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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 09/12/2013 12:00:00
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Cinepresa mistica

di Gianfranco Vacca (Biografia/notizie)

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*

 

Se sono io ciò che appare

io non saprò cosa sono –

forse sono colui che

potrà appena ricordare

il ricordo di se stesso

quando alla fine

non sarò più dentro di me.

E se non sono io

saprò cosa sono

– immaginosamente –

– agli orizzonti il profumo –

cosa tu sia di me in una rosa

cosa io sia del cielo

nella tua mano.

 

[Capri]

 

 

*

 

Ora lo so – dissi –

e così mi prese e mi parlò.

Era una notte di lune e

cipressi nel roseto di viole,

– qualunque cosa ti dia la mano

inondale il cuore

se perla fatti perla

e se è amore

come io sono,

tu ancora non vuoi dirlo,

prendimi l’arte di assordare l’anima

dove canta l’immenso

che io ascolti

che io discenda

che io sia, per te.

 

[Capri]

 

*

 

Che cosa ha generato il mago,

– l’altro – da sé,

quella creazione alchemica

o l’intenzione,

quella mistura di provette

in una notte esperta.

E ora nasce

ecco,

la forma emersa

muove il primo passo,

vacilla.

Fra le ampolle

la miscela siamese al suo mago

fumiga un’anima parziale

ancora da applicare

che cerca e vede in lui

due occhi presi in prestito

allo sguardo di uno sguardo.

 

[Capri] 

 

 

[ Poesie tratte da Cinepresa mistica, Collezione Letteraria, puntoacapo Editrice ]

 

 


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