Trovassimo anche noi un puro, discreto, sottile lembo umano,
una nostra fertile riva tra pietra e corrente.
(R.M.Rilke – La Seconda Elegia - da Elegie Duiniesi)
Trattienilo questo fanciullo
Trattienilo
questo fanciullo,
latore di un’anima lontana
come l’eco di un’urna chiusa
lui risponde
trattienilo nel peso indescrivibile
dentro la cavità di ogni vena viva,
lui è quel piccolo adolescente smarrito
in cerca delle sue lusinghe
soavemente arrotolato nel pensiero pensato
morbidamente morto in sé
inquietamente
Io amo questo fanciullo morto
nelle sue inguaribili convalescenze
impassibile di colori falsati,
bianco tappeto di un invernale destino
agli incroci degli sguardi straniti
solo miei
attòniti
Se lo potessero vedere
fra la platea dei morti recitanti
gli assegnerebbero il sorriso stordito degli angeli
di coloro che la felicità confondono
protesa verso un altro mondo
bellissima e dannata felicità
come un dono inatteso
appeso oltre la forca del tempo
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