Pubblicato il 07/06/2011 23:45:41
Io sono un elettore di centrodestra e per questi motivi non voglio che Michele Santoro lasci la RAI. Di Michele Santoro si possono avere le più diverse opinioni. Anzi, è giusto, è naturale avere le più diverse opinioni perché è un giornalista “schierato”, un giornalista “di parte” e da quale parte sia schierato lo si è sempre capito, è sempre stato chiaro, emerge dai suoi discorsi e dai suoi ragionamenti. Ed è per questo che si può essere a favore o contro il suo pensiero. Ma il suo pensiero deve esistere, deve potersi manifestare in una televisione pubblica, che non vuol dire televisione “neutra”, ma pubblica, cioè che ospita, che offre ai propri spettatori le diverse visioni del mondo che ci circonda. Una televisione “privata” può scegliere se offrire o non offrire un Santoro ai propri spettatori , una televisione pubblica che ha visto nascere, crescere e svilupparsi un Santoro, non ha alternative, deve valorizzare e far crescere Michele Santoro. Anche perché c’è subito pronta una televisione privata che è lesta ad offrire uno stipendio al Santoro abbandonato dalla televisione pubblica. Perché? Perché guarda caso il Santoro pubblico negli anni si è formato il suo “gruppo d’ascolto” (perché è bravo, perché è fazioso, non lo so, non mi interessa) il fatto è che la televisione pubblica con Santoro ci guadagna i proventi della pubblicità che insegue i programmi che hanno più ascolto e il nostro Santoro pubblico in questo è tra i più bravi. Ma allora perché la televisione pubblica oggi abbandona Santoro?
Michele Santoro è stato assunto in Rai nel 1982. Dal 1982 ad oggi si sono succeduti dieci Presidenti del Consiglio dei Ministri, cioè dieci “referenti ultimi” a cui deve rispondere il sistema pubblico radio televisivo italiano (la RAI): Giovanni Spadolini, Bettino Craxi, Giovanni Goria, Ciriaco De Mita, Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Lamberto Dini, Romano Prodi, Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi.
E’ innegabile il fatto che tra i dieci personaggi ricordati, l’unico Presidente del Consiglio con interessi personali privati nel settore televisivo è l’ultimo dell’elenco. Ciascuno di noi a questo punto può trarre le proprie conclusioni. A me sembra che questo sia il nocciolo del problema. Tuttavia non credo, da vero imprenditore qual è, che l’attuale Presidente del Consiglio possa ritenere Santoro un “asset” da eliminare per la RAI e non invece una risorsa preziosa su cui puntare ed investire, al pari di Bruno Vespa, Giovanni Floris, Milena Gabanelli e altri bravi giornalisti e anchorman della televisione pubblica. Quindi mi auguro che Michele Santoro e la RAI possano ri- trovare le ragioni per continuare il proficuo lavoro che da circa trent’anni svolgono insieme. Se lo faranno, tutti noi telespettatori riguadagneremo un poco di fiducia e di stima nei confronti della nostra classe dirigente… e di questi tempi ce ne sarebbe proprio bisogno.
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