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Collana di eBook a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani

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eBook n. 173 :: Logos Spermatikos, di Ester Monachino
LaRecherche.it [Poesia]

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Data di pubblicazione:
31/01/2015 12:00:00


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# 5 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 Angelo Vita - 11/04/2015 15:50:00 [ leggi altri commenti di Angelo Vita » ]

Leggere la poesia di Ester è come intraprendere un viaggio nelle profondità dell’anima. Li non c’è distinzione tra cielo e terra, tra sacro e profano, tra Creatore e Creato, ma tanta ricercata con/fusione...come se il Trino si risolvesse nell’Uno, Leggere la poesia di Ester è come intraprendere un viaggio nelle profondità dell’anima. Li non c’è distinzione tra cielo e terra, tra sacro e profano, tra Creatire e Creato, ma tanta ricercata con/fusionalità...come se il Trino si risolvesse nell’Uno, nell’atto cioè di riconoscersi come sconfinamento, smarginalizzazione ...la terra, nella sua poesia, si fa corpo, come il cielo si fa spirito in un’interscambio creativo tra amata/amante, tra vuoto e pieno...tutto il creato partecipa nel dare voce ai sensi voraci e veraci...la femminilità che esce fuori, dal parto di parole annunciatrice di nuova linfa poetica, sembra accarezzare ogni verso come se s’abeverasse direttamente dalla fonte di Castalia alla stessa stregua delle muse ...leggere il libro che ho avuto modo di scaricare è stato un piacere che mi sono permesso ogni qualvolta ho avuto bisogno di stare con me dentro di me...e lo consiglio a chi si vuol bene specchiandosi in parole animate da spiritualità uniche animate da spiritualità uniche.

 Nicola Romano - 11/04/2015 13:10:00 [ leggi altri commenti di Nicola Romano » ]

Leggere i versi di questa raccolta implica un continuo sobbalzo fra cielo e terra, alla stregua d’un viaggio interiore che riesce a coinvolgere tutti i sensi per attestarsi, infine, tra le rarefatte piattaforme del sogno. Poesia vaporosa e di contagio speculativo, quella di Ester, una delle voci più significative nell’attuale panorama poetico.

 Rossella Cerniglia - 06/02/2015 21:03:00 [ leggi altri commenti di Rossella Cerniglia » ]

La raccolta di versi di Ester Monachino, Logos Spermaticos, vive – intensamente – dell’humus su cui si fonda la vita e la poesia dell’Autrice: una ricerca di elementi ultimi e fondanti, tali da dare giustificazione a tutto l’essere e da riempire di senso anche la vita umana, legandola alla Necessità stessa, che appare intrinseca al concetto del Tutto. Anelito all’Assoluto che si coniuga col reale, nel fuoco e nel crogiolo che è l’Athanor, ponte gettato tra anima e mondo, tra spirito e materia, tra ciò che si nasconde e ciò che appare; immagine del Cristo che tale unità tiene in sé racchiusa, Dio che si incarna nel mondo e nella materia a realizzare e a rappresentare la Sintesi suprema, la ricomposizione di ogni disparità e di ogni antitesi.
Spirito cristico, perciò, è in quanto appare alla base del sentire dell’Autrice: una ricomposizione che unifichi corpo e anima, maschile e femminile, interiore ed esteriore, e tutti i poli apparentemente disgiunti e discordanti dell’Essere. Non per nulla, nella breve introduzione che l’Autrice stessa fa ai suoi versi, compare uno dei simboli per eccellenza di tale ricomposizione, la Mandorla Mistica, espressione intima del Sé, in cui i poli di tutte le antinomie possibili siano riconciliate: luogo in cui un tale matrimonio si consuma, in un’aura di sacralità, per far nascere, sulla base di ciò che è già presente, visibile e palese – cioè la Materia – quel che ancora deve essere, cioè tale Sintesi che è l’espressione ineffabile dello Spirito, ricongiunzione e rifusione da cui nasce Nuova vita.
E la vita che nasce è l’Arte, sintesi individuale, umana, di un Tutto che è dell’individuo e ne rappresenta la verità più vera, perché dettata dal cuore profondo e dalla Mistica Mandorla del nostro essere più oscuro e riposto e ctonio – appunto – come dice l’Autrice: lo spirito umano o cuore sottile dove arde il fuoco segreto della divinità, il talamo in cui si consumano le sacre nozze di totale scambio e transustanziazione.
La Mistica Mandorla, - Vescica Piscis dell’era paleocristiana e già simbolo della Grande Madre generatrice – è l’espressione di questo Incontro, per eccellenza, che annulla ogni opposizione, la camera nuziale e il Tempio in cui si compie un tale atto sacrale. Così avviene che il deus absconditus emerga, ed abiti in noi, e nel nostro stesso essere si doni come Bellezza.
Le immagini che i versi propongono sono sempre traboccanti - come è la personalità della nostra Autrice – di anima e di corpo, incisivi, divoranti e presi come da raptus che tende all’Unico, all’Unisono. La forma stessa – ritmo, versi, parole, aggettivazione e tutto il fraseggio che connota tale poesia - sono anima e corpo insieme, e tendono e annunciano una tale esaltante visione ed esperienza sublime dell’anima che, nella sua circolarità, ci riconduce all’Origine e all’atemporalità di Dio.



