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Parkinson: quando il corpo divorzia dal cervello

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Parkinson: quando il corpo divorzia dal cervello

Mi sono svegliato una mattina e il dito mignolo della mia mano sinistra si muoveva, si contraeva, ballava e io non potevo fare nulla per fermarlo!

Ne parlai col mio medico e fatti dei controlli il responso non lasciava dubbi: il signor Parkinson era entrato in me e aveva occupato la parte sinistra del mio corpo. E non mi pagava neanche l’affitto!

Ultimamente una ulteriore visita specialistica ha confermato la diagnosi. Una mano inizia a ballare e il corpo divorzia dal cervello: ecco il Parkinson!!!

“Dico a te signor Parkinson: nella mi vita ne ho passate di rutti i colori e non sarai tu – signor Parkinson – a sconfiggere me! Certo, tu sei forte, appartieni alla schiera dei sudditi di S.M. Britannica e io – ahimè – sono solo il figlio di un’Italia pasticciona e maneggiona, ma che è il più bel Paese del mondo e che io amo: non ci contare, io non me ne vado!

No signor Paarkison: non mi fai paura! Sei tu che dovrai temermi! Chiunque s’è intromesso sulla mia strada ne è uscito con le ossa rotte e tu non farai eccezione! Signor Parkinson non sono il tipo d’uomo che si piange addosso, non lo sono mai stato e non comincerò ora perché tu ti sei appropriato di una parte di me. Io sono l’opposto e lotterò fino a riprendermi ogni centimetro del mio corpo!

Ti ricaccerò nell’inferno da cui sei venuto e ci andrai di malavoglia perché stando con me imparerai quanto sia bello far poesia, ascoltare musica classica, viaggiare, parlare di politica ai giovani che saranno le promesse e il futuro di questa Nazione. E quanto sia bello
fare all’amore!

Conoscerai persone splendide e conoscerai la donna che amo – Patrizia - mia figlia Flaminia e gli altri miei parenti e tutti remeranno contro di te! Anche i miei amici lotteranno con me e con me lotteranno tutte quelle persone che mi conoscono e che mi stimano. No Signor Parkinson: non hai scampo!

E poi lo vedi da te: la mia vita non è cambiata! Lavoro, scrivo, mi diverto,viaggio, scopo, (dicono anche bene!),gioco a poker (se il bluff mi viene naturale, il barare è un’arte sopraffina!), a scacchi (il mio mito è Tal perché era imprevedibile), a biliardo (coi 5 birilli lo vedi anche tu che perdo una partita su 100!), parlo di poesia (hai visto quanti ne vengono ad ascoltarmi nei convegni cui partecipo ed hai notato che quando parlo io c’è un religioso silenzio che diventa brusio – se non addirittura chiasso – quando tocca agli altri) e mi occupo ancora di politica (eh si, sono euroscettico! Ma voi Inglesi del cazzo lo siete più di me)! Come dici? Non ce la fai a starmi dietro? Cazzi tuoi!

Non ti ho chiamato io! Ma tu mi hai voluto sfidare e ora ci devi stare: si gioca con le mie regole!

Certo, in alcune cose mi metti in difficoltà: faccio fatica ad allacciare le scarpe, ma ho ovviato con quelle senza lacci, tiè!!! Come faccio fatica ad allacciare la camicia! Ma qui caschi male: non porto mai camicie perché detesto la cravatta e la giacca: uso solo pullover! Certo che sei stato sfortunato: hai beccato uno che in pullover ci vive!

Ti stai rendendo conto che con me non puoi farcela!? Vinco io Parkinson! Fottiti!!”

Dopo aver parlato col bastardo mi rivolgo agli amici che mi leggono: il male si sconfigge! Ci si deve credere e io ci credo fermamente!! Certo la medicina è utile ma più utile è avere fiducia in se stessi!

Se c’è qualcuno che ospita il noiosissimo signor Parkinson mi scriva pure in privato per confrontare le cure e parlarne!

Scusate se vi ho parlato delle mie beghe, so benissimo che ognuno ha le proprie e che magari – ma mi auguro di no – c’è anche chi ha problemi più seri, ma ho voluto raccontarvi questa cosa con la speranza di poter essere di aiuto a qualcuno. Ovvero, se anche riuscirò a ridare forza e speranza ad uno solo afflitto da questo morbo, ne sarò lieto. E ritorno al concetto di base: la medicina serve ed è utile, ma serve ancor più la fiducia in se stessi!

No “Signor Parkinson”, non MI sconfiggerai!

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