Pubblicato il 01/05/2017 09:46:22
In seguito a un'ingiusta accusa, l'eroe greco Bellerofonte deve affrontare una serie di pericolose imprese, la più nota delle quali è l'uccisione della Chimera. Bellerofonte riesce a portare a termine l'impresa con l'aiuto di Pegaso, il cavallo alato che aveva trovato un giorno a Corinto mentre si abbeverava alla fonte Pirene e che era riuscito a domare grazie al morso fornitogli dalla dea Atena, il primo mai usato da un uomo. Librandosi in alto sul suo destriero divino egli si sottrae alle lingue di fuoco del mostro e lo colpisce abbattendolo. Poi insuperbisce e tenta di salire al cielo sul cavallo alato Pegaso, ma Zeus lo punisce facendolo precipitare e rendendolo zoppo... LA TRILOGIA DI BELLEROFONTE I IL VOLO DI BELLEROFONTE Con gli occhi di fuoco, increduli che guardano in alto, e la coda venefica aggrovigliata nello spasmo finale, la chimera vede sparire il suo corpo. Vola alto Bellerofonte, in giri concentrici, ad osservare la preda e il suo sorriso, a lungo represso, si unisce al nitrito squillante del suo compagno. Hanno annientato paure e fantasmi, e gli incubi di un oscuro passato dissolvono rapidi nello splendore, luminoso dell’orizzonte, di un crinale ormai superato. Giorni fantastici, pieni, con le certezze ormai conquistate e gli inebrianti profumi di una fama crescente, diffusa dalle voci di chi non ha corpo, dalle lusinghe di chi non ha cuore. Nessuno è più in alto di lui, nessuno è più grande, gridano i falsi profeti per completare l’inganno ed appagare i semi invidiosi che germogliano anche nel nulla. Vola alto Bellerofonte, vola ancora più in alto fino a toccare i bordi dell’infinito per completare la sfida che lo appassiona, oltre ogni limite, al limite dell’insuperabile Ma il mito è più forte di lui, antiche radici sostengono a forza le convinzioni cristallizzate nelle paludi brumose e ferme nel tempo. Rimane da solo e senza il sostegno di ali robuste, precipita in fondo alla vita in un abisso, già conosciuto, che toglie il respiro portandolo indietro in un passato già morto. Ma forse non è la fine del sogno. Forse guardando nel baratro delle incertezze potremo vedere, sentire, toccare Bellerofonte, rinato, che sale la scala della pazzia al culmine di nuove certezze più solide e umane. LA TRILOGIA DI BELLEROFONTE II IL VOLO DI PEGASO Il peso ingombrante sopra il mio dorso già odorava di ambizione e di arrivismo sfrenato, quando in giri concentrici mi avvicinavo all’incubo in disfacimento e il tuo riso sfrenato, sfrontato riempiva lo scenario comune. Tua è la mano vincente, tua la grandezza esaltata, osannata in tutte le parti del mondo e Pegaso è solo un attore dimenticato in un palcoscenico ora al tramonto. E quelle briglie preziose, imposte da una volontà superiore, che bruciano in bocca come il fuoco rovente, sono un legame senza più obbligo, senza la forza del nodo divino. Tu mi chiedi adesso di rinnovare il patto di un tempo, di infrangere le convinzioni acquisite, i rapporti che legano un’opera al suo creatore. Vola da solo, amico d’un tempo, verso i limiti del conosciuto, porta la esile fama della tua grandezza a spasso nel cielo stellato, io ho finito il percorso, il viaggio prestabilito per me dal tempo dei tempi. E mentre scendo, in giri concentrici, vedo svanire le false illusioni, le esaltazioni istantanee che cadono a terra senza rumore nell’ultimo atto di una recita ciclica senza mai fine. LA TRILOGIA DI BELLEROFONTE III IL VOLO DELLA CHIMERA Dalla ferita esce il mio sangue a fiotti; immobile, dopo gli spasmi finali, vedo dissolversi al sole il mio corpo, un tempo temuto. Sono all’epilogo e vedo il mio tempo, affronto con rabbia, ormai rassegnata, un destino non scritto, impensabile quando, con il favore dei re e degli dei, soggiogavo la gente che osava alzare la testa. Un premio finale ingrato ed amaro per chi dominava dall’alto i quieti paesaggi, svuotati al sorvolo, per chi, come un grande gendarme, dimenticava se stesso con gratitudine e devozione. Un premio finale che vola ancora più in alto ed è fatto di morte, per un sacrificio non chiesto ma ora accettato con la stessa obbedienza di sempre. Ma quello che rende a me più doloroso il trapasso è il pensiero ossessivo che insieme potevamo volare incontrastati, eroe dalla mano di piombo, potevamo raggiungere i limiti dell’infinito scrivendo una storia diversa e più giusta. Un’alleanza ribelle poteva salvarci, e liberare Bellerofonte e Chimera dal giogo dei ruoli imposti da chi decide i destini, perché il tuo destino non è diverso dal mio e senza di me nessuno potrà più aiutarti nella scalata.
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