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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Poesia della settimana

Questa poesia è proposta dal 23/06/2014 12:00:00
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Verticali

di Bruno Galluccio

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*

 

 

quando dicevo suono

intendevo dire piuttosto la fine del suono

quando in sé ricade

e ciascuno nella sua separazione lo vede

tramutarsi in mancanza

e si esercita allora in sottrazioni

e ammette i limiti del corpo

 

ma quando dico vento

intendevo davvero il vento

con tutto il nero e le rotazioni che conduce

e pure intendevo il segno polare

capace di versare sguardi nel cielo improvviso

con la domanda ancora incompleta

ai piedi di alture incavate

 

 

*

 

 

è così che comincia

smottamenti in zone periferiche

cadute di corrente

lo scivolare del calendario verso il buio

 

il massimo esperto ritorna

e siede alla sua scrivania

ora lettere e precauzioni

non più dimestichezza corvina

 

ma appena alzi gli occhi al cielo tutto è certo

Orione e le sue ancore

e l’Orsa che si incrina all’incrocio degli assi

 

e guardi il polpastrello e il viaggio

dei suoi atomi

dal big bang a questa zattera coerente

 

 

*

 

 

le finestre illese entrano nei sogni

vanno a stazionare alte contro la vertigine

dove lo spazio preme

 

al di qua nulla davvero pesa

lungo i contorni affilati della notte ci orientiamo

regoliamo orologi su chi è andato

 

la geometria ripiega e si interrompe

i lati retti si sfarinano al contatto col buio

quanto era perso va ad agglomerarsi altrove

 

 

le finestre ora galleggiano

sulla superficie del sonno

il tempo si condensa sotto le volte

 

 

[ tratte da Verticali, Einaudi ]

 


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