Ormai è chiaro: al referendum costituzionale la partita sarà giocata tra Renzi vs Resto del mondo… Tutti i partiti infatti, oltre alle sigle dei principali movimenti e associazioni, voteranno NO e Renzi con la parte maggioritaria del PD (di fatto la maggioranza che l’ha eletto segretario) più i piccoli partiti satelliti, voteranno SI. Almeno questo è lo scenario che appare evidente a due mesi circa dalla votazione. Sconfitta annunciata quindi per il premier? Non è detto. Avere contro la galassia dei partiti politici italiani potrebbe rivelarsi un vantaggio per Renzi. Quante persone infatti oggi seguono le direttive di voto del partito in cui dicono di riconoscersi? Anzi, per dirla meglio: quante persone oggi si riconoscono in un partito? Poche, pochissime, se analizziamo i flussi di votanti delle ultime tornate elettorali, sia politiche che amministrative. Solo per citare l’ultimo caso, Roma è amministrata da un sindaco votato da 453.806 romani su una popolazione di aventi diritto al voto di 2.363.444 cittadini, cioè il 19,2% dei romani ha scelto Virginia Raggi come proprio sindaco.
L'astensione è stata del 44%.
(Fonte: http://www.elezioni.comune.roma.it/elezioni/2016/comunali/A062016/vsin99.htm)
Se il premier saprà spiegare chiaramente agli italiani quali sono i vantaggi e i punti di forza di questa riforma, allora forse non tutto è perduto.
Certo, Renzi con l’aver voluto personalizzare il voto referendario (se vincono i NO mi dimetto, è stato il suo slogan d’esordio) è il primo artefice di questa situazione che ora sulla carta lo vede in svantaggio. Ma si è accorto dell’errore compiuto e lo ha ammesso. In politica, come nella vita, è meglio ammettere un errore e ripartire che perseverare fino a farsi male per davvero. E poi Renzi è giovane ed alla sua prima esperienza politica di un certo spessore. Ci può stare. Ora che le dichiarazioni di voto sono state formulate, rimane la curiosità di vedere quanti italiani si lasceranno convincere dal leader del proprio partito, ma soprattutto quanti italiani andranno a votare e sosterranno quella riforma costituzionale licenziata dal Parlamento con il voto, ricordiamo, del PD e di alcuni di quei partiti che ora la criticano e vogliono affossarla, a partire da Forza Italia. Ma è sicuramente più facile che un cieco faccia l’elemosina ad un altro cieco che pretendere che la lealtà e la coerenza di un leader politico resistano al cambio di stagione. Intanto, per il momento, al buio siamo rimasti noi italiani.
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