(tulipani neri ad Amsterdan)
Che follia coltivare fiori neri
in una terra di luce e trasparenza.
L'Olanda vede l'invisibile
ma in cuore ha una palude
silenziosa, di gora ammutolita.
La libertà è l'estrema via dell'ombra
e il controllo totale la vittoria sopra Dio.
L'ottica della coscienza rende più sinceri
si offre all'abominio e lo coltiva in serie;
su tutto liberi, anche sul dominio
della morte che si sceglie nella vita.
Così ci illude con un trionfo di colori
il seme, nero dentro - prima che da fuori
la primavera dia valore a questo lutto.
(Amsterdam, febbraio 2007)
*
In tuo nome, in mio nome, noi ora ci addentriamo nella nostra notte,
ne esaminiamo le distanze,
vediamo come si leva
e come cambia i suoi nomi e le sue ragioni.
Eccoci ondeggiare
nell'alfabeto dei nostri giorni,
nelle sue passioni,
la mia voce e la tua incatenano canzone dopo canzone,
eccoci sorseggiare il nostro profondo,
e recitare i suoi versetti:
non vogliamo altro che vagare nei nostri corpi,
non vogliamo altro che incamminarci nell'orbita della disobbedienza.
*
Innamorato insonne,
dico alla mia voce:
osservo la tua dolce chitarra precipitare
nell'inferno delle amarezze
e cantare la mia morte.
*
Non sono il primo ad aver detto:
tra me e il divino c'è una ferita
incurabile.
Non sono il primo ad aver detto:
il corpo delle leggi è senz'anima.
Non sono il primpo ad aver detto:
la forma di antiche rovine è moderna.
Forse è per questo
che interrogo il mio corpo su di lei e su di me?
Come se vivessi
semicosciente in una vertigine.
*
Non ricordo più la sua sedia,
né le candele che leggevano la notte attorno a lei.
Non ricordo più il colore del letto
che ci ha accolti.
Le mie abitudini si sono scordate di sé
non ricordo altro che la scoperta
della via verso di lei -
verso la sua casa.
[ da La polvere nell'acqua, Crocetti Editore ]