 Luciano Nanni - 05/02/2015 21:35:00 [ leggi altri commenti di Luciano Nanni » ]

Autrice che già conoscevo. Con questa raccolta essa conferma le sue doti. Si potrebbe obiettare che in certe soluzioni non è esattamente ‘lirica’ (ma questo è un dato opinabile), poiché la poesia non deve di necessità essere lirica. Tuttavia, quando l’eleganza lirico-formale emerge, ne escono versi splendidi, come questi:"nel puro colore d’una gemma|ferita da una lingua di luce".

 Franca Alaimo - 31/01/2015 17:54:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

La migliore critica possibile di questo libro ebbro e straordinario è quella che la stessa autrice scrive nell’introduzione.
Per comprenderne il senso, bisogna soffermarsi sul titolo: Logos Spermatikos; nessun altro potrebbe contenere in sé l’idea portante della poetica della Monachino. La Parola (il Logos) fecondato e fecondante, come recita l’inizio del vangelo giovanneo, si fa carne, ingravidando un ventre di donna, e si dona come immagine, sostanza corporea. E, prima di ascendere un’altra volta al cielo, lascia la perfetta circonferenza bianca dell’ostia come pane celeste. A questa ostia di comunione fa più volte riferimento l’autrice, offrendosi ad essa come vaso vuoto che si riempie, come bocca affamata che viene saziata. Si stabilisce subito l’identificazione fra il Dio ingravidante e la Parola; la poeta continuando a ripetere il suo sì, facendosi ancella, alla Poesia che le chiede di crescere nel suo corpo. In questo modo la parola che nomina le cose della Terra, le rende sacre di sé. Avvengono le nozze alchemiche, animus ed anima rapite nell’estasi. Tofania e Poesia sono entrambe delle epifanie.
Alla luce di quest’altissima e talvolta "difficile" spiritualità va letta anche la seconda parte del libro che celebra l’estasi dell’amore terreno alla maniera del Cantico dei cantici, come completezza, devozione, contemplazione della bellezza dell’amato, gratitudine, ebbrezza dei sensi Il percorso allora avviene lungo una via discendente, dal Cielo alla Terra, ma non secondo diminuizione, piuttosto secondo accrescimento, ora che l’amante sa che non c’è scissione fra terra e cielo, fra corpo e spirito. Il dire poetico si fa, allora, circolare, celebrando l’infinito processo creativo umano e divino. Lo stile è perfettamente con-sonante, il ritmo impeccabile: tutto tende a, vola.