Pubblicato il 29/04/2014 23:02:35
Il nuovo Parlamento europeo avrà tra i suoi primi compiti quello di eleggere il Presidente della Commissione europea, cioè il Capo dell’esecutivo europeo, sulla base di una proposta del Consiglio europeo, tenuto conto del risultato politico del voto del 25 maggio.
Abbiamo già analizzato quali sono i principali gruppi politici presenti nel Parlamento europeo. Alcuni di questi gruppi hanno formalizzato il proprio candidato alla guida della Commissione, nel caso risultassero vincitori delle elezioni.
Ecco i nomi dei politici europei che sono stati candidati per la guida dell’esecutivo europeo:
• per il PPE, Jean-Claude Juncker nato in Lussemburgo il 9 dicembre 1954
• per il PSE, Martin Schulz, nato in Germania (all’epoca Germania Ovest) il 20 dicembre 1955
• per ALDE, Guy Verhofstadt, nato in Belgio l’11 aprile 1953
• per i Verdi, Ska Keller, nata in Germania (all’epoca Germania Est) il 22 novembre 1981
• per SE, Alexis Tsipras, nato in Grecia il 28 luglio 1974
Altri gruppi non hanno formalizzato un proprio candidato e molto probabilmente si limiteranno a sostenere uno dei cinque prescelti.
Ciascun candidato alla Presidenza della Commissione europea ha, come logico, una propria idea di Europa e una propria concezione ideologica e politica che lo porterà a compiere determinate scelte.
E’ importante in queste elezioni cercare di capire quale idea di Europa hanno in mente i candidati e verificare se corrisponde a quello che noi pensiamo e desideriamo per il nostro futuro europeo. La sensazione che si respira, non solo in Italia, ma in tutti i Paesi europei, è che queste elezioni stiano interessando poco la gente.
Sarebbe un errore invece disinteressarsi a questa partita perché, volenti o no, il futuro prossimo dell’Italia dipenderà anche in buona parte da quello che si deciderà in Europa nei prossimi anni. E un ruolo fondamentale verrà giocato dal Parlamento che noi concorreremo ad eleggere. Se non faremo sentire la nostra voce il 25 maggio, saremo tagliati fuori domani dalle partite che ci interesseranno e non potremo che prendercela con noi stessi.
Ormai sempre più aspetti della vita sociale, economica, finanziaria, fiscale sono sottoposti alla normativa comunitaria, a discapito della legislazione nazionale. E’ una limitazione della sovranità nazionale in funzione dell’appartenenza ad un’Organizzazione sovranazionale (l’Unione europea) che “promette” di ripagare la perdita con un vantaggio superiore.
E’ pur vero che in questi ultimi cinque anni, da quando la crisi economica si è fatta maggiormente sentire, certamente non tutto ha funzionato a dovere in Europa. Cosa non ha funzionato, proveremo ad analizzarlo nel prossimo articolo.
Una cosa però vogliamo qui ricordare, pro Europa. Nel 2012 il Comitato per il Nobel norvegese ha assegnato il Nobel per la Pace all’Unione Europea con la motivazione che "per oltre sei decenni ha contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa".
Può sembrare un riconoscimento simbolico, ma non lo è. La Pace ha un riscontro molto concreto e non la si ottiene con facilità, senza impegno e sacrifici.
La storia del mondo, dalla fine della Seconda Guerra mondiale ai giorni nostri è un susseguirsi continuo di guerre tra popoli e nazioni, di ogni continente, tranne che tra gli Stati dell’Unione europea. E non è un caso.
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