Pubblicato il 11/06/2012 18:23:38
Se ci dimentichiamo che l’autore, Giulio Tremonti, è stato Ministro dell’Economia in tutti i Governi Berlusconi nonchè personalità di spicco del mondo economico finanziario riconosciuta a livello internazionale, se ci scordiamo che per quasi una ventina d’anni è stato nella cabina di regia della politica italiana ed europea, beh, se ci dimentichiamo tutto ciò, allora l’ultimo libro scritto dall’ex ministro (Uscita di sicurezza, editore Rizzoli , prima edizione gennaio 2012) sembra scritto da un uomo, da un economista fuori dagli schemi e dalle logiche che hanno governato l’Italia e l’Europa in questi ultimi anni. E’ come se il Capitale fosse stato scritto da Adam Smith e non da Carl Marx, tanto per intenderci. L’opera inizia con questa frase: “ Alla base del mercato finanziario c’è un’ideologia potente e dominante che tende ad azzerare la parte migliore della natura umana, riducendo la vita nell’economia e l’economia nella finanza, un mostro che oggi si alimenta divorandoci e infine divorandosi” (pag. 8). Nel libro sono raccontati fatti, episodi e riflessioni che l’autore ha visto e vissuto negli ultimi cinque anni, dal 2007 ai nostri giorni. L’analisi è lucida e in certi tratti anche dura e schietta. Per Tremonti alla base della crisi attuale ci sono stati tre tragici errori compiuti dalla politica: non si è compreso la differenza tra un normale ciclo economico e una crisi storica; si è pagato con denaro pubblico il conto dell’azzardo privato e infine si sono scambiate regole false per regole vere. Una parte importante del libro è dedicata all’attuale epoca della globalizzazione, con il potere acquisito dalla grande finanza ormai anch’essa globalizzata e quindi de-responsabilizzata per arrivare agli attuali temi riguardanti il futuro della moneta unica e della stessa unità europea. L’opera si chiude con le quattro proposte, le quattro ipotesi come le chiama Tremonti, per cercare di uscire dalla crisi attuale. Ipotesi sensate, ipotesi discutibili, ma comunque destinate a far prendere alla politica una posizione, posto che il non far nulla di fronte alla crisi ci porterebbe sicuramente dritti alla catastrofe. Questa è in ultima analisi la posizione dell’ex ministro, posizione che noi sinceramente condividiamo. E’ evidente come, nei fatti, dal 2007 ad oggi si sia continuato con le vecchie politiche che hanno originato questa crisi e non si sia fatto nulla per cercare nuove vie d’uscita. A questo punto però, rivolgerei all’autore solo una domanda: ma chi poteva suggerire nuove strade da proporre al Governo italiano e agli Organismi direttivi della Comunità europea: il sottoscritto o un uomo come Giulio Tremonti?
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