Pubblicato il 11/03/2012 20:01:21
Questo era il titolo dell’editoriale de “Il Sabato” in edicola il 20 gennaio 1990 (lo trovate pubblicato nella sezione “documenti” del mio blog Aldebaran). Per chi, giovane lettore, non lo conoscesse, Il Sabato è stato un settimanale che dal 1978 al 1993 ha commentato le vicende italiane, ma anche internazionali da un punto di vista originale, fuori dai soliti schemi, cattolico. Per caso mi è capitato sotto mano un vecchio raccoglitore dove avevo conservato gli editoriali letti che più mi avevano provocato. La provocazione di quel gennaio 1990 riguardava la seguente domanda: aveva ancora senso l’antica pretesa cristiana di considerarsi l’unica risposta alle attese dell’uomo? Rileggendo l’editoriale de Il Sabato, il timore denunciato allora, appare oggi reale: cit. “Sullo sfondo l’avvento di una super religione trasversale, un umanesimo etico e spiritualista che non annulla affatto i diversi riti, le molteplici culture, le varie gerarchie, ma vive e si incarna in ciascuna di esse. Non inventa nuove formule dottrinali, o almeno così non pare. Più modestamente professa quelle Verità cui tutte le religioni in fondo partecipano, e che tutti gli uomini di buona volontà, al di là degli steccati confessionali, pur con linguaggi e simboli diversi, possono riconoscere: credenza in Dio o almeno nello Spirito, osservanza della legge morale, promozione di determinati valori umani.” Inutile negarlo, oggi viviamo, respiriamo un clima di “politically correct” in tutti i settori in cui è immersa la nostra quotidianità: sul lavoro con i colleghi, con gli amici che incontriamo e con i quali scambiamo generici punti di vista, ma anche in famiglia con il coniuge e con i figli ai quali trasmettiamo opinioni che possono essere spese a loro volta con tutti i compagni. L’importante è non urtare la sensibilità altrui. Più la società è diventata multietnica e quindi multi religiosa, più noi cattolici, per una falsa concezione di accoglienza dell’altro, il diverso da noi, abbiamo smesso di testimoniare l’unicità della venuta di Cristo, il Salvatore del mondo, il Figlio di Dio incarnatosi e realmente vissuto sulla terra in una precisa epoca storica. La Verità si è trasformata in multi verità e quindi in mille opinioni, tutte valide e proponibili alla società multicolore e multi etnica di oggi. L’importante è andare d’accordo con il vicino di casa, non urtare la sua sensibilità e la sua personale religiosità (che peraltro nessuno vuole urtare sia ben chiaro). Questo “politically correct” è ben presente anche nella vita politica di questi ultimi anni dove, tra l’altro, ha comportato l’appiattimento dei programmi dei principali partiti popolari, tanto che oggi è molto difficile capire cosa differenzia una politica di centro destra da una politica di centro sinistra. Invece sui grandi temi quali aborto, eutanasia, diritto alla vita, concezione di famiglia, scuola, educazione, si lascia libertà di coscienza che è come dire: il partito su questi temi la pensa come la pensi tu, non abbiamo una verità, una posizione da proporti, decidi secondo la tua opinione ma poi continua a votarci perché insieme costruiremo un mondo migliore! Cosa ne deriva? Ne deriva che il migliore dei mondi arriverà se tutto va bene domani, ma oggi la persona è sola di fronte al suo relativismo e alla sua possibilità di scegliere tra cento verità possibili, tutte uguali, tutte ugualmente inutili. Del resto oggi, rispetto al 1990, possiamo scegliere tra 1000 canali televisivi e se spostiamo la parabola possiamo catturare un nuovo satellite con altri 1000 canali...ma la domanda, il desiderio di conoscere perché il mio cuore oggi è triste, rimane senza risposta.
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