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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 14/05/2012 12:00:00
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Giardini

di Sophia de Mello Breyner Andresen (Biografia/notizie)

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[ Traduzione e fotografie di Roberto Maggiani ]

 

 

 
 

(Il testo che segue è tratto da Dia do Mar, Editorial Caminho)

 

O JARDIM

 

O jardim está brilhante e florido,

Sobre as ervas, entre as folhagens,

O vento passa, sonhador e distraído,

Peregrino de mil romagens.

 

É Maio ácido e multicolor,

Devorado pelo próprio ardor,

Que nesta clara tarde de cristal

Avança pelos caminhos

Até os fantásticos desalinhos

Do meu bem e do meu mal.

 

E no seu bailado levada

Pelo jardim deliro e divago,

Ora espreitando debruçada

Os jardins do fundo do lago,

Ora perdendo o meu olhar

Na indizível verdura

Das folhas novas e tenras

Onde eu queria saciar

A minha longa sede de frescura.

 

 

 

IL GIARDINO

 

Il giardino è brillante e fiorito.

Sulle erbe, tra il fogliame,

Il vento passa, sognatore e distratto,

Pellegrino di mille peregrinazioni.

 

È maggio acre e multicolore,

Divorato dal proprio ardore,

Che in questa chiara sera di cristallo

Avanza attraverso i sentieri

Fino ai fantastici scompigli

Del mio bene e del mio male.

 

E portata nel suo ballo

Per il giardino smanio e divago,

Ora sbirciando adagiata

Sui giardini del fondo del lago,

Ora perdendo il mio sguardo

Nell’indicibile verzura

Delle foglie nuove e tenere

Dove io chiedevo di saziare

La mia lunga sete di frescura.

 

 

 

(Il testo che segue è tratto da Poesia, Editorial Caminho)

 

JARDIM PERDIDO

 

Jardim em flor, jardim de impossessão,

Transbordante de imagens mas informe,

Em ti se dissolveu o mundo enorme,

Carregado de amor e solidão.

 

A verdura das árvores ardia,

O vermelho das rosas transbordava,

Alucinado cada ser subia

Num tumulto em que tudo germinava.

 

A luz trazia em si a agitação

De paraísos, deuses e de infernos,

E os instantes em ti eram eternos

De possibilidades e suspensão.

 

Mas cada gesto em ti se quebrou, denso

Dum gesto mais profundo em si contido,

Pois trazias em ti sempre suspenso

Outro jardim possível e perdido.

 

 

GIARDINO PERDUTO

 

Giardino in fiore, giardino di non possesso,

Trasbordante di immagini ma informe,

In te si dissolse il mondo enorme,

Caricato di amore e solitudine.

 

Il verde degli alberi ardeva,

Il rosso delle rose trasbordava,

Allucinato ogni essere montava

In un tumulto in cui tutto germinava.

 

La luce portava in sé l’agitazione

Di paradisi, dèi e inferni,

E gli istanti in te erano eterni

Di possibilità e sospensione.

 

Ma ogni gesto in te si ruppe, denso

Di un gesto più profondo in se contenuto,

Sebbene porti in te sempre sospeso

Altro giardino possibile e perduto.

 

 

 

(Il testo che segue è tratto da Dia do Mar, Editorial Caminho)

 

JARDIM DO MAR

 

Vi um jardim que se desenrolava

Ao longo de uma encosta suspenso

Milagrosamente sobre o mar

Que do largo contra ele cavalgava

Desconhecido e imenso.

 

Jardim de flores selvagens e duras

E cactos torcidos em mil dobras,

Caminhos de areia branca e estreitos

Entre as rochas escuras

E, aqui e além, os pinheiros

Magros e direitos.

 

Jardim do mar, do sol e do vento,

Áspero e salgado,

Pelos duros elementos devastado

Como por um obscuro tormento:

E que não podendo como as ondas

Florescer em espuma,

Raivoso atira para o largo, uma a uma,

As pétalas redondas

Das suas raras flores.

 

Jardim que a água chama e devora

Exausto pelos mil esplendores

De que o mar se reveste em cada hora.

Jardim onde o vento batalha

E que a mão do mar esculpe e talha.

Nu, áspero, devastado,

Numa contínua exaltação,

Jardim quebrado

Da imensidão.

Estreita taça

A transbordar da anunciação

Que às vezes nas coisas passa.




GIARDINO DEL MARE

 

Vidi un giardino che si estendeva

Lungo un pendio sospeso

Miracolosamente sul mare

Che dal largo contro di esso cavalcava

Sconosciuto e immenso.

 

Giardino di fiori selvaggi e stentati

E cactus ritorti in mille pieghe,

Cammini di sabbia bianca e stretti

Tra le rocce scure

E, qua e là, i pini

Magri e diritti.

 

Giardino di  mare, di sole e di vento,

Aspro e salato,

Devastato dai duri elementi

Come per un oscuro tormento:

E che non potendo come le onde

Fiorire in schiuma,

Rabbioso lancia verso il largo, uno a uno,

I petali rotondi

Dei suoi rari fiori.

 

Giardino che l’acqua chiede e divora

Esausto dei mille splendori

Di cui il mare si riveste ogni ora.

Giardino dove il vento lotta

E che la mano del mare scolpisce e taglia.

Nudo, aspro, devastato,

In continua esaltazione.

Giardino spezzato

Dalla immensità.

Stretta coppa

Trasborda di annunciazione

Che a volte nelle cose passa.

*

Giardino di Ninfa




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