ALTA QUOTA
Quando una linea bianca vedo in cielo
quell’azzurro compatto attraversare
che procede lentissima ed avanza
Immagino quella gente riposata
al caldo, coccolata e riverita
s’una poltrona comoda, inclinata
che sorseggia sciampagne da prima classe
Mentre di fuori il gelo ai diecimila
non permette agli uccelli di campare
la condensa rilascia quella traccia
nitida, bianca, qualche volta doppia
che lascia nell’azzurro quella scia
sempre diritta fatta con la riga
che si dissolve lentamente in coda.
Talvolta lei s’intreccia coaltre rotte
e l’incrociarsi delle rette bianche
ti fa intuire quanto è largo il cielo
c’è posto per noi tutti, avanti, prego.
Intuisco in quei viaggi l’avventura
l’America, la Cina, l’orizzonte
i continenti ormai sono alla frutta.
Hanno scelto nel cielo quella strada
per non perdere tempo, ch’è misura
del lavoro di oggi ormai l’assioma
contattando i clienti senza posa
col cellulare sempre arroventato
continua il lor impegno in aeroplano.
Normale farlo pure in alta quota.
Modernità, lavoro, avanzamento
spingono giustamente l’uomo in volo.
Chissà se i Wright l’avevano previsto
uno sviluppo, un seguito si vasto.
Alla voglia di volo in questo mondo
non si sottrae nessuno, è l’ambizione.
E quella linea dritta, sul colore
sembra una rasoiata di Fontana.
marco biffani
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