Lei attraversa l'alba
con lo sguardo ferito dalla luce radente
che confonde tutta la cupola verde degli alberi
in un indefinito tunnel d'oro,
come se camminasse verso la gloria.
Eppure sa che è la solita strada
densa di miasmi e cartacce e sporcizia,
la solita di ogni giorno,
trasfigurata dall'accidente di essere lì
in quell'esatto momento,
quell'ora esatta, non scelta, ma che le è accaduto
di trovare come se avesse voluto dirle: non è sempre
in quell'altro modo, la vita può essere così,
tu puoi essere così,
una che cammina su un tappeto di gemme,
in un tunnel d'oro, come una principessa delle favole
in un giardino incantato del cazzo,
anche oggi, anche qui. Lascia che il tuo sguardo
ritrovi la luce della meraviglia,
lascia che si spalanchi all'iridiscenza.
Tutto è riflesso, specchio, illusione.
Anche il dolore.
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