Case sospese tra luce e ombre
soffuse come un presepe
con l’ansare della stufa a legna
e l’odore quasi frugale
di chi si toglie ancora il pane
per dare ai figli una vita migliore.
Sulla testiera del letto uno o due
rosari appesi, come le liane,
e sul comodino le immagini
di un papa o di un santo
lasciati per badare alla notte
che non li fa più sognare.
Alle cornici le foto da giovani
o di qualche parente lontano
magari lo scarabocchio sul foglio
del loro nipote in età scolare
a cui dare la caramella, il dolcetto,
premio alle visite sempre più rade.
Allora capita, se li vai a trovare,
mentre ti tengono stretto per mano
d’incontrarli in uno sguardo ruvido
- per trattenere le lacrime-
poi, con la voce in sussurro,
già ti pregano di ritornare
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