Di Franca Alaimo
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Bianca Mannu
- 21/01/2016 13:14:00
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Lo sguardo delle parole limpide gemma tenerezza. Questa, un po alla volta, tesse un morbido poema. Questa, sì, vigile, tiene sotto controllo il dramma. Fortunato chi può sciogliervi del suo ogni sera un po.
Rossella Cerniglia
- 16/11/2015 15:28:00
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Carissima Franca, scusami, ma solo adesso ho avuto modo di leggere i tuoi versi, e ne sono ammirata, non perché non abbia già saggiato, in innumerevoli occasioni, le straordinarie qualità della tua poesia, ma è sempre una gioia, forte, sentita, misurarsi con essa. Ma, dopo tanto autorevole parlare, che dire? Dirò semplicemente - ed è più che altro un ribadire- che la tua anima, filtrata in piccoli "sorsi" mi ha donato tanta Bellezza e tanta Luce e un così profondo coinvolgimento nel tuo mondo interiore da dimenticare altre cose meno belle e pure e luminose. Grazie, Franca
Franca Alaimo
- 04/10/2015 19:21:00
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Amina, che impeto amoroso per me e le mie poesie! Te ne ringrazio con tutto il cuore anche perché le hai cucite tutte insieme, individuandone i legami sotterranei. Felice visionarietà la tua, specialissima come il tuo mondo interiore.
Amina Narimi
- 04/10/2015 13:53:00
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Francamia, Francaluna, Franca ho letto fino a qualche giorno fa ogni commento ai tuoi Sorsi senza trovare il "coraggio" di aprirli.. mi prendeva lo stesso groppo di luce allo stomaco densa di emozione di quando ho comprato e ricevuto “Sempre di te amorosa”- ricordo di avere portato con me il libro diversi giorni per averlo accanto, guardavo la copertina e quella bambina e le mani,riponendolo poi ogni sera tra i libri dei poeti che amo.- Stanotte ho messo sui fogli i tuoi Sorsi… 150 terzine- dall’alef allo zefir, e al centro il cinque dacqua aria terra fuoco etere, il numero di Shiva e della He ebraica, un numero di congiunzione, un numero “aperto”, V..simbolo del ventre e mi sono persa sommando l’uno al cinque , per sfociare nella creazione della lettura Il tuo rosso è unico, unica la stretta delle mani sei quel ponte d’anime che culla il respiro mentre la vita dei versi si compie e diffonde dallombelico al timo le tue bellissime impronte Puoi leggermi il labiale con un sorso, ora, con un sorso della gioia che mi dai dove non c’è diversità fra luce e ombra e gli acini maturi dei tuoi occhi si affrettano a venire con tutto l’oro tra le tende Si affonda lentamente tra le terzine brevi e si ritorna da quella porta nella stanza immensa che hai aperto con la luce dei sussurri, quelli che ti dicevano “è il demonio per sedurre dalla porta socchiusa”…
Basta volgersi all’inizio, è così che finisco nell’ultimo verso colmando l’isola di simboli in ascolto silenzioso Cola nell’orecchio il tuo amore per la vita, il tuo mare interiore nella metamorfosi dei sorsi
Franca Alaimo
- 28/09/2015 13:26:00
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Grazie a te, Leopoldo, e dellaffetto e della stima. Ringrazio anche gli amici che non ho nominato nel commento precedente.
