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Tu che mi vedi andare per la via
barcollando per sommo e non per vino
Sergio Corazzini
Il tempo d'un buongiorno
già pigola un trambusto
e sfogli previsioni
sui guadi di giornata
metti in fila i percorsi
per non trovarti alfine
lucertola che svia
scorri attento gli appunti
segnati a marginalia
mentre giunge un vagone
di tegole inattese
e comprendi che è l'ora
d'andare verso il mare
per sorprendere l'onda
che stuzzica i pontili
*
Il tuo orologio suona ogni quarto,
ogni quarto ricorda: il tempo passa
Carlo Betocchi
Ho un orologio a massa
senza numeri e sfere
ma che riporta gravido
vicende e frange di echi:
la ragazza che sposa
(l'altro ieri bambina)
la stagione che torna
sui caprifogli in fiore
quella casa paterna
diruta ed ammainata
l'improvvisa incipienza
d'un altro Giubileo
un ritorno d'eclisse
che s'annunciava raro
e un sorriso di donna
che corteggiai con foga
e che adesso scagiona
il mio tempo perduto
*
Ma tutto la solita mano
mi porge dov'io rimango
Clemente Rebora
Luce di fari spenti
lo stoppino affogato
sconnessi i filamenti
led ciechi e allo scuro
spie coese col buio
roghi bagnati e sterili
torce senza alimento
fiaccole a cono mute
languore di formelle:
la Luce infoca dentro
[ Da Voragini ed appigli, di Nicola Romano, Pungitopo editrice ]