francesca
- 24/03/2015 15:50:00
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Mi sono imbattuta per caso in una bella recensione alle-book: http://www.rivistaunaspecie.com/2015/03/20/recensione-interni-notte-francesca-moro/ Grazie a Paola DAndrea.
Francesca
- 10/11/2014 21:56:00
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Grazie Loredana per le belle parole e il tempo che mi hai dedicato, mi fa piacere che tu abbia definito la mia poesia "corporea", era un mio desiderio. Laggettivo "metropolitana" lo avete già usato in due e mi spiazza un po, ma è bello vedere possibilità di lettura che io stessa non immaginavo.
loredana magazzeni
- 09/11/2014 21:35:00
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Le nitide e dense poesie di Francesca Del Moro, selezionate per le-book che qui si presenta, parlano al lettore di una sensibilità intensamente metropolitana e corporea. Non a caso Francesca si muove su più piani artistici, mescolando linguaggi diversi, quello poetico, musicale, grafico, performativo, traduttivo, dimostrando con la sua vitalità a 360° che oggi fare arte e poesia coinvolge il corpo totale, così come scriveva e affermava Spatola negli anni 70, ma con la consapevolezza di un "fare assieme" che è conoscere, condividere, portare fuori, senza pretese di assolutezza e senza certezze, ma per questo più autentico e disincantato. Loredana Magazzeni
Francesca
- 18/10/2014 08:48:00
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Grazie di cuore Franca per lattenzione che mi hai riservato e per aver dedicato il tuo tempo a regalarmi queste bellissime parole. Sarà un giorno luminoso per me.
Franca Alaimo
- 18/10/2014 01:16:00
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I testi poetici di Francesca Del Moro, qui antologizzati, confermano un uso cristallino ed insieme molto lavorato della lingua. Essi sono tutti caratterizzati da una struggente tensione, che a volte si traduce in un appassionato dialogo amoroso ora con il corpo dellamata, ora con quello sonoro della musica e/o della poesia stessa; altre volte, esasperata dalla solitudine e dal dolore, precipita verso un desiderio dautodistruzione tra coltelli, lamette, sangue, celebrando la morte come unepifania lampeggiante di una bellezza pari alla vita, sia pure così diversa. La poeta illumina le stanze della sua interiorità con una luce a tal punto composta e pacata da scongiurare una reazione puramente emotiva nel lettore dei suoi versi; lautrice mira, infatti, ad una strategia di fascinazione, che sembra collocare i suoi testi in una zona oscillante fra concretezza e visione. Certamente una scrittura femminile, bella, viva e coraggiosa.
francesca
- 17/10/2014 13:53:00
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Ciao Luciano, grazie per avermi letta e per lapprezzamento e linteresse che mi hai dimostrato.Baudelaire scrive soprattutto in alessandrini e poi usa altri versi brevi e io per lalessandrino ho scelto il settenario doppio, alleggerendolo il più possibile perché in genere suona più pomposo. Poi ho tradotto i versi brevi con i corrispondenti italiani. Un caro saluto.
Luciano Nanni
- 16/10/2014 14:02:00
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Ho letto con piacere le poesie di Francesca Del Moro; la quotidianità e lio diventano poesia, cioè vita. E vivere è un obiettivo dellautrice. È difficile però innamorarsi delle parole (Quella che resta IV). A volte accade. Cosa intende per traduzione isometrica? versi con lo stesso metro? (forse décasyllabe). Silloge davvero interessante e ben connotata. Luciano Nanni
Francesca
- 15/10/2014 09:19:00
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Grazie Annamaria, è un grande regalo sentirsi letti così a fondo.
annamaria ferramosca
- 15/10/2014 02:01:00
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“Il buio diraderà attraverso la poesia” E’ quel che mi viene da pensare dopo la lettura di Interni, notte , l’eBook che Poesia Condivisa in collaborazione con LaRecherche ha donato all’autrice della “poesia condivisa “selezionata per questo inizio d’autunno dalla redazione. Buio perché si tratta di una scrittura insolita, bella ma dolorosa, che sbalza il lettore nella parte scura del vivere e lo spinge al silenzio , come se avvertisse di essere in prossimità della imperscrutabile “ soglia”. Una scrittura che sembra richiamare gli interni tormentati di Bukovski , con quel mix spontaneo di eros- tanatos che qui spinge alla comprensione empatica di una tristezza lontana, infantile, che ancora si sta elaborando. Dove Il vuoto affettivo è anche quello dell’oggi metropolitano , che Francesca rende con grande efficacia nei suoi interni-notte, attraverso il contrasto tra un vissuto d’amore a volte lieve a volte tormentato, e la successiva e inaspettata, pulsione di autodistruzione. E’questo contrasto a mostrare tutta l’impotenza del cerchio umano, oggi sempre più assente, di accogliere, di far guarire dal male di vivere. “mi stringo alla musica come a un amore” , insieme alla speranza che le proprie parole facciano innamorare, sono la risposta dell’autrice alla propria richiesta di senso. Ed è un amore indiscusso per l’arte dunque la forza vitale che scorre di salvezza lungo i binari della musica e della scrittura, che poi non sono (musica-scrittura) che l’essenza della Poesia . Annamaria Ferramosca
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