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La baracca degli Angeli - Don Carlo Gnocchi

Argomento: Letteratura

di Lorenzo Roberto Quaglia
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Pubblicato il 17/11/2011 22:23:36

Il credente, l’uomo di fede, vive di certezza e costruisce la sua opera durante tutta la sua vita e alla fine la lascia in eredità ai suoi figli. Lo scettico, il relativista, il nichilista, vive senza certezza, in compagnia del dubbio esistenziale, perché non ha fede nell’esistenza di qualcosa d’altro per cui valga la pena costruire un’opera, è fermo, non si impegna fino in fondo nella società, è a favore dello status quo. Gli scettici in teoria, sono di fatto dei conformisti nella pratica. E quindi la società costruita dagli uomini di fede, progredisce, migliora; la società costruita nello scetticismo, nel relativismo, non progredisce anzi regredisce. Come diceva Aristotele, il dubbio incatena, la certezza libera.
A leggere il bel libro: “La Baracca degli Angeli” di Roberto Gatti viene subito da dire “grazie” a Carlo Gnocchi, un santo, cioè un uomo che ha vissuto pienamente la sua umanità, per quello che ha iniziato a costruire a favore dei più deboli, bambini, orfani, mutilati, persone uscite distrutte dall’esperienza allucinante della Seconda Guerra mondiale.
Senza una Fede grande Don Carlo Gnocchi non avrebbe potuto affrontare la difficile realtà del suo tempo e stravolgerla con il suo infinito Amore verso i suoi ragazzi bisogni prima di tutto di una carezza e poi di assistenza medica.
Con la vita di Don Carlo Gnocchi si va all’origine della pretesa cristiana, cioè alla ragione dell’esistenza del dolore, quello più profondo e più devastante, quello che colpisce i bambini innocenti e stravolge l’esistenza di genitori incapaci di affrontarlo e gestirlo: la pedagogia del dolore innocente, come la definiva Don Carlo.
Leggere questo libro, oltre a farci memoria di quella che è stata la vita e l’opera di un santo contemporaneo, ci ha portato a confrontarci con i tempi che stiamo vivendo. La crisi economica di oggi, che forse è prima di tutto crisi di Umanità e crisi di Valori, crisi di Proposte per cui valga la pena che un giovane spenda la propria vita, può trovare nell’esempio di vita di Don Carlo una risposta positiva, una strada già tracciata che porta alla santità, cioè alla realizzazione piena della propria esistenza.
Il santo è un uomo che rischia, che non si lascia affliggere dai problemi e dalle apparenti sconfitte. Il santo porta sulle spalle quotidianamente il suo pezzetto di Croce con la certezza che la strada è segnata e la sua opera si diffonderà ovunque il Signore vorrà.
L’opera scritta da Roberto Gatti, che appare nel panorama culturale con un tempismo perfetto, è praticamente un racconto della sua esperienza di vita dentro la Fondazione, un racconto delle tante storie di bambini e ragazzi incontrati nei vari centri della Fondazione, tutti bisognosi in fondo di un gesto d’amore gratuito.
Ripartire dalla gratuità, dal dono di un poco del proprio tempo a favore dei più piccoli e bisognosi può già essere un buon inizio per invertire la rotta.
Come diceva Antoine de Saint Exupery, “se devi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere legna e distribuire compiti. Ma insegna la nostalgia del mare infinito”. Di questa nostalgia era ricco Don Carlo.

Roberto Gatti, La baracca degli Angeli, Ugo Mursia Editore spa -Milano

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