leopoldo attolico
- 27/09/2015 11:52:00
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Cara Franca , è già stato detto tutto . Da tuttologo abusivo lo sottoscrivo , con laffetto e la stima di sempre . Sei nelle corde di tutti noi . leopoldo -
Redazione LaRecherche.it
- 26/09/2015 23:31:00
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Alfonso Lentini parla di "Sorsi" di Franca Alaimo su Poetrydream: http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.it/2015/09/segnalazione-volumi-franca-alaimo.html
Franca Alaimo
- 26/09/2015 16:44:00
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Confesso che non mi aspettavo unaccoglienza tanto positiva: è la prima volta che mi cimento in una forma così breve ( soltanto una volta, anni fa, avevo scelto la misura della quartina, per giunta rimata) Spesso i commenti sono così dettagliati da costituire delle mini-recensioni,come quelli di Nicola Romano, Guglielmo Peralta, Eugenio Nastasi, Francesca Luzzio, Sandro Angelucci. Mi fa piacere che la maggior parte dei miei commentatori abbiano pensato a Calvino (non certo come qualità di stile - ci mancherebbe altro!) ma come lezione), ma soprattutto mi ha fatto piacere che alcuni abbiano puntualizzato la differenza fra gli haiku ed i miei sorsi, non solo perché non hanno il metro dei primi, ma perché, come ha detto Guglielmo, vi manca il salto logico di quelli; e perché, come ha sottolineato Nastasi, cè la predominanza della metafora. Molti altri sono da ringraziare, ognuno per avere colto e sottolineato una qualità: Leopoldo Attolico, Annamaria Bonfiglio, Marco Furia, Salvatore Violante, Pierangela Castagnetta, Luciano Nanni, Giuseppina Rando, Loredana Savelli. Un grazie allamica Mariella Bettarini che trova sempre il tempo per ascoltarmi e commentarmi; ed anche a Sara, che è una semplice lettrice, non una critica, e perciò ha solo scritto: Complimenti! riassumendo così le sue impressioni. Un grazie particolare ad Alfonso Lentini, che ha postato una recensione sul blog di Antonio Spagnuolo. Del resto la poesia deve essere parola che circola liberamente. Se ho dimenticato qualcuno, che costui mi tiri le orecchie. Si vede che scriverò un ringraziamento tutto per lui/lei. GRAZIE!
Mariella Bettarini
- 23/09/2015 17:22:00
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Grazie, carissima Franca, del tuo prezioso DONO poetico. Credo anchio che la forma poetica "breve" possa offrire tantissime possibilità espressive, in particolar modo legate alla Natura e alla sua meravigliosa "infinità", davvero magistrale. E sempre più raro leggere testi di tanta sensibile intensità, e dunque più che mai grazie! Un vivo augurio e saluto da Mariella (Bettarini)
Luciano Nanni
- 21/09/2015 21:26:00
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Credo che lo spirito dell’haiku (tre versi) sia mantenuto. Si tratta di microcosmi in grado di sviluppare potenzialità che vanno oltre la piccola forma. Ci sono senz’altro versi squisiti. Indico – a titolo personale – alcuni dei testi che ritengo perfettamente riusciti: 47, 54, 72, 88, 124.
francesca luzzio
- 21/09/2015 12:08:00
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Centocinquanta terzine, tessere di un mosaico che rappresenta nel suo insieme la densità interiore dellautrice. Sorsi-metafore in cui,in genere, gli elementi e gli eventi naturali si fondono e si confondono con lio, che, parte del contesto, in esso si mimetizza e ne diviene parte, si direbbe in panica consustanzialità: "Passeggiavo nel giardino\E mi sono perduta\Nei sortilegi vegetali" (54); "Cuore che non rispondi:\Una gabbia fatta di spine\Dove una rosa trema"(73). Originale la struttura metrica, che, con qualche variante, propone il cosiddetto "Sorso" caratterizzato dalla brevità sia nel numero dei versi, sia nella loro modica lunghezza(7,9,7).Proprio per tale caratteristica "I SORSI" consentono di cogliere attimi e momenti ispirativi, in cui spesso, al di là di ogni sviluppo tematico, si racchiude lessenza del sentire che lo ha generato.
Giuseppina Rando
- 20/09/2015 17:47:00
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Un libro distillato con sapienza, intelletto ed amore. Amore per la vita, la natura, " laltro da sé". Terzine calibrate che riescono a cogliere la leggerezza del volo senza smarrire la densità del corpo e la forza fenomenologica della terra. Poesia / energia che si esprime più che nella voce articolata, nella sua grana, nel ritmo, nel suono; una poesia virale che mentre tende a superare il proprio percorso nel dolore, si trasforma in tensione alla gioia.
Sara Dimatera
- 20/09/2015 17:04:00
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Complimenti Franca!!!
Sara
Loredana Savelli
- 20/09/2015 14:37:00
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Sorsi di stupore, colti prima che svaniscano: si sente il calore del fuoco della "vestale". La poesia è al sicuro!
Sandro Angelucci
- 19/09/2015 21:36:00
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"Perché mi giungi a sorsi? / Nel bicchiere così piccolo / Può entrare tutto il canto?". Forse, tra le 150 terzine che compongono il nuovo ed originale lavoro di Franca, è questa quella che - più di tutte - esprime la necessità o, meglio, lurgenza di scrivere versi così "concepiti". Sono giunto a ritenerlo perché un sorso dei suoi può davvero dissetare chi, nella poesia, vuole trovare una sorgente che, improvvisa, sgorga dalla terra. Ma cosaltro è? Cosaltro, se non mistero, il gorgoglio di parole che fanno salire in superficie le pulsazioni dellanima? Non è rispondendo alle domande della citata terzina che si onora la vita: è ponendosele, restando ogni volta sorpresi di entrare nel suo miracolo ("Che cosa porterà il mattino / Che ormai io non conosca? /Eppure già lattendo"). Nelloscurità - dellutero, della caverna - viene promessa la luce. "Se tutto è rappresentazione / La comparsa più bella / E ciò che si nasconde" - scrive Franca -. Dal punto di vista formale concordo pienamente con Giannino Balbis: "Significativa mi pare questa tensione ritmica: prova evidente di come le scelte metriche di Franca – in questa come nelle precedenti raccolte – non siano mai fine a se stesse, ma dettate da fedeltà e obbedienza assolute alle pulsazioni interiori". Ci sarebbe tanto ancora da dire ma mi piace concludere con la terzina riportata in copertina: "Filtra dalla serranda / La luce del mattino: / La vita inizia sempre": augurio damore e speranza per luomo di tutti i tempi.
Sandro angelucci
Nicola Romano
- 19/09/2015 17:08:00
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A quanto pare nessun poeta resiste al fascino degli haiku, ne sono stati attratti perfino Borges, Zanzotto, Ungaretti e quel giocherellone di Sanguineti. A dirsi così sembra facile mettere insieme tre versi di 5-7-5, di 7-9-7 o con estensioni più libere, ma non è di poco conto il lavorio mentale che porta a restituire con poche sillabe il precipitato della propria visione o del proprio stato danimo del momento. E anche Franca Alaimo, certamente per diversificare la sua inesauribile fonte comunicativa, si concede felicemente allhaiku-malia apportando in questo caso uno scarto dal suo solito e riconoscibile "espressionismo" per innovarsi dentro dei quadretti "impressionisti" di limpida soluzione. Il kigo che regge la struttura di ogni "sorso" è dato dallamalgama del proprio sentire immerso nei più svariati elementi fluttuanti della natura, e di questo insieme ne sarà contento Giorgio Manacorda, il quale afferma che la natura è parte essenziale dellhaiku anche se qualcuno, come chi scrive, non ne è molto daccordo, metricamente parlando. Brava Franca, hai kurato sapientemente ogni singolo verso!
leopoldo attolico
- 19/09/2015 12:22:00
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Leggerezza calviniana rivisitata ed elaborata con bella naturalezza del verso e dellimmagine , Per sguardo e per umore la lettura di questi testi non seduce , innamora . Grazie leopoldo -
Eugenio Nastasi
- 19/09/2015 10:57:00
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Nella etimologia della parola "patchwork" è evidenziata la valenza di lavoro con le "pezze" per comporre un variegato e accurato lavoro di invenzione ad usum quanto mai vario e personale;anche in questo ultimo lavoro di Franca è, a mio avviso, in atto un espediente di manifattura a patcwork studiatissimo, non sempre tecnicamente riuscito (ma non è facile governare con sgorbia e bulino 150 terzine!!!) che in "Sorsi" permette di comporre la trama della poesia, la funzione linguistica del suo pluriennale lavoro, e la sua sovrabbondanza sentimentale che a tratti denota un senso di perdita, di presente come nebbia incipiente, di esistenza come luogo per i resti e per certi rottami del passato (accorato?!) Praticamente la tavolozza della nostra Franca è giocata in ogni dove, dai riferimenti pittorico-religiosi (vedi Rubliov) alle sue amate letture proustiane, alla sua inesauribile faretra metaforica che, sia detto solo per inciso è laltro motivo, il primo è metrico, che impedisce di definire haiku la sua terzina,fino alla musica classica, fino alla ricerca, inesausta in questa prestigiosa artista, del verso "perfetto", anche uno solo, come scrive evocando in soccorso la Dickinson. Diremo allora che questo bel lavoro si muove nello scorrere della composizione in una specie di "amaterializzazione": sia che questa si attui fin dal motivo ispiratore, concettuale o nella semplice, ma sottilmente emblematica, descrizione, (vedi le terzine 24, 25, 35, 36). Non ho voglia di dire che Franca ha abbondantemente assimilato tutto il Leopardi possibile in Pascoli fino ai crepuscolari e a certi ideali "rondisti": la voce della Alaimo è guidata da un pathos stupendamente puro, che pure ha subito dallesistenza angosce sempre più impure, e le cui immagini, dun originale bozzettismo, sono state, in qualche modo, ridotte un pò alla volta a intorbidirsi in una concretezza o troppo immediata o troppo allusiva. Ma la pronuncia non forzata nè troppo sintagmatica riesce a "confezionare" un assieme dove spicca la misura semplice e rigorosa dellenunciazione.
Guglielmo Peralta
- 19/09/2015 10:21:00
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Sono sorsi di poesia: acqua pura da centellinare per ricavarne il maggiore godimento possibile, un gusto estetico che però non cela, anzi esalta i "sapori" difformi della vita "condensati" e offerti al lettore in piccole dosi, in 150 terzine, ciascuna costituente ununità logico sintattica, un periodo conchiuso e, tuttavia, non autonome, non indipendenti, ma tutte legate insieme a comporre un unico grande testo, un mosaico, un "long drink", un "cocktail" di essenze dolci e amare, di esperienze vissute, di ricordi, di umori "distillati" con lalambicco della poesia, la quale aiuta ad alleviare, a sopportare meglio il dolore, la pena del vivere, la solitudine; a "mascherarli" con la gioia della creazione dichiarata più volte dalla nostra poetessa. Sono versi, "frammenti" metapoetici che nulla, a mio avviso, hanno a che vedere con gli haiku (non credo che Franca Alaimo abbia qui voluto cimentarsi nella stesura di tali componimenti). Manca in essi quellillogicità, quel salto logico, tipico degli haiku, che fa di questi una forma di antisillogismo. Le terzine alaimiane sono comprensibili e nellinsieme manifestano una funzione fàtica; nellintero corpo acquista centralità un desiderio forte di contatto. La loro concisione è la leggerezza di segno calviniano, bene evidenziata da Giannino Balbis, ed è ricchezza di suggestioni e dimmagini che non lascia al lettore nulla da aggiungere né da completare e lo sollecita, semmai, a riflettere, a meditare. Perché è un mondo, uninteriorità, unanima che si apre, che si concede e chiede di comunicare attraverso il sogno, la poesia, la bellezza.
anna
- 18/09/2015 20:13:00
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Una Franca Alaimo nuova, un registro poetico lieve e affatturante per queste "terzine" che si alternano fra stati di intimo sentire e losservazione della realtà contingente:la natura,gli animali, le cose. La poesia epigrammatica è una bella sfida e Franca lha vinta. Questi Sorsi mi sono molto piaciuti, complimenti cara amica e ad maiora semper! Anna Maria
Marco Furia
- 18/09/2015 18:11:00
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150 sezioni di tre versi ciascuna compongono una raffinata raccolta in cui la chiara dizione è ricca di affascinanti valenze allusive. Viene alla mente il nobile stile metrico del giapponese haiku ma, a differenza di questultimo, qui la pronuncia poetica appare maggiormente desiderosa di coinvolgere il lettore. Qualcosa "chiama dentro" e limmagine non è mai estranea al "discorso", anzi intende promuoverlo. Il tutto con sapiente leggerezza.
salvatore violante
- 18/09/2015 12:57:00
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Tre versi. Forma bloccata. Esigenza di immediata incisività. Poesia a Sorsi come di chi ha difficoltà a deglutire. Una bella gatta da pelare! complimenti al coraggio.
pierangela castagnetta
- 18/09/2015 11:11:00
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Grazie per linvito alla lettura della sua opera già positiva sin dalla copertina che recita "FILTRA DALLA SERRANDA LA LUCE DEL MATTINO: LA VITA INIZIA SEMPRE" nonostante gli eventi del mondo che si riflettono e un poco ne condizionano lesistenza. La poesia aiuta così come lamore e la natura oltre che la fede, SORSI DI VITA.
Angela Caccia
- 18/09/2015 06:01:00
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Petali che compongono la rosa di febbraio, la più bella perché fuori stagione, a ricordare che la bellezza può esistere -e persistere- se coltivata pazientemente. Complimenti.
Alberto Rizzi
- 17/09/2015 22:30:00
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Non tutto oro, ma poesie in media efficaci. Ma queste liriche si ispirano chiaramente alle liriche brevi orientali, il che ci fa scontrare con lo scoglio della precisione descrittiva unità alla concisione, specie in presenza di una forma chiusa. Forse la sfida più difficile per un poeta: le ho dato credito e lho scaricato.
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