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trilogia di bellerofonte

di Valter Casagrande
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Pubblicato il 01/05/2017 09:46:22

In seguito a un'ingiusta accusa, l'eroe greco Bellerofonte deve affrontare una serie di pericolose imprese, la più nota delle quali è l'uccisione della Chimera. Bellerofonte riesce a portare a termine l'impresa con l'aiuto di Pegaso, il cavallo alato che aveva trovato un giorno a Corinto mentre si abbeverava alla fonte Pirene e che era riuscito a domare grazie al morso fornitogli dalla dea Atena, il primo mai usato da un uomo. Librandosi in alto sul suo destriero divino egli si sottrae alle lingue di fuoco del mostro e lo colpisce abbattendolo. Poi insuperbisce e tenta di salire al cielo sul cavallo alato Pegaso, ma Zeus lo punisce facendolo precipitare e rendendolo zoppo...

 

LA TRILOGIA DI BELLEROFONTE

 

                                 I

 

IL VOLO DI BELLEROFONTE

 

Con gli occhi

di fuoco,

increduli

che guardano

in alto,

e la coda  venefica

aggrovigliata

nello spasmo finale,

la chimera

vede sparire

il suo corpo.

 

Vola alto

Bellerofonte,

in giri concentrici,

ad osservare

la preda

e il suo sorriso,

a lungo represso,

si unisce al nitrito

squillante

del suo compagno.

 

Hanno annientato

paure e fantasmi,

e gli incubi

di un oscuro passato

dissolvono  rapidi

nello splendore,

luminoso

dell’orizzonte,

di un  crinale

ormai superato.

 

Giorni fantastici,

pieni,

con le certezze

ormai conquistate

e gli inebrianti  profumi

di una fama

crescente,

diffusa

dalle voci

di chi non ha corpo,

 dalle lusinghe

di chi non ha cuore.

 

Nessuno

 è più in alto

di lui,

nessuno è più grande,

gridano

i falsi profeti

per completare  l’inganno

ed appagare i semi

 invidiosi

che germogliano

anche nel nulla.

 

Vola alto

Bellerofonte,

vola ancora

più in alto

fino a toccare

i bordi dell’infinito

per completare

la  sfida

che lo appassiona,

oltre ogni  limite,

al limite

dell’insuperabile

 

Ma il mito

è più forte di lui,

antiche radici

sostengono a forza

le convinzioni

cristallizzate

nelle paludi

brumose

e ferme nel tempo.

 

Rimane da solo

e senza il sostegno

di ali robuste,

precipita

in fondo  alla vita

in un abisso,

già conosciuto,

che toglie il respiro

portandolo

indietro

in un passato

già morto.

 

Ma forse

non è la fine

del sogno.

Forse guardando

nel baratro

delle incertezze

potremo vedere,

sentire,

toccare

Bellerofonte,

rinato,

che sale la scala

della pazzia

al culmine

di nuove  certezze

più solide

e umane.

 

 

LA TRILOGIA DI BELLEROFONTE

 

                               II

 

IL VOLO DI PEGASO

 

 

Il peso ingombrante

sopra il mio

dorso

già odorava

di ambizione

e di arrivismo sfrenato,

quando

in giri concentrici

mi avvicinavo

all’incubo

in disfacimento

e il tuo riso

sfrenato,

sfrontato

riempiva

lo scenario comune.

 

Tua è la mano

vincente,

tua la

grandezza

esaltata,

osannata

in tutte le parti

del mondo

e Pegaso

è solo un attore

dimenticato

in un palcoscenico

ora al tramonto.

 

 

E quelle briglie

preziose,

imposte

da una volontà

superiore,

che bruciano in bocca

come il fuoco

rovente,

sono un legame

senza più obbligo,

senza la  forza

del nodo

divino.

 

Tu mi chiedi

adesso

di rinnovare

il patto di un tempo,

di infrangere

le convinzioni acquisite,

i rapporti

che legano

un’opera

al suo creatore.

 

Vola da solo,

amico

d’un tempo,

verso i limiti

del conosciuto,

porta la esile fama

della tua grandezza

a spasso

nel cielo stellato,

io ho finito

il percorso,

il viaggio prestabilito

per me

dal tempo

dei tempi.

 

E mentre scendo,

in giri concentrici,

vedo svanire

le false illusioni,

le esaltazioni istantanee

che cadono

a terra

senza rumore

nell’ultimo atto

di una recita

ciclica

senza mai fine.

 

LA TRILOGIA DI BELLEROFONTE

 

                                      III

 

IL VOLO DELLA CHIMERA

 

Dalla ferita

esce il mio sangue

a fiotti;

immobile,

dopo gli spasmi

finali,

vedo dissolversi

al sole

il mio corpo,

un tempo

temuto.

 

Sono all’epilogo

e vedo il mio tempo,

affronto

con rabbia,

ormai rassegnata,

un destino

non scritto,

impensabile

quando,

con il favore dei re

e degli dei,

soggiogavo

la  gente

che  osava

alzare la testa.

 

Un premio finale

ingrato

ed amaro

per chi dominava

dall’alto

i quieti paesaggi,

svuotati

al sorvolo,

per chi,

come un grande

gendarme,

dimenticava se stesso

con gratitudine

e devozione.

 

Un premio finale

che vola

ancora più in alto

ed è fatto

di morte,

per un sacrificio

non chiesto

ma ora accettato

con la stessa

obbedienza

di sempre.

 

Ma quello che rende

a me

più doloroso

il trapasso

è il pensiero

ossessivo

che insieme

potevamo volare

incontrastati,

eroe dalla mano

di piombo,

potevamo raggiungere

i limiti dell’infinito

scrivendo

una storia

diversa

e più giusta.

 

Un’alleanza

ribelle

poteva salvarci,

e liberare

Bellerofonte e Chimera

dal giogo

dei  ruoli

imposti

da chi decide i destini,

perché il tuo destino

non è diverso

dal mio

e senza di me

nessuno

potrà più aiutarti

nella scalata.

 


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