*
Una preghiera, una ancora
con la mano stretta
allacciata al muro, all'alloro
per dire
che tutto affiora,
così semplicemente
che i versi sono versi
e la lingua mente o brucia
e non sa promettere
che un fascio di esercizi
nel quaderno verdesalvia
millenovecentonovantanove.
*
Un salmo
ricorda un salmo
il primo che scrissi da te
poi si arenò, lui
o te
il cortile di monti
che ci sperde
aggrigendo i capelli
sempre.
*
Ho raccolto dal fondo
il guanciale
giù a terra
mio figlio, le sue stelle
gli uncini
delle feste,
il nido di queste stelle
così rumorose
le radici occhiute
le mie gambe vaganti
fuori spinte
sorgono dalla notte,
dalla tenda rossa
dalla tua eco
che stringo a me.
*
Hai salutato
la nostra ora suprema
il dolce imbrunire, la
terra che scivola via da noi
il velo
il respiro vivo
i sentieri degli appuntamenti.
Io penetrerò questo ricordo,
come passammo sfarzosi
dallo scuro delle persiane
e ne facemmo
inefficaci costole.
[ Da Ouvrage de dame, Edizioni Gazebo ]