Pubblicato il 11/09/2013 21:58:50
Incontriamo il Maestro Alessandro Benazzo, Direttore della Filarmonica di Santa Cecilia di Porlezza.
Nato a Lugano, ha studiato trombone in Italia, Svizzera, Germania e Francia. Ispirato a Christian Lindberg, dal 1990 si adopera per la valorizzazione del più antico di tutti gli strumenti ancora in uso: il trombone. Vincitore, tra gli altri numerosi riconoscimenti, dell'European Music Competition e del Concorso Internazionale di Stresa. Vive sul lago di Lugano con la moglie ed i 3 figli.
D.: Maestro Benazzo come nasce la sua collaborazione con la Filarmonica di Santa Cecilia di Porlezza? R.: All'inizio dell'anno 2000, in seguito alle dimissioni del mio predecessore, fui invitato dal Consiglio d'amministrazione della Filarmonica ad assumerne la conduzione musicale. Determinante fu il fatto che oltre a risiedere nella zona ero maestro di trombone nella scuola allievi dal 1992 e che avevo già un'esperienza come direttore in Svizzera. Infine, al Presidente in carica in quel momento, Isabella Muttoni, piacque la mia concezione musicale.
D.: Nel gruppo di musicisti che compongono la Filarmonica vi sono numerosi giovani. Questo lascia ben sperare per il futuro delle bande musicali in Italia? R.: Negli ultimi vent'anni la banda ha raggiunto a livello internazionale una grande autonomia nel repertorio ed una importante evoluzione dell'organico strumentale. La banda non è quindi più relegata solo alla tradizione folcloristica locale e all'intrattenimento, ma ricopre un ruolo importante nella produzione concertistica. Per quest'ultimo aspetto i giovani ne sono senz'altro molto attratti. Resta sempre il fatto che il "futuro" dipende dalle scelte che ogni singola società (Filarmonica) intraprende giornalmente. Attualmente ci sono le condizioni favorevoli perchè la "banda" diventi anche "orchestra di fiati".
D.: Maestro Benazzo, in base alla sua esperienza, come si potrebbero sostenere economicamente e aiutare a crescere le tante filarmoniche presenti in Italia ? Ci si deve per forza rivolgere ai privati oppure l'intervento pubblico potrebbe maggiormente dire la sua, e come? R.: Le filarmoniche non hanno una grande esigenza economica, in quanto si basano sulla gratuità della partecipazione dei musicanti e collaboratori (soci attivi). Questa collaborazione, in modalità di volontariato, garantisce l'esistenza dell'associazione. Tuttavia un intervento pubblico, a mio avviso necessario, sopperisce al sostentamento primario (luoghi per prove e concerti). Inoltre, un contributo economico costante consentirebbe alle società di convergere più energie per la musica (come ad esempio l'acquisto di un buon repertorio e di attrezzature musicali oltre agli investimenti per la scuola allievi). Credo che una buona filarmonica debba essere sostenuta dalla pubblica amministrazione oltre che, come avviene da sempre, dai soci contribuenti, sostenitori e benefattori. La crescita delle filarmoniche in senso generale è legata al modo di concepire la musica e di conseguenza alla proposta di repertorio. Ascoltare "il concerto della filarmonica" o vedere una sfilata deve essere un piacere oltre che un arricchimento a livello spirituale ed intellettuale. Secondo la mia esperienza, una filarmonica che mira a questo risultato, ha senza dubbio un futuro sia sotto il profilo musicale che socio-economico.
D.: Scriveva nel 1895 Marcel Proust in Lettera alla figlia di Madeleine Lemaire: " l'essenza della musica è di svegliare in noi quel fondo misterioso (e inesprimibile per la letteratura e in generale per tutti i modi espressivi finiti, che si servono, o di parole e conseguentemente di idee, cose determinate, o di oggetti determinati - pittura, scultura) della nostra anima, che comincia là dove il finito e tutte le arti che hanno per oggetto il finito si fermano, là dove la scienza si ferma, e che si può perciò chiamare religioso." Maestro Benazzo che cosa è per lei la musica? R.: Per me la musica è il culto della "Bellezza".
Grazie Maestro Benazzo.
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