Dio guarda incerto
sul da farsi.
Se mantenere la neve intatta
o farla sciogliere col suo respiro caldo.
Se il calcolo è esatto
e i giorni, il tempo di bere e di ridere
è giunto al termine,
o rimane ancora qualche ora.
Se quella manciata di spiccioli
servirà per il giornale della domenica,
dondolerà nella tasca di qualcun'altro.
O semplicemente se ne starà muta,
in attesa.
Se il padre stasera potrà tornare a casa,
la madre accendere il gas della cucina,
il figlio raccontare delle vacanze estive.
E se nei campi sarà giunto il tempo della mietitura,
se le stelle saranno visibili, se la foschia
di maggio darà tregua ai naviganti.
Una scorta inesauribile di accortezze,
questo dio che illumina, cuce, disfà
l'orlo delle cose.
E un accadere di miracoli comuni,
quando doveva accadere e non accade:
che la neve continui a gelare,
gli spiccioli a tintinnare,
nel via-vai del padre, della madre e del figlio.
E così i campi si ostinano e sono crudi,
le stelle chiare e composte
indicano la strada ai naviganti.
Amen.
[ Da Il corpo eterno, Annalisa Comes, Edizioni Gazebo ]