno spartito già’ in musica, con le sue pause rappresentate nella profondità’ del senso nascosto e nella grazia del tema. Pare uno scorrere incerto ma e’ già’ un motivo carico di dolcezza e insieme di umana dolenza, e le note divengono indimenticabili.

 quattrotraccisullapelle - 06/04/2015 10:13:00 [ leggi altri commenti di quattrotraccisullapelle » ]

Nella gonna colma di fiori/trascorrerò la pasqua, con tutti/gli alberi, al boscovecchio,/portando i libri dei poeti preferiti/e un foglio di carta per ascoltarti": Ora, per quel che è dato sapere ad un quattrostracci, non vi sarebbe autoritratto più vero, più umile e più commovente della poeta Amina di questo; con umiltà e, oserei dire, con purezza infantile del cuore, perché lei ha conosciuto quella "splendida ruga nella terra profonda", lei sa il "tempo di prova", la "ferita curata con olio,/fasciata/fino al passaggio", quel passaggio richiamato nella prima strofa e che le è possibile perché lei ha "mangiato" quella ferita, se ne è maternizzata la figlitudine, una maternità che le ha restituito "vergine" il cuore delle sue percezioni poetiche. Bello è allora rileggere la sublimità di queste parole, nella loro drammaticità testimoniale: "ti dono i miei limiti, nuda,/il labirinto divenga quel mandala/dove mi incarno affondando/nella danza dolorosa delle spine"; fino a raggiungere poi la vertigine di un’oblazione erotica (che nulla concede di non trasfigurato in luce) di una delle più belle narrazioni d’amore: "ti apro ti spalanco le mie anche/fino a raggiungere il principio/drammatico e selvaggio" dove sarà possibile incontrarla "coperta di piaghe/risorta". E da quella resurrezione sarà capace di stare "ancora in piedi", con un "bastone tra le mani", segno di un andare pellegrina verso quel foglio bianco, quell’orecchio sulla gonna di fiori, per ascoltare, tra le parole dei poeti più amati, la voce di Luca tra gli alberi del boscovecchio, Luca che qui diventa il nome dei nomi, il nome che resta in filamenti di cielo, tra i colori della luce che accarezzano le dita. Si potrebbe e si vorrebbe ripartire dall’inizio, è percorrere tutto il testo, fare un saliscendi di questa poesia come degli angeli sui pioli della scala celeste; poiché infine è anche questo la poesia di Amina: un voce poetica che si fa messaggera delle visioni invisibili che, senza quell’inarcamento renale dell’anima e della mente, probabilmente rimarrebbero ombre oscure attorno al reale, aloni di gioia senza voce dentro il passaggio di lacrime dolorose.

Sempre MiaInsuperabilePoetessa

 Loredana Savelli - 05/04/2015 21:45:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Bella, struggente, un’elegia che non ha fine.

 laviniafrati - 05/04/2015 20:58:00 [ leggi altri commenti di laviniafrati » ]

Tutto deve essere mutato per poi restare uguale: trovarsi il giorno di Pasqua in un bosco, aprirsi alla Natura e ritrovarsi in antiche immagini, una resurrezione di vita.
Bella Amina!

 Lorenzo Mullon - 05/04/2015 19:11:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

trascorrere il tempo nella propria gonna
in una valle sospesa
come un’amaca
alle pendici dell’albero della schiena
e sotto le radici
il buio profondo
ogni giardino è in equilibrio sul vuoto
se non lo temiamo
spuntano i fiori della nostra realtà

 Franco Bonvini - 05/04/2015 18:48:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

..e un foglio di carta.. per ascoltarti..

Come continuare a commentare il resto?
C’è un’ anima e un’ Amina che si parlano,
C’è solo da ascoltare e guardare le immagini evocate.
Con in mente un foglio bianco, se pur non lo stesso,
chissà arrivi una scintilla ad incendiarlo.
In questo passaggio di Pasqua.

(di solito si immaginano le anime bianche e lucenti.. e se fossero color dell’ aria, del suono o del profumo, l’ aria potrebbe esserne piena.)

(che bella questa!)

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