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L’uomo che si racconta.

di Caterina Nicoletta Accettura
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Pubblicato il 24/10/2009 09:35:24

L'uomo si racconta per colmare la solitudine.

Fa conoscere quello che e' per mettere l'altro in una condizione di ascolto, comunicando il peggio o il meglio di se': cerca comunque il fratello che non ha , il pubblico a cui confessare le sue paure, le sue quotidiane sconfitte, le sue piccole o grandi vittorie, comunque il suo vissuto.
L'altro lo legge, lo ascolta, gli presta comunque attenzone: e' quell'attenzione probabilmente che gli e' mancata nell'infanzia da parte del genitore e che ha creato dei vuoti, delle memorie fatte di serate e notti passate da solo al lume di una fioca lucerna(leopardi), per cui insicurezze e timori sono frutto spesso di un ambiente famigliare dove l'amore, il gesto affettuoso, la carezza, il bacio mancano;dove si pensa piuttosto a raddrizzare l'alberello che cresce con un supporto rigido,quasi ferreo e non affidarlo alla dolcezza della parola che consola e placa l'animo tanto sensibile di un bambino o di un adolescente.
Se si sopravvive a questa forma di educazione,di educazione borghese, al totale abbandono alla strada ed al quartiere per i meno abbienti, si attua una fuga dal proprio ambiente e da lontano lo si guarda come un pericolo incombente, come una minaccia scampata, come un rifugio dal quale si e' costretti ad uscire per l'affermazione di se'.

Ma questo allontanamento, non e' privo di dolore.

Quella trappola era comunque rassicurante,protettiva, soprattutto per il ripetersi di dinamiche note, e, pur sbattuti nel mondo, proiettati nel futuro, nel sociale, nel contatto con gli altri a volte benevolo, a volte ostile, il pensierio si volge verso quello che era, accetta o rifiuta l'infanzia o l'adolescenza, la sottopone a critica serrata, ne mette in rilievo le carenze,ma comunque vi ritorna, quasi sempre con nostalgia.
L'uomo racconta di se', dei rapporti col padre, col nucleo famigliare, parla dei primi approcci con gli altri, narrando del primo amore,uguale per tutti ,vissuto con la stessa struggente nostalgia.

L'amore sempre bello, dalle labbra protese che non riescono a toccarsi-

Quest'icona, raffigurata su di un vaso etrusco, lo rende assolutamente privilegiato rispetto ad altri incontri.
E poi racconta la vita da adulto,quell'impatto che sembrava una palla di pietra nella quale comunque riusce ad entrare, iniziando cosi le sue esperienzwe, sempre con tanti sogni nelle mani e pochi soldi nelle tasche.
Il rischio, l'avventura, la lotta per l'affermazione di se'nel sociale, hanno alla base il racconto all'altro delle proprie esperienze, delle difficolta' che fecero dire a Nietzske, della vita"Io credevo fossero gradini su cui sedersi,invece erano scale da salire"
Quanta ingenuita' e quanta verita' c'e' in questa frase cosi' significativa da sembrare perfino ovvia se nonfosse che a dirla sia stato un genio che meglio di ogni altro comprese l'umanita' profonda di ogni agire.

Al tavolo del bar, con gli amici, che sono sempre gli stessi, fratelli- confidenti, nelle passeggiate al corso, sdraiati sulle panchine dei giardini,ognuno racconta la sua storiae cerca l'assenso, il confronto, cerca comunque di uscire da se'.
Tutti cercano un modo di inserirci nell'umana comunicazione, talche' le autobiografie, non sono sempre lo specchio fedele di cio' che si é in realta'.
Ma una realta' in se', ipostasi e trofeo di alcune filosofie,non ha molto senso per la comprensione dell'umano.
.
La realta' e' nostra, quella che il nostro corpo, la nostra mente ha effettivamente sperimentato
Il corpo e' il primo veicolo di conoscenza per i viventi.

Sicche' l'autoritratto e' il corrispettivi pittorico o grafico dell'autobiografia "scritta" di un autore.
I grandi hanno il merito di aver scritto la propria vita con grande maestria, con acume, con trasporto, con quell'arte fine di raccontarsi che fa delle loro opere dei capolavori.
Dalla saggezza delle epistolae di Seneca, al diario di Kierkegaard
Noi comuni mortali narriamo la noatra vita con delle pagine che resteranno chiuse in un cassetto,con una canzone che non sara' mai cantata, con una Poesia che non verra' mai pubblicata_Forse.

Affidiamo la nostra vita anche ad uno sguardo soltanto, a due occhi spalancati sul mondo , nei quali nessuno ha voluto leggere.

_______________Nicole